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Teresa Favi ph. Fabio Lovino

15 Gennaio 2016

Claudia Gerini

L'attrice romana torna a teatro con il suo Storie di Claudia, il 23 e il 24 gennaio al Teatro Verdi di Firenze

Da studentessa abbandona gli studi in sociologia all’undicesimo esame per seguire Carlo Verdone nel film Viaggi di nozze del 1995 che la consacra al grande pubblico con un successo intramontabile e indimenticabile. Incarnazione perfetta della versatilità di una attrice, tra i suoi film si ricordano Non ti muovere di Sergio Castellitto, La sconosciuta di Giuseppe Tornatore, Il Comandate e la cicogna di Soldini, Una famiglia perfetta e Tutta colpa di Freud di Paolo Genovese. Ha recitato a fianco di Vincent Gallo in La leggenda di Kaspar Hauser ed è stata diretta da Mel Gibson ne La passione di Cristo.

Claudia Gerini, romana doc, verrebbe da definirla “bella, buona e brava” perché sa essere ironica e autoironica. Il suo “Lo famo strano” di verdoniana memoria ha fatto scuola. Per questo, forse, quando - dopo oltre dieci anni di assenza dalle scene, un’infinità di commedie cinematografiche e film d’autore - le hanno offerto di tornare a teatro, ha scartato i classici e optato per una commedia nuova che la rappresentasse così come è. In Storie di Claudia, recita, balla e canta condividendo il palcoscenico con sei ballerini e altrettanti musicisti. La vedremo il 23 e il 24 gennaio al Teatro Verdi di Firenze. Per poi tornare al cinema in primavera con un film di Luca Lucini insieme a Margherita Buy.

Che cosa le piace e che cosa la spaventa del teatro?
Del teatro mi spaventa proprio il teatro, per me è un ritorno dopo tantissimi anni con un One Woman Show estremamente impegnativo, dove non esiste la possibilità di rifare “la scena”. Cosa mi piace? Per un attore sentire l’applauso del pubblico è una soddisfazione enorme.

“Storie di Claudia” è uno spettacolo leggero e brillante, con molti e velocissimi cambi di scena. E’ un’autobiografia?
No per carità, sarebbe noioso.. contiene aneddoti o ricordi che in qualche modo si rifanno alla mia vera storia ma è soprattutto una carrellata di donne dell’ultimo secolo, con molte canzoni e nessun intento didascalico.

Anche se è grazie al cinema che lei è diventata così popolare, questa non è la sua prima volta in teatro non è vero?
Beh sì, all’inizio della mia carriera ho fatto molto teatro ma si tratta di esperienze molto diverse da questa. Qui ho a che fare con un vero e proprio musical dove mi trovo ad affrontare tante discipline tutte insieme.

Non fu proprio in un piccolo teatro di Roma che Carlo Verdone ebbe l’occasione di scoprirla?
Nel 1995, in un “buchino” dietro il Colosseo venne a vedermi in “Angelo e Beatrice”, una cosa durissima sulla lotta armata e chissà perché gli venne in mente di chiamarmi per Viaggi di nozze. Da lì ebbe inizio il mio percorso d’attrice nel cinema.

Con Verdone siete rimasti buoni amici?
Direi decisamente di sì, forse è uno dei miei migliori amici.

Chi, tra i personaggi incontrati durante la sua carriera, le ha dato il consiglio migliore?
Mah, io sono una donna molto curiosa e credo di aver preso qualcosa da tutti quelli con cui ho lavorato. Spero più nel bene che nel male.

Quali sono i punti fermi che orientano le sue scelte artistiche in questo momento?
 L’idea di aver finalmente chiaro davanti a me il percorso della mia carriera. Oggi me lo posso permettere perché quando sei molto giovane hai soprattutto l’ansia di prestazione che oggi non mi appartiene più, ma solo di far bene quello che mi piace.

Quando avremo il piacere di rivederla sul grande schermo?
In primavera con il film di Luca Lucini Nemiche per la pelle, dove lavoro per la prima volta con Margherita Buy, con la quale mi sono trovata veramente benissimo. Tengo molto a questo film.

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