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Forte Belvedere

text Martina Olivieri

23 Giugno 2025

Riapre il Forte di Belvedere a Firenze: tra arte, eventi e panorama mozzafiato

Ne abbiamo parlato con Carlo Francini, soprintendente ai Musei Comunali e direttore dei Musei Civici Fiorentini

Con l’arrivo dell’estate, Firenze riscopre uno dei suoi luoghi più iconici e amati: Forte Belvedere. Da giugno a ottobre, questa magnifica terrazza sospesa tra cielo e città riapre le sue porte, invitando fiorentini e viaggiatori a godere di un panorama che toglie il fiato, tra arte contemporanea, eventi e bellezza senza tempo.

Un luogo dove il passato dialoga con il presente, e la cultura si intreccia al paesaggio in un abbraccio ideale. Ne parliamo con Carlo Francini, Soprintendente ai Musei Comunali, Direttore dei Musei Civici Fiorentini e site manager del Centro Storico di Firenze, Patrimonio Mondiale UNESCO.

La riapertura di Forte Belvedere segna ogni anno un momento importante per Firenze. Quanto è significativo, oggi, restituire alla città un luogo così iconico e al tempo stesso accessibile?

Il Forte Belvedere è uno dei luoghi più rappresentativi della città, non solo per la sua funzione difensiva storica, ma anche per la sua posizione unica.

Ogni anno, da giugno a ottobre, la riapertura rappresenta un momento importante del calendario culturale fiorentino. La sindaca Sara Funaro e l’assessore alla cultura Giovanni Bettarini hanno espresso con chiarezza la volontà di trasformare progressivamente il Forte in uno spazio fruibile tutto l’anno.

È una sfida complessa ma necessaria: restituire ai fiorentini – e in particolare alle nuove generazioni – questo luogo straordinario.

Vogliamo che diventi parte della quotidianità cittadina, non solo una meta per turisti o appassionati d’arte.

Può raccontarci brevemente la storia di Forte Belvedere?

Il Forte nasce a fine Cinquecento su progetto di Bernardo Buontalenti per volere del granduca Ferdinando I de’ Medici. La sua posizione strategica, all'estremità delle mura medievali, lo rendeva un punto nevralgico per la difesa della città. Era collegato direttamente a Palazzo Pitti tramite percorsi interni e rappresentava un rifugio sicuro per la famiglia granducale. È rimasto una struttura militare fino agli anni Cinquanta del Novecento, quando fu acquisito dal Comune di Firenze con la collaborazione della Cassa di Risparmio e dell’Azienda Autonoma del Turismo.

Il sovrintendente Nello Bemporad ne curò l’adattamento, trasformandolo in un vero belvedere per la città. Da quel momento ha ospitato mostre d’arte di rilievo internazionale, a partire da quella dedicata a Henry Moore nel 1972, che ha segnato l’inizio del dialogo tra arte contemporanea e paesaggio fiorentino.

Dal Forte si gode di una vista unica sulla città. Che valore simbolico ha questa prospettiva?

Il panorama che si ammira da Forte Belvedere è molto più di una semplice vista: è uno strumento per leggere e comprendere la città. Da qui si coglie l’intero centro storico – compatto, monumentale – ma anche l’evoluzione urbana fino alle aree periferiche. La posizione del Forte consente anche di osservare il legame profondo tra la città e il suo paesaggio collinare: lo skyline abbraccia San Miniato, Piazzale Michelangelo, Fiesole, l’Arno e le colline dell’Oltrarno.

Ma ciò che rende davvero unico questo luogo è anche il modo in cui ci si arriva: oggi è possibile accedere al Forte non solo da costa San Giorgio ma anche attraversando il Giardino di Villa Bardini, e da lì proseguire fino al Giardino di Boboli, seguendo un percorso continuo che ricalca idealmente l’antico tracciato delle mura medicee. Questo collegamento fisico e visivo restituisce pienamente il senso di continuità storica e urbana di Firenze.

Cosa ci attende quest’estate al Forte? Può anticiparci qualcosa?

Il progetto principale di questa stagione si chiama Firenze Forma Continua, realizzato con i Musei Civici Fiorentini, l’Ufficio Firenze Patrimonio Mondiale e rapporti con UNESCO e l’Università di Firenze. È un allestimento esperienziale che racconta lo sviluppo urbano della città nel tempo, attraverso mappe, domande interattive e approfondimenti sulle tappe fondamentali della storia fiorentina – dalla fondazione avvenuta nel 59 a.C. secondo la tradizione romana fino al riconoscimento di Firenze patrimonio dell’Umanità nel 1982. I visitatori saranno coinvolti in prima persona, divisi in tre categorie – residenti, city users e turisti – con la possibilità di interagire direttamente con la mappa della città. L’idea è di creare uno spazio di riflessione e confronto, capace di stimolare una maggiore consapevolezza urbana in un rapporto visivo diretto con la città e le colline. Oltre al laboratorio, ci sarà anche una nuova caffetteria e un bookshop, entrambi affidati alla Fondazione MUS.E. Dalle 20 in poi, sarà aperta la sola Palazzina con le terrazze che ospiterà eventi culturali serali: concerti, incontri, conferenze. Un modo per animare la Palazzina anche fuori dagli orari canonici e creare un rapporto emotivo tra chi visita e la città.

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