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14 Ottobre 2019

Gallerie degli Uffizi. Le mostre da non perdere in questo autunno/inverno

Tra L’Aretino e l’ironica Garzoni non potevano mancare le tentazioni di Bezzuoli: le mostre agli Uffizi

Bezzuoli, Aretino, Garzoni: basterebbero questi tre nomi per segnare Firenze nell’agenda dei must have... (seen). Tra l’autunno e l’estate prossima il Museo degli Uffizi-Pitti offre un avvicendarsi serrato di mostre dalle più curiose alle meno note. Tutte imperdibili.

Schmidt ci porta nel cuore del Manierismo che vide contrapporsi due aretini d’antan: Pietro Aretino che nasce quando muore il Magnifico e Giorgio Vasari più giovane di una ventina di anni, prima amici e poi avversari. E in buona parte perché l’Aretino si era permesso di criticare, lui famoso per i sonetti lussuriosi, le nudità di Michelangelo nella Sistina.

Le opinioni continuano a divergere e Pietro Aretino e l’arte del Rinascimento (Uffizi, Aula Magliabechiana, 26 novembre- 3 marzo) sembra essere l’occasione per un viaggio nelle corti del ‘500 italiano e nelle sedi papali di Giulio II, Leone X e Clemente VII, con Michelangelo, Raffaello e Tiziano. Testi, arazzi, disegni, quadri per mettere a confronto la supemazia del disegno vasariana con quella del tonalismo dell’Aretino ormai veneziano d’adozione.

Non è solo un tributo alle donne in arte “La grandezza del universo” di Giovanna Garzoni (Pitti, Andito degli Angiolini 6 marzo-7 giugno). Nota più che altro come illustratrice scientifica Garzoni era anche, cosa insolita nel ‘600, una grande viaggiatrice e un’acuta osservatrice delle corti che raccontava in gustosi quanto ironici ritratti riuscendo a miscelare con grazia e precisione le stranezze provenienti dai luoghi più disparati della terra con la vita agiata dei salotti.

E fu un protagonista assoluto dell’800 italiano che solo ora ottiene una rassegna personale: Giuseppe Bezzuoli (1789-1855). Un grande protagonista della pittura romantica (Uffizi, Aula Magliabechiana e sala Detti 2 aprile-31 luglio) Neoclassico ma anche risorgimentale, Bezzuoli era uno di quegli artisti che per raccontare il presente si ispiravano al passato. Un po’ per ritrovare radici italiche e un po’ perché non sempre era possibile raccontare fatti e misfatti della contemporaneità senza incorrere in censure. Le sue opere, celebre l’Entrata di Carlo VIII a Firenze ma anche Eva tentata dal serpente, opera recentemente acquistata dagli Uffizi dimostrano la grande maestria di questo artista che insegnò all’Accademia, ebbe Fattori e Signorini tra i suoi allievi e una serie di artisti stranieri che venivano a Firenze apposta per seguire le sue lezioni. Inevitabile anche il confronto con Hayez e Ingres.

Passato e presente si rincorrono. “Un modo _ sottolinea Schmidt _ per incontrare un po’ tutti i gusti”. Così in contemporanea con la Biennale dell’Antiquariato, ma dura fino al 12 gennaio, ecco Plasmato dal Fuoco. La scultura in bronzo nella Firenze degli ultimi Medici (Pitti, Tesoro dei Granduchi). Un excursus nella scultura barocca da Giambologna a Foggini e al virtuoso Soldani Benzi focalizzando l’attenzione sulla lavorazione preparatoria, dai disegni ai bozzetti. 

Mentre I cieli in una stanza Soffitti lignei a Firenze e Roma nel Rinascimento (Uffizi, Sala Detti e Sala del Camino, 10 dicembre-8 marzo) con una serie di progetti e bozzetti apre una finestra sulle sperimentazioni dai Sangallo allo Zucchi.

Arte decisamente contemporanea ma che strizza l’occhio al figurativo è Neo Rauch. Opere dal 2006 al 2019 (Pitti, Andito degli Angiolini, fino al 12 gennaio) artista della ex Germania dell’Est che gioca con macchie di colore per raccontare i tormenti dell’attualità.

E davvero imperdibile, ma solo per più curiosi, Ai piedi degli dei. Le calzature dal mondo classico al contemporaneo (Pitti, Museo della Moda e del Costume, 16 dicembre -19 aprile) e cioè tutto, ma proprio tutto ciò che vorreste sapere sulle scarpe. E non mancheranno le sorprese nello scoprire calzature così moderne ai piedi dei più antichi. 

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