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cover Mille miglia 2

text Gianni Mercatali photo Dario Garofalo

15 Giugno 2006

Freccia rossa

Mille Miglia. Il più spettacolare appuntamento mondiale dell’automobilismo d’epoca

Enzo Ferrari la chiamava “la corsa più bella del mondo”. Per i suoi caratteristici indicatori di direzione, che in assenza dei navigatori satellitari indicavano il percorso ai piloti, veniva definita “la freccia rossa”. Nella sua rievocazione storica si parla di “museo viaggiante”. Di sicuro è il più spettacolare appuntamento mondiale dell’automobilismo d’epoca:  la Mille Miglia. Una vera e propria leggenda, simbolo della passione per le auto, per l’avventura e per la sfida. 

  Filippo and Niccolò Ricci on a 1952 Jaguar XK 120 OTS

A 84 anni dalla sua prima edizione 375 auto costruite tra il 1927 e il 1957 hanno percorso lo storico tracciato Brescia - Roma - Brescia  attraversando 7 regioni, 177 comuni e la Repubblica di San Marino, toccando alcuni tra i paesaggi più suggestivi d’Italia.  Fra queste regioni quella che ha svolto un ruolo particolare è stata da sempre la Toscana. D’altra parte sono di questa terra Barsanti e Matteucci, gli inventori del motore a scoppio. Senza niente togliere all’Emilia e alla passione della sua gente per i motori e a Brescia, dov’è  appunto nata questa competizione, la Toscana ha scritto alcune pagine gloriose con personaggi come Clemente Biondetti e Pasquino Ermini. Il primo ha collezionato quattro vittorie nel 1938 e nel 1947 su Alfa Romeo e nel 1948 e 1949 con la Ferrari. La sua grande esperienza di pilota e di grande conoscitore dell’auto lo spinse poi a costruire nel 1950 una Jaguar Biondetti Special e l’anno dopo una Ferrari Jaguar Biondetti, auto rimaste uniche.

On Tuscan roads, from above: 1925 Bugatti Type 35 driven by Foglia and Bosel

Pasquale Ermini, chiamato da tutti Pasquino, aveva iniziato come meccanico e pilota durante gli anni ’20 e ’30. Ma è nei primi anni del dopoguerra che nascono le Officine Ermini nel viale Matteotti a Firenze,  un atelier dove i piloti più importanti di allora si facevano costruire delle vetture da corsa capaci di tenere testa ad Alfa Romeo, Maserati e Mercedes. Celeberrime le sue vetture ‘siluro’, la berlinetta ‘Frua’ e la 357 Scaglietti. Dei veri capolavori di tecnica e meccanica. Nella storia dell’automobile, dire Ermini significa dire ‘barchetta’. Auto spartane, essenziali, ma dalla linea e dalla personalità inconfondibili. 

E proprio Biondetti ed Ermini fecero parte fin dalla fondazione a Firenze nel 1949 degli Allegri al  Volante. Un’associazione di piloti  che portò alla Mille Miglia aria e spirito fiorentini.

The Gentleman Driver Trophy Stefano Ricci

Sciolto nel 1953 è stato rifondato nel 2006 da alcuni appassionati piloti e gentlemen, comunque grandi collezionisti  di auto, tutti rigorosamente fiorentini. Il Club Allegri del Volante conta oggi 12 soci, di cui nove hanno partecipato alla recente rievocazione storica della Mille Miglia. Spirito sportivo, determinazione, rigore, grande passione e un pizzico di romanticismo hanno caratterizzato la loro partecipazione. Aria di Firenze, appunto.  Va detto che l’equipaggio che meglio si è posizionato in classifica generale è stato quello di Niccolò e Filippo Ricci su una rossa Jaguar XK120 OTS del 1952, modello celebre per i suoi ripetuti successi alla 24 ore di Le Mans. Nella prova speciale  di Montalcino, con alla guida Niccolò, lungo una strada sterrata dal fondo particolarmente sconnesso, sembrava si fosse danneggiata la balestra posteriore sinistra. La corsa per loro  avrebbe potuto terminare fra i filari del prezioso Brunello. Fortunatamente nella sosta della vicina  Buonconvento i suoi meccanici hanno riassettato l’auto. Ma questo borgo, fra i più belli d’Italia, non ha portato fortuna agli Allegri del Volante: la Ferrari 225 S Export del 1951 condotta dall’equipaggio di Marcello Fratini e Alessandro Bruni ad un controllo del radiatore si è trasformata, fra una nube di vapore,  in  una sorta di fontana del Trocadero di Parigi.

Jacopo Fratini and Bonaccorso Manetti on 1950 Jaguar XK140 OTS MC

Un po’ di preoccupazione ma i due Allegri sono riusciti a sistemare tutto. Belle queste soste dove gli equipaggi si scambiano pareri ed  emozioni. I punti di ristoro sono assediati soprattutto per conquistare acqua e frutta. Il caldo, la polvere, gli scarichi dei motori anneriscono i volti dei piloti su auto scoperte, lasciando pulite soltanto le parti intorno agli occhi protette da occhiali sportivi.  Tutto intorno profumo di benzina misto ad olio. Nell’aria il suono dei cilindri mentre il piede sull’acceleratore tiene alti i giri del motore. Un momento socializzante in cui i piloti, meccanici, assistenti e commissari di corsa, sponsor al seguito si incontrano con la gente che curiosa scatta foto ricordo. Quella gente che nel percorso disegna i bordi delle strade lungo i circa 1.600 chilometri. Mentre i passaggi nei centri storici mettono a confronto le linee e le forme uniche ed eleganti delle auto che al di là  di essere macchine da competizione diventano  veri oggetti d’arte a confronto con le storiche architetture dei luoghi. Ad arricchire questo contesto i nostri Allegri al Volante Stefano Ricci con Filippo Scarpelli su Lancia Aurelia B20 del 1953, Gilberto e Andrea Focardi su Ermini 1100 Sport del 1950, Claudia Tagliaferri ed Elisa Panzeri su Jaguar XK140 OTS del 1955, Massimo Massai e Lisa Ragionieri su Cisitalia 202 del 1947, Matteo Del Fante e Guido Maria Nola su Fiat 8V del 1955, Massimo e Lapo Ermini su BMW328 Coupé del 1937, Jacopo Fratini e Bonaccorso Manetti su Jaguar XK140 OTS MC del 1955.




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