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opificio pietre dure
28 Febbraio 2020

I Tesori dell'Opificio delle Pietre Dure

Il 29 febbraio, porte aperte dentro un dei luoghi d'arte e restauro più magici al mondo, con vista sui tesori da restaurare

La "Deposizione dalla Croce” di Rosso Fiorentino, la “Vergine in Gloria e otto Santi” di Giovanni Bellini, il “Ritratto di Papa Leone X con i cardinali nipoti Giulio de Medici e Luigi de  Rossi” di Raffaello, “La Pietà di Luco” di Andrea del Sarto: sono tutte preziose opere d’arte attualmente custodite all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, che sabato 29 febbraio, dalle ore 10, apre al pubblico in via eccezionale il suo laboratorio.

restauratrice a lavoro

L'Opificio della Pietre Dure di Firenze, fa parte di uno di quei tesori, preziosissimi e forse un po’ meno conosciuti, della scena artistica fiorentina. Ha contribuito alla bellezza e alla gloria di opere come la Madonna del Cardellinodi Raffaello della Galleria degli Uffizi o la Pala di San Zenodel Mantegna, tanto per citare due dei più recenti capolavori d’arte italiani che sono stati studiati, recuperati e portati a nuova luce dai suoi oltre 45 restauratori. 

L’Opificio delle Pietre Dure e laboratori di restauro vanta un’importante e composita tradizione che risale inizialmente alla seconda metà del Cinquecento, quando venne fondato da Ferdinando I de’ Medici come manifattura artistica specializzata nella lavorazione delle pietre dure.

Il segreto laboratorio di restauro dell'Opificio delle Pietre Dure

Attività che è stata mantenuta anche durante la dinastia lorenese e che ha superato la crisi - dovuta alla fine del Granducato di Toscana, uno dei principali committenti - aprendosi al settore del restauro, strumento comune nei paesi europei per la conservazione delle memorie materiali e delle identità nazionali.

La seconda realtà che ha dato origine all’Istituto è quella del Gabinetto Restauri della Soprintendenza delle Belle Arti di Firenze - il primo laboratorio di restauro moderno d’Italia fondato nel 1932 da Ugo Procacci - che inserì l’applicazione delle indagini scientifiche come atto preliminare al restauro, a cominciare dalla radiografia delle opere.

Oggi, l’Opificio delle Pietre Dure rappresenta uno degli istituti più importanti nel settore del restauro a livello mondiale e svolge la sua attività in tre sedi distinte nel cuore di Firenze: in via degli Alfani sorge quella storica che ospita i laboratori di restauro di materiali lapidei, mosaico e commesso di pietre dure, materiali ceramici e plastici, bronzi e armi antiche.

Il grande spazio alla Fortezza da Basso, dove l’Opificio si trasferì in seguito alla terribile alluvione del ’66, ospita invece il laboratorio di restauro dei dipinti su tela e tavola, sculture lignee policrome, materiali tessili, cartacei, pitture murali mentre la terza sede - la Sala delle Bandiere di Palazzo Vecchio - ospita il laboratorio arazzi.

I più grandi capolavori dell'arte mondiali vengono restaurati proprio qui

Riflesso della vita e delle vicende della secolare attività produttiva dell’Opificio è il Museo, ristrutturato nel 1995 da Adolfo Natalini. Il criterio tematico permette di percorrere il processo completo dell’attività del restauro, dall’ideazione all’opera finita: le produzioni del periodo granducale mediceo e lorenese sono documentate nelle sale ricavate dal salone principale, quelle del periodo postunitario nelle salette ottocentesche mentre il piano soprastante il salone è dedicato alle tecniche di lavorazione, dal campionario lapideo ai piani di lavoro agli strumenti.

Il Museo si trova nelle sede storica di via Alfani insieme alla biblioteca e alla scuola di alta formazione, una delle più prestigiose del settore.

museo opificio restauri 9257 foto lucia baldini

E’ possibile accedere all’Opificio solo ed esclusivamente attraverso visite guidate dai restauratori dell’Istituto. La visita ha la durata di un’ora (per ciascuna delle tre sedi) e sono ammessi gruppi di massimo 20 persone.

Per quanto riguarda il Museo invece, le visite prevedono gruppi di massimo 30 persone (accompagnate dal personale di vigilanza). La durata massima è un’ora. Maggiori informazioni su servizi ed orari sono disponibili sul sito www.firenzemusei.it

 

 

 

 

 

 

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