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4 Aprile 2016

San Lorenzo. Il quartiere pop di Firenze

Scopri con noi le mille anime di questo universo fiorentino

“La città non dice il suo passato, lo contiene come le linee d’una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole” scriveva Italo Calvino.

San Lorenzo è tutto questo: lo respiriamo negli angoli più nascosti. Una moltitudine di volti, culture, sapori e profumi donano contemporaneità a quell’aura rinascimentale che racconta di storia e bellezza, nobiltà e armonia tipicamente medicee. Abbandoniamo piazza Duomo, direzione via de’ Martelli e il cuore del nostro quartiere: piazza San Lorenzo.

Osservandola, la nostra vista sembra aprirsi verso orizzonti che appaiono più lontani. In primo piano, la Cappella dei Principi, che – insieme alla Cupola del Duomo, prima in ordine di grandezza – si impone protagonista del panorama fiorentino. La grande scalinata ci invita a visitare una delle più belle e antiche basiliche della città, la Basilica di San Lorenzo. Entriamo. Giovanni di Bicci, capostipite della famiglia Medici, affidò la ricostruzione dell’antica basilica, consacrata già nel 393 - la prima a Firenze - a Filippo Brunelleschi che diresse il grande cantiere fino alla sua morte.

Un capolavoro dalla vastità melodiosa ed un senso di perfetta armonia che incanta. Come non visitare la Sagrestia Vecchia? Capolavoro del Quattrocento, fu la prima parte di San Lorenzo ad essere completata dal Brunelleschi, su incarico dei Medici che desideravano realizzarvi il proprio mausoleo. Una concezione spaziale semplice e rigorosa fa da salotto agli stucchi policromi di Donatello. Sul retro della chiesa, con accesso su piazza Madonna degli Aldobrandini, si apre la grandiosa Cappella dei Principi, emblematica realizzazione dell’autocelebrazione medicea. Alzate gli occhi e godetevi questo meraviglioso effetto scenografico.

Per la realizzazione della superficie interna venne appositamente creato l’Opificio delle Pietre Dure, che utilizzò pietre preziose, madreperla, lapislazzuli e corallo. Entriamo nel secondo tesoro di cui si compongo le cappelle medicee, la Sagrestia Nuova. Edificata da Michelangelo a più riprese tra il 1521 ed il 1534, vi si accede da un corridoio dalla Cappella dei Principi. Per la tomba di Giuliano de’ Medici, seduto in fiera postura, Michelangelo scelse il Giorno e la Notte; per quella di Lorenzo, in posa malinconica e pensierosa, il Crepuscolo e l’Aurora. Entrambe le statue guardano verso il centro della cappella dove appare, come un miracolo, una Madonna con Gesù in grembo.

Arriviamo nell’ultimo capolavoro mediceo di cui si compone il grande complesso di San Lorenzo, la Biblioteca Laurenziana. Qui tutto è originale, dal soffitto in legno di tiglio intagliato da Giovan Battista del Tasso, alle splendide vetrate con gli stemmi medicei progettate da Giorgio Vasari, per finire con il bellissimo pavimento in cotto rosso e bianco disegnato da Niccolò Tribolo. Gli stessi banchi lignei, che corrono in due file parallele ai lati della sala, vennero realizzati seguendo i disegni di Michelangelo.

Ma San Lorenzo non rappresenta soltanto l’eterno splendore mediceo, qui infatti vive un altro splendore, un tesoro che rappresenta gran parte della nostra tradizione, il suo nome è Mercato di San Lorenzo. Prima di varcare la soglia del nostro regno del gusto, un consiglio: dispiegate i vostri sensi, osservatene i volti, le alte voci dei venditori, assaporate i profumi genuini di una tradizione millenaria.

La grande struttura Liberty, opera di Giuseppe Mengoni (lo stesso architetto della Galleria Vittorio Emanuele di Milano), prende forma attraverso due piani, due filosofie, legate intimamente sotto il segno del gusto e della qualità.

Al piano terra, il mercato alimentare tradizionale: sui banchi di vendita formaggio, carne, pesce, insaccati, frutta, verdura, fiori, spezie e frutta secca. Qualche indirizzo da non perdere? La polleria di Bacci Manuele, la bistecca di Piero Soderi, la trippa della Nuova Tripperia Fiorentina, il pesce di Ultima Spiaggia, Barabino e Massimiliano Giani, la frutta e verdura di Conti e Fratelli Boni.

Al primo piano la vera perla del quartiere, l’anima più contemporanea della struttura, un luogo dove la cultura del cibo si lega all’eccellenza pura e semplice. Benvenuti al Mercato Centrale. Uno dei mercati più belli d’Italia è da 2 anni tappa fissa e irrinunciabile degli itinerari enogastronomici europei.

Un progetto unico tutto italiano ideato da Umberto Montano, che ha trasformato il primo piano dell’ottocentesco mercato nel Mercato Centrale. “Un gigantesco contenitore del gusto, dove le due identità, quella più tradizione e l’altra, contemporanea, si fondono – ci racconta Umberto Montano, fondatore del Mercato Centrale – se dovessi definire il Mercato Centrale, utilizzerei il concetto di centro di aggregazione. Un luogo che ruota intorno alla bellezza, alla cultura, all’arte, a elementi che vanno aldilà del puro acquistare o mangiare e rendono vivo tutto questo” ci racconta “intorno al nostro modo di intendere il cibo vige una filosofia pura e rigorosa. Tutto quello che sceglierete di mangiare al Mercato Centrale dovrà, da principio, essere buono, sano e giusto. Cotture senza fronzoli, rete produttive garantite perché create dagli stessi artigiani del gusto, il tutto a prezzi normali”.

Un motivo in più per visitare il Mercato Centrale? L’installazione “Il Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto, un incredibile decorazione delle vetrate dell’intera struttura, circa 1.000 mq rivestiti di colori, un viaggio onirico nell’arte contemporanea.

Ma non finisce qui, per una giornata nel quartiere, non perdetevi questi nomi: la colazione di Andreina dell’Antica Pasticceria Sieni; il vero spirito fiorentino delle Trattoria da Mario e Trattoria Sergio Gozzi; lo stile, la contemporaneità di Konnubio, luogo di cucina e ispirazione guidato dalla chef Beatrice Segoni, aperto dalla colazione al dopocena. Un ristorante, bistrot, negozio di fiori, cocktail bar e boutique? La Ménagère è l’indirizzo del momento. Una colazione con massaggio? All’Hotel & Spa Firenze Number Nine, ottimo anche per un aperitivo. Per lo shopping, eccovi delle chicche di stile capaci di cogliere lo spirito boho-chic del quartiere: il selezionatissimo vintage di Desii Vintage e UB, la bottega orafa di Paolo Penko in via Zannetti e le cornici artigianali di Maselli. Ah, dimenticavamo per un panino al lampredotto da veri intenditori: Lupin e Margo, l’unica donna trippaia in città, in via dell’Ariento!

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