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Il laboratorio artigianale di Gucci in via delle Caldaie in una foto dell'Archivio Locchi

Text Teresa Favi

4 Marzo 2021

Gucci e il grande anniversario: 100 anni

Compie un secolo di vita la casa di moda nata a Firenze. La sua storia in 8 pillole, in attesa degli eventi

E' una delle più longeve case di moda italiane. A Firenze, dove Gucci è nata 100 anni fa, l'anniversario non passerà inosservato. Ma per ora, sul calendario degli eventi attesi da tutti i fan del marchio vige il riserbo assoluto. In attesa delle celebrazioni ufficiali, ci siamo appassionati a ripercorrere la storia del brand fiorentino più conosciuto al mondo in 8 episodi che ogni amante della moda dovrebbe conoscere.

La boutique Gucci a Firenze negli anni Sessanta - dal libro Gucci by Gucci

Prima di passare alla storia, però, vi ricordiamo tutti i luoghi di Gucci a Firenze:

  • Il grande stabilimento Gucci di Casellina a Scandicci

  • La boutique Gucci al numero 73r di via de' Tornabuoni

  • Il Gucci Garden nell’antico Palazzo della Mercanzia in piazza della Signoria, un luogo magico voluto nel 2018 dal direttore creativo Alessandro Michele, che racchiude il racconto dinamico della storia di Gucci tra pezzi d'archivio e oggetti contempranei (al primo e secondo piano), lo shop di edizioni speciali, e il bistrot Gucci Osteria ideato e curato da Massimo Bottura e condotto dalla chef Karime Lopez (al piano terra).

E ora caliamoci nel regno fatato del made in Italy con un viaggio a ritroso nel tempo...

1_ GUCCIO GUCCI. L'INIZIO DI UNA LUNGA STORIA

Tutto ha inizio da un giovane fiorentino, Guccio Gucci, classe 1881, figlio di artigiani con una bottega di cappelli di paglia. Guccio si appassiona alla moda e al bello quando, dopo la Prima guerra mondiale, si trasferisce a Londra come uno dei tanti emigrati in cerca di fortuna all'estero. Nella capitale del Regno Unito, Guccio trova un impiego da ascensorista all'Hotel Savoy. E' l’hotel migliore del mondo, il primo a usare l’energia elettrica, ad avere ascensori, bagni nelle stanze con acqua calda e fredda. Ne è stato direttore César Ritz, che lo ha reso ancora più funzionale e lussuoso, lasciando un motto che Guccio farà suo rapidamente: "Vedere tutti senza guardare, sentire tutti senza ascoltare". La clientela del Savoy è la migliore del mondo. Tra i clienti ci sono Charlie Chaplin, Enrico Caruso e il Principe del Galles. Guccio sente tutti senza ascoltare: gli aristocratici inglesi vengono qui per il tè o la colazione e parlano solo di cavalli, di polo e di corse. Il mondo equestre sembra per loro la cosa più importante. L'equitazione è il punto di svolta nella sua vita. E' grazie a questa passione che si cimenta nella produzione di accessori in pelle. Quando torna a Firenze prima lavora come direttore commerciale in una pelletteria, ma presto decide di investire i suoi risparmi in un'attività in proprio. Nel 1921, a 40 anni suonati, fonda l'azienda che in poco tempo comincia a riscuotere successo: produce accessori con staffe e morsetti, ma è ancora lontana l'idea di un prodotto di moda. Punta alla realizzazione di accessori funzionali che strizzano l'occhio al mondo angolsassone per incontrare il gusto dei sofisticati viaggiatori inglesi e americani in visita a Firenze. Ma è da qui in poi che inizia la vera ascesa. Nel 1923 il piccolo regno fiorentino di Gucci è un laboratorio sul Lungarno Guicciardini e un negozio in via del Parione (poi chiuso nel 1934). In seguitp si allarga al civico 11 e 47 di via della Vigna Nuova, fino alla boutique in via de' Tornabuoni aperta negli anni '60. Nel 1951 Firenze debutta nella moda con le prime sfilate di Giovanni Battista Giorgini a Villa Torrigiani. Guccio Gucci non partecipa, anche se contribuisce con le sue creazioni all'appeal della città.

Il Principe Carlo d'Inghilterra (1983) - dal libro Gucci by Gucci

2_ COME FU CREATA LA BAMBOO BAG

Durante l'autarchia fascista, Gucci deve fare i conti con le materie prime. Sfodera allora tutta la sua fantasia e si cimenta nell'utilizzo creativo di materiali semplici come juta, canapa, lino e bambù. Nasce in questo periodo la famosa Bamboo Bag, costruita con un manico in bambù e una curvatura laterale ispirata alla sella dei cavalli. E' la prima It bag che diventerà famosa tra le star di Hollywood.

3_ QUANDO NASCE IL FAMOSO NASTRO VERDE E ROSSO

Il 1945 è un anno importante per Gucci, che inizia a esportare negli Stati Uniti. A questo periodo risale il nastro verde - rosso - verde, icona della maison, ispirato al sottopancia della sella dei cavalli. Guccio muore nel 1953 lasciando l'azienda in eredità ai figli che nel frattempo hanno aperto una boutique a New York sulla 58esima strada.

4_ LE DIVE CHE HANNO AMATO GUCCI

Nonostante la perdita del fondatore, l'azienda va a gonfie vele. Dalla valigeria alle calzature, con l’iconico mocassino, ai foulard, dalle bordature in corda all’uso della tela per le borse, lo stile della maison piace a dive e personalità da Liz Taylor a Jackie Kennedy che tiene al braccio la borsa trapezioidale ancora soprannominata Jackie, da Maria Callas a Haudrey Hepburn, fino a Grace Kelly che indossa il foulard Flora disegnato da Accornero.

Maria Callas e la Principessa Grace di Monaco (1964) - dal libro Gucci by Gucci

5_ I LABORATORI GUCCI A FIRENZE

I successi fanno crescere la produzione che si sposta dal vecchio laboratorio sul Lungarno Guicciardini al nuovo in via delle Caldaie, in un antico palazzo ancora oggi proprietà del marchio; fino a quando, nel 1971, i volumi importanti impongono all'azienda l'apertura di uno stabilimento a Casellina, una frazione di Scandicci, alle porte di Firenze, dove a tutt'oggi si trova l'head quarter.

6_ LA DOPPIA G

Negli anni Sessanta Aldo Gucci modella con successo il logo con le due G, in ricordo del padre, poi brevettato nel 1977. Ancora adesso, il logo è considerato il segno d'appartenenza alla community fashion più nota che ci sia.

7_ LA PRIMA SFILATA GUCCI A FIRENZE

Negli anni Settanta Gucci lancia il prêt à porter e nel 1981 sfila per la prima volta a Firenze.

8_ DAGLI ANNI '80 AD ALLESANDRO MICHELE

L'azienda resta nelle mani della famiglia fino agli anni Ottana quando, a causa di contese tra gli eredi, passa alla araba Investcorp. Fino al 1999, quando entra nella scuderia francese Kering. Anni di trasformazioni, rilanci e successi che hanno visto alternarsi amministratori delegati di grosso calibro e direttori creativi illuminati come Tom Ford, Frida Giannini e, oggi, Alessandro Michele che ha lanciato una straordinaria rivoluzione del brand con la sua moda fluida, contaminata, generosa e ricca di citazioni.

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