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Francesca Lombardi

11 Gennaio 2019

Andrea del Verrocchio. Il Maestro

Artista poliedrico, grande caposcuola e imprenditore. Dall'8 marzo al 14 luglio la mostra a Palazzo Strozzi e al Bargello

Nell’anno delle celebrazioni di Leonardo, Firenze riscopre il suo mentore, Andrea del Verrocchio: colui che forse per primo riconobbe il genio del discepolo, fu un artista poliedrico che fin da giovanissimo plasmò la sua personale formazione, tassello dopo tassello, e negli anni della maturità si trasformò in imprenditore lungimirante senza mai abbandonare l’insegnamento. Dall'8 marzo al 14 luglio, la grande mostra, Verrocchio il Maestro di Leonardo, nata dalla collaborazione della Fondazione di Palazzo Strozzi con il Museo Nazionale del Bargello, celebra la figura di un artista che, come pittore, scultore, orafo e disegnatore è stato geniale interprete del Rinascimento. Paola D’Agostino – direttore dei Musei del Bargello - ci racconta il Maestro e l’uomo, in attesa della mostra

Iniziamo a capire Verrocchio a ritroso, partendo proprio da questa mostra…
Rispetto alle collaborazioni precedenti avviate da Palazzo Strozzi con i Musei statali fiorentini, questa volta la mostra è veramente articolata in due sedi. Desidero ringraziare per questo il Direttore di Palazzo Strozzi, Arturo Galansino che ha subito accolto volentieri questa nuova modalità di collaborazione e sinergia istituzionale. La prima mostra monografica dedicata al Verrocchio ne illustrerà le origini e l’influenza dopo la morte. In questo senso il Bargello, con la sua celeberrima collezione di scultura rinascimentale, è luogo privilegiato per delineare l’importanza di una bottega che ha plasmato un’intera generazione di maestri del XV secolo, in Italia e in Europa.

Cosa vedremo al Bargello?
Posso farle solo un’anticipazione: al Bargello vedremo L’incredulità di San Tommaso, che viene da Orsamichele. Sarà esposta al Bargello proprio a testimoniare l’importanza e la straordinaria fortuna iconografica che il Cristo dell’Incredulità ha avuto non solo al momento della sua creazione, ma per tutta la scultura e la pittura della fine del ’400 e dell’inizio del ’500.

Qual è stata la genesi del Verrocchio, artista e maestro di grandi artisti?
Andrea del Verrocchio è stato soprattutto maestro di se stesso: fin da giovanissimo si forma attraverso apprendistati e concorsi. Il suo primo maestro fu infatti un orafo fiorentino, Giuliano del Verrocchio, da cui probabilmente Andrea prese il cognome. L’apprendistato in una bottega orafa influenza la distintiva raffinatezza decorativa dell’artista, spiega anche la sua produzione in argento e la sua grande abilità nella fusione in bronzo. Verrocchio racchiude e fa sue tutte le sperimentazioni della seconda metà del ’400, e in questo si rintraccia parte della sua grandezza.

Chi fu il suo maestro nella pittura?
Direi Fra Filippo Lippi e anche, in parte, Sandro Botticelli, ma la loro fu una influenza reciproca.

Arriviamo quindi alla celebre Bottega, che vide il passaggio di nomi celebri, tra i quali primo fra tutti, Leonardo…
Verrocchio apre la sua bottega in via de’ Macci alla fine degli anni’60, ai tempi della prima commissione dell’Incredulità. Rivale solo dell’altrettanto celebre bottega dei Pollaiolo, che però superò per i risultati raggiunti nella pittura, la bottega di Verrocchio influenzò anche tutta una serie di artisti nel centro Italia. È questa una dei tanti aspetti che saranno messi in luce dalla mostra.

Un piccolo aneddoto, tra verità e leggenda: Verrocchio abbandonò veramente la pittura dopo aver visto l’angelo dipinto da Leonardo nel Battesimo di Cristo agli Uffizi?
Una leggenda: Verrocchio, pur riconoscendo in Leonardo un genio assoluto, abbandonò la pittura per dedicarsi maggiormente all’attività di imprenditore della sua fiorente bottega.

In cosa si rintraccia la vera grandezza di Verrocchio?
Nella sua capacità di essere maestro e abilissimo imprenditore, gestire al tempo stesso una bottega di insegnamento e di produzione altissima per qualità e committenza. Come artista trovo assolutamente geniale la sua capacità di progettare la scultura tenendo conto dello spazio in cui si inserisce: la capacità di progettazione che emerge nell’Incredulità di San Tommaso è stupefacente.

L’opera che preferisce al Bargello?
La Dama con il Mazzolino, per la sua raffinatezza assoluta. 

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