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text Marta Innocenti Ciulli - photo Sabine Villiard

9 Gennaio 2017

Il ritorno di Paul Smith al Pitti Uomo

Più che uno stilista, Paul Smith è il protagonista degli eventi di questa edizione

Se il sogno era davvero quello di diventare ciclista professionista, c’è da esprimere gratitudine a un episodio che sul momento non fu proprio positivo. E come succede talvolta alle persone dalla buona stella per cui ‘si chiude una porta e si apre un portone’ la disavventura spinge Paul Smith a ripiegare sulla sua seconda passione: la moda.

Siamo nel 1970. Uscito dall’ospedale insieme ad un gruppo di studenti, approfondisce la passione per l’arte, quella coloratissima di Mondrian, Warhol, per l’architettura, il design e la musica. Si iscrive ai corsi serali di moda. In quel periodo lavora con la fidanzata Pauline Denyer. E’ lei che lo incoraggia ad aprire una boutique multimarca a Nottingham, dove tra i capi di vari stilisti propone anche alcuni suoi modelli senza marca. Si tratta di quel tipo di abbigliamento che ama, ma che non trova in vendita da nessuna parte.

Quegli abiti piacciono, tanto che sei anni dopo, nel 1976, sfila a Parigi con la prima intera collezione di linea maschile. E inventa uno stile: il meglio dell’abbigliamento tradizionale confezionato con i più ricercati tessuti inglesi, combinato a stampe insolite e gioiose, audaci e spesso irriverenti. Uno stile di rottura in quegli anni di rinnovamento radicale, ma che continua tutt’oggi la sua ascesa grazie alla cultura eclettica che esprime.

Va detto che Paul risulta essere anche un eccellente e accorto uomo d’affari. Il resto è storia. Ma vale la pena ricordare il timeline dei successi di questa azienda, ambita dai grandi gruppi del lusso dai quali riceve continue allettanti proposte di acquisto, trasformatasi nel tempo in azienda di lifestyle. Le continue aperture di negozi oggi in tutto il mondo, la collezione donna, le scarpe e gli accessori, gli occhiali, le valige, gli orologi, i libri, le fragranze, le penne, i tappeti, le porcellane, l’arredamento, e poi le collaborazioni con Rapha, Burton, John Lobb, Leica, Apple, la collezione bambino. Ultima in ordine di data la mostra a lui dedicata Hello, my name is Paul Smith, che ha iniziato nel 2016 il tour dal Giappone.

Signor Smith bentornato al Pitti Uomo. Che effetto le fa?
E’ fantastico essere di nuovo nella bellissima Firenze. Nel 1993, fui il primo guest designer a partecipare al Pitti, fu un grande momento. Scelsi la Stazione Leopolda per la sfilata e nessuno lo aveva mai fatto prima. Naturalmente molto è cambiato da allora.

Cosa pensa della fiera, lei è qui non solo come special guest, ma ha anche uno stand all’interno?
E’ una grande piattaforma per le aziende di moda di tutte le dimensioni. Pitti Immagine coniuga la promozione e il commercio molto bene ed è un evento determinante nel calendario della moda maschile. Partecipano buyer da tutto il mondo, quindi è una grande opportunità per le imprese che cercano nuovi clienti. Per quel che mi riguarda, io ho iniziato come negoziante, quindi ho sempre in mente gli aspetti commerciali della moda e del design. E’ stato naturale prendere uno stand alla Fortezza e fare la sfilata alla Dogana.

Presenta la nuova linea PS by Paul Smith. Qual è la differenza rispetto a quella precedente?
E’ una collezione più contemporanea che spero la gente amerà.

Ieri ragazzo di Nottingham, oggi proprietario di un impero. Come spiega questo successo?
Il segreto è mantenere l’equilbrio, tenere d’occhio gli aspetti commerciali senza però prendere le cose troppo seriamente. Sin dall’inizio non ho mai permesso al lavoro di cambiarmi. Ho la fortuna di avere senso dell’umorismo e la capacità di tenere i piedi per terra, ma sono anche consapevole dell’importanza del marketing, delle sfilate e di possedere tanti negozi.

Lei definisce il suo stile classic with twist.
Per me, disegnare abbigliamento maschile è sempre stata una cosa molto naturale. All’inizio della carriera, pensavo a me stesso quando disegnavo e siccome mi sono sempre vestito in modo classico ma con un certo senso dell’umorismo e dell’inaspettato, la cosa funzionava benissimo. Per esempio se devi portare un abito classico blu, nero o grigio a lavoro o a un matrimonio, meglio aggiungere un tocco di colore nei calzini, nella cravatta o nei gemelli.

Sappiamo che lei ama il paesaggio toscano, che ha una casa vicino a Lucca. Dove va tutte le volte che viene in Toscana?
Ci sono sempre molte ragioni per tornare. Non ultimo ho una casa sulla costa dove trascorro del tempo in estate. Una delle cose che preferisco fare è girare in bicicletta intorno alle mura di Lucca.  

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