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20 Aprile 2015

Il nuovo progetto di Antony Gormley per il Forte Belvedere

A Firenze, da domenica 26 aprile fino al 27 settembre

Cento figure umane in scala 1:1 popoleranno la palazzina, i bastioni, le scalinate e le terrazze e occuperanno tutti i lati di Forte Belvedere, con il suo peculiare affaccio sulla città e le colline: dopo la riapertura nel 2013 con la mostra dedicata a Zhang Huan e il successo della personale dedicata a Giuseppe Penone del 2014, Firenze ospita, a partire dal 26 aprile 2015, le opere di Antony Gormley, uno dei più apprezzati scultori viventi.

Per la mostra - a cura di Arabella Natalini e Sergio Risaliti, dal titolo Antony Gormley. Human - lo scultore ha pensato a una presenza diffusa e persuasiva, con opere in grado di riattivare gli antichi spazi del Forte.

In mostra, oltre alle cento figure a dimensione umana, la grande installazione Critical Mass, un “anti-monumento che evoca tutte le vittime del XX secolo”. Ideata originariamente nel 1995, per un vecchio deposito di tram a Vienna, oltre a ricordare alcuni momenti drammatici della storia della capitale austriaca, per l’artista l’opera era anche un “modo di attivare l’intero edificio e destabilizzarne il contesto architettonico”.

Questo effetto destabilizzante e riflessivo trova al Forte di Belvedere - originariamente costruito come luogo di difesa - una perfetta collocazione, riproponendosi ora arricchita da un nuovo riferimento legato al contesto italiano.

A Firenze le figure di Critical Mass si confronteranno dialetticamente con altrettanti Blockworks, inedite figure che restituiscono l’anatomia umana attraverso volumi architettonici. In questo nuovo ciclo di opere il corpo resta il punto di partenza dell’opera di Gormley, restituito però non più mediante il calco in silicone, ma attraverso una scansione digitale, rielaborata poi al computer.

Come racconta l’artista stesso, parlando del progetto a Firenze: “Il Forte è un esemplare straordinario di trasformazione: una collina naturale trasformata in manufatto da Ferdinando de’ Medici. Per lungo tempo è stato associato all’arte contemporanea, spesso usato come contesto monumentale per opere monumentali. Piuttosto che inserire altre opere il cui intento è di misurarsi con la spazialità del luogo, ho scelto di esporre opere a misura d’uomo che permettano alla forma e alla sostanza di questa notevole costruzione di esprimersi …”.

E ancora: “[…] Human fa aprire il Forte di Belvedere attraverso un’agopuntura scultorea: le opere sono dislocate in modo diffuso e capillare al fine di catalizzare le masse interiori e il panorama che si gode da questo luogo. Nel trovare i luoghi adatti a creare ostacoli ed occasioni per fermare i visitatori nel loro peregrinare, cerco di incoraggiarli a ripensarsi e di ripensare il modo in cui si misurano con gli spazi che hanno intorno.”

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