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Ph. Massimo Listri

31 Agosto 2015

La Toscana delle Ville Medicee

Un inestimabile patrimonio mondiale dell'umanità

Quando alla fine del ‘500 Giusto Utens fu chiamato da Ferdinando I a dipingere la serie di lunette raffiguranti le ville del patrimonio dei Medici la fortuna del casato mediceo è al massimo splendore e Utens dipinge ben 17 lunette caratterizzate da una avanguardistica veduta dall’alto. Il raggio delle proprietà si estendeva dal Mugello alla piana dell’Arno verso Pisa e Livorno, formando un ipotetico ventaglio aperto verso nord – ovest da Firenze.

Di questo universo simbolico che riassume la potenza, la grandezza e le passioni dei Medici (molte erano residenze di caccia), l’austera Ferdinanda era il centro ideale, e venne scelta per custodire le miniature di Lutens. Partiamo proprio da questi piccoli tesori per raccontare la storia di cinque di queste meraviglie - Villa La Petraia, Villa Corsini Di Castello, Villa di Poggio a Caiano e Villa di Cerreto Guidi a cui si aggiunge il giardino della villa di Castello – tornate in gestione del Polo Museale Fiorentino con decreto governativo. Allora fu definita riconciliazione. 

Era il 2002 e la storia di questi luoghi riprese il corso che le era appartenuto per secoli: queste residenze erano state da sempre la reggia sul territorio, governate con una medesima logica amministrativa, di uso e di collezionismo. Uno strappo ricucito insomma. Anche le lunette sono tornate recentemente nel patrimonio del Polo e vengono conservate attualmente a Villa la Petraia. Oggi ne sono visibili quattro, le altre necessitano piccoli interventi conservativi e verranno esposte in seguito. Ma le lunette non sono l’unica ragione per cui la Petraia e le altre ville del Polo meritano una visita.

La Petraia è una delle più affascinanti tra le ville medicee sia per la felice collocazione che per l’eccellenza delle decorazioni pittoriche e per la commistione di forme e stili. In origine la villa era un antico palagio fortificato appartartenuto ai Brunelleschi. Fu acquistato da Cosimo I nel 1544, e poi donato al figlio Ferdinando. Nominato granduca per la morte improvvisa del fratello Francesco, Ferdinando iniziò nel 1588 i lavori nella villa per renderla all’altezza del suo ruolo e della dinastia a cui apparteneva. Le novità riguardarono più lo splendido giardino che la struttura della villa, attribuita al Buontalenti.

Poderosi sbancamenti di terra trasformarono la natura pietrosa del luogo in uno scenografico susseguirsi di terrazzamenti occupati da frutteti nani, piante medicinali, sempreverdi e una grande vasca antistante alla villa usata come riserva d’acqua. Oggi il giardino è di impostazione ottocentesca, ma non meno charmant. Celebre la scultura VenereFiorenza del Giambologna della quale possiamo ammirare in giardino solo una copia , mentre l’originale è conservata all’interno della villa stessa, in quello che viene chiamato lo Studiolo di Fiorenza.

L’interno, e soprattutto il cortile interamente affrescato sono da togliere il respiro. Qui opere del tardo ‘500 e del ‘600 di Goffredo Daddi e di Baldassare Franceschini detto Il Volterrano narrano le vicende epiche e i fasti dell’epoca medicea. La copertura in ferro e vetro e il pavimento sono più recenti, del 1872 ma in perfetta armonia con la struttura. Il susseguirsi delle sale del primo e secondo piano non deludono le aspettative e presentano una stratificazione di interventi pittorici e di arredamento avvenuti tra il tardo 1500 e il 1800.

La Villa di Castello è una delle più antiche fra le residenze suburbane della famiglia Medici; fu acquistata infatti nel 1477. 
Prediletta da Cosimo I, fu oggetto di particolari cure e il suo giardino, progettato nel 1538, un anno dopo l’ascesa al potere del giovane duca, venne studiato per celebrare il potere del principe attraverso la simbologia delle sue statue, delle fontane e delle grotte. 
Attualmente la villa è sede dell’Accademia della Crusca e visitabile solo in occasione delle giornate di apertura al pubblico.

E’ invece aperto lo splendido giardino ricco di agrumi e piante rare e decorato di sculture antiche e rinascimentali e diviso in tre zone principali: giardino inferiore, giardino superiore - dove si trova la scultura dell’Ammannati detta Dell’Appennino - e Ortaccio, il giardino murato. Di straordinario fascino è la Grotta degli animali, detta anche del Diluvio, in virtù dei mirabolanti giochi d’acqua che l’animavano. Iniziata da Niccolò Tribolo nel 1538 fu completata dal Vasari 50 anni dopo.

La Villa Corsini o ‘I Rinieri’ (dal nome dei proprietari del XVI secolo), situata alle porte della città in direzione ovest in località Castello, fu acquistata nel 1697 per la sua vicinanza alla Villa medicea della Petraia dal consigliere del Granduca Cosimo III, Filippo Corsini, che ne affidò la ricostruzione a Giovan Battista Foggini . Nel 1968 la villa fu donata allo Stato italiano da Galliano Boldrini ed è entrata a far parte nel 2006 nel circuito della Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino.

Nel salone sono stati collocati alcuni fra i marmi più significativi della raccolta del Museo Archeologico fra cui spiccano la straordinaria statua di Arianna dormiente, copia romana di un originale creato agli inizi del secondo secolo avanti Cristo in una officina di Pergamo o di Rodi, appartenuta alla collezione del cardinale Ferdinando dei Medici; la statua dell’infelice figlio di Niobe che aveva osato sfidare gli dei, replica di un esemplare esposto nella Galleria degli Uffizi; il busto colossale di Ercole già nel palazzo Portinari Salviati di via del Corso.

La vicenda della Villa Medicea di Poggio a Caiano ha inizio con l’acquisto di una vasta zona di terreni nella zona tra Bonistallo e Tavola da parte di Lorenzo il Magnifico. Era il 1474 e proprio Lorenzo fu il committente della villa, che venne edificata su progetto di Giuliano da Sangallo alle pendici del monte Albano. 
La costruzione si interruppe alla morte di Lorenzo, avvenuta nel 1492, e riprese per volontà del papa Leone X, figlio di Lorenzo. I lavori vennero completati nella seconda metà del Cinquecento. 
 La villa, alta su un portico, è aperta su ogni lato verso il giardino e il paesaggio circostante.

Cuore pulsante della costruzione è il salone del piano nobile, detto di Leone X, splendidamente decorato con affreschi allegorici, celebrativi della famiglia Medici, eseguiti da Andrea del Sarto, Pontormo, Franciabigio, Alessandro Allori. La villa è anche legata ad alcune note vicende amorose della dinastia: qui soggiornò Francesco con la sua prima amante e poi moglie Bianca Cappello – di cui è ancora visibile l’appartamento al piano terra – e Cosimo III, quasi un secolo più tardi, vi confinerà in un esilio dorato la sposa ribelle Marguerite Louise D’Orléans. 

La Villa di Cerreto Guidi, situata nei pressi del padule di Fucecchio fu edificata nel 1556 per iniziativa di Cosimo I come residenza di caccia e presidio territoriale. Il progetto dell’edificio è attribuito al Buontalenti ed è caratterizzato da due rampe a scalera nelle parte antistante della villa. 
All’interno sono esposti ritratti della famiglia Medici e mobili di varia epoca, alcuni risalenti al 1800 e provenienti da lasciti testamentari di noti antiquari fiorentini come Stefano Bardini. 
 

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