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antonio meucci telefono firenze pergola
9 Aprile 2021

Antonio Meucci: genio fiorentino inventore del telefono. Vita, aneddoti e curiosità

Il 13 aprile ricorre il suo compleanno e noi vi sveliamo tutto quello che dovete sapere sul grande personaggio che lavorava al Teatro della Pergola

Uno dei geni simbolo di Firenze, spesso poco ricordato, inventore di un oggetto irrinunciabile per le nostre vite: il telefono.

Antonio Meucci nacque il 13 aprile 1808 a Firenze, in piena dominazione napoleonica, nel quartiere di Borgo San Frediano, in Via Chiara n. 475 (oggi Via de’ Serragli n.44), dove il 16 maggio 1996 venne apposta una lapide in sua memoria, mostrò fin da ragazzino di possedere grandi talenti.

Via de' Serragli, 44. La casa di Antonio Meucci

A 13 anni fu ammesso all’Accademia di Belle Arti, nella scuola di Elementi di Disegno di Figura, un centro di eccellenza in Europa per l’insegnamento tecnico superiore, dove studiò per sei anni oltre alle materie base, la chimica e la meccanica che comprendeva tutta la fisica allora conosciuta, compresa acustica ed elettrologia, introdotte nell’Accademia durante la dominazione francese (1799-1815).

Meucci mostrò subito spiccato interesse per la chimica: nel maggio 1825, in occasione dei festeggiamenti con fuochi d’artificio per l’imminente parto di Maria Carolina di Sassonia, moglie del granduca Leopoldo II, concepì una potente miscela propellente per razzi, che però sfuggirono al suo controllo causando danni in piazza della Signoria.

Per questo fu arrestato e sospettato di cospirazione. Dal 1823 al 1830 lavorò come doganiere alle porte di Firenze. E fu in questo periodo che si affiliò alla Carboneria, prendendo parte ai moti del 1831. Venne posto sotto stretta sorveglianza e arrestato nuovamente nel 1833.

Teatro della Pergola Firenze

Quando uscì dal carcere trovò lavoro come macchinista al teatro della Pergola, punto di riferimento di gruppi carbonari, ma anche luogo di grande sperimentazione scenica.

In un piccolo sgabuzzino di quel teatro, l’allora “attrezzista di scena” Antonio Meucci, sistemò un suo piccolo laboratorio e realizzò un marchingegno capace di trasportare i suoni da un punto all’altro del proscenio: un telefono acustico

antonio meucci e l'invenzione del telefono

Composto da due tubi incassati nel muro, consentiva ai “soffittisti” di parlare sottovoce con “attrezzisti e personale di scena”, dal piano del palcoscenico alla graticcia di manovra, posta a circa venti metri di altezza.

Fu così possibile, durante i cambi di scena, dare e ricevere ordini senza farsi sentire dal pubblico e senza utilizzare uno scomodo sistema di segnali con torce. Utilizzato fino al 1965, è stato accantonato dopo i lavori fatti dopo l’alluvione del ’66. Alla Pergola conobbe la moglie Ester Mochi, che lavorava nella sartoria teatrale interna.

Di questo esperimento incaricò anche il suo amico artista Nestore Corradi di disegnargli uno schizzo del teletrofono che oggi rappresenta una delle prove principali della paternità dell'invenzione del telefono.

Lasciò la Pergola per emigrare a Cuba nel 1835.

Meucci si spense a Clifton, New York, il 18 ottobre 1889 a 81 anni senza essere riuscito a ottenere il riconoscimento della paternità del suo rivoluzionario apparecchio che non aveva potuto brevettare per mancanza di soldi.

il brevetto di Antonio Meucci

Il lungo contenzioso giudiziario con l’ingegnere Alexander Graham Bell si era concluso poco prima della sua morte con una sentenza che aveva dato ragione al suo contendente, che da quel momento verrà considerato, ovunque nel mondo, tranne che in Italia, l’inventore del telefono fino all’11 giugno 2002 quando il Congresso degli Stati Uniti riconoscerà ufficialmente a Meucci questo titolo e questo merito.

Basilica di Santa Croce, targa in memoria di Antonio Meucci



Nella Basilica fiorentina di Santa Croce troverete una targa forgiata in bronzo e collocata tra il secondo e il terzo altare, sotto alla targa dedicata a Leonardo da Vinci e accanto a quella per Guglielmo Marconi, porta questa scritta: "LONTANO DALLA PATRIA/DI SULLA SPONDA ATLANTICA/CHE PER PRIMO UN ALTRO FIORENTINO TOCCO’/OFFRI’ COL TELEFONO/LO STRUMENTO CHE ANNULLA OGGI/OGNI DISTANZA TRA UOMINI E POPOLI", è la dedica della città di Firenze ad Antonio Meucci.

Per un viaggio unico al mondo nei misteri della scena all’interno di uno dei teatri più antichi ancora in attività, da non perdere il percorso museale della Pergola. Un itinerario che svela che svela anche il meccanismo di comunicazione a tubo acustico metteva in contatto il palcoscenico con la graticcia, ovvero il soffitto, installato da Antonio Meucci. Per info e prenotazioni clicca qui.

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