In ricordo di Sirio Maccioni. Il toscano al vertice della cucina internazionale
Ripubblichiamo una speciale intervista all'uomo che ha rivoluzionato la cucina italiana del mondo
E’ uno dei nomi toscani più conosciuti all’estero: originario di Montecatini, nel 1974 aprì a New York Le Cirque che in breve tempo è diventato uno dei ristoranti cult della metropoli, che vanta oggi numerose sedi in tutto il mondo (tra le più recenti, a New Delhi in India).
Famosissimo per essere l’unico ristoratore al mondo ad aver apparecchiato un tavolo per cinque presidenti americani, Sirio Maccioni è da sempre legato alla cucina e ai prodotti toscani.
Scomparso il 20 aprile 2020 nella sua casa di Montecatini, in suo onore ripubblichiamo una nostra speciale intervista uscita su Firenze Magazine qualche anno fa.
Qual è il segreto del suo successo?
Sperare di non avere sfortuna! (ride, ndr). Francia, Germania, Italia...ho girato tutto il mondo. Quando mi dicevano che esisteva un buon posto ma che lavorarci era difficile, io ci sono sempre andato. Adesso abbiamo sei ristoranti in tutto il mondo, anzi sette perché entro la fine dell’anno ne apriremo un altro a New York, all’interno dell’Hotel Pierre. Come sempre, 100% italiano.
Le sue origini toscane hanno influenzato le sue scelte?
Io sono toscano, italiano e europeo. Non conosco nessun’altra influenza. In Toscana ci sono dei ristoranti buonissimi e il punto di forza della nostra cucina è la semplicità: la cucina complicata, ‘alla francese’ per intendersi, non funziona più. Non c’è più un pubblico che la richiede.
Nel corso della sua lunga carriera incontrato personaggi importanti…
E’ stato Frank Sinatra ad aiutarmi a venire in America. Ho avuto il piacere di ospitare tutti i presidenti, il migliore era Nixon. Ma la cosa più importante è fare attenzione a tutti, dare la giusta considerazione a tutti quelli che sono seduti intorno ad un grande personaggio. E parlare poco: io sono molto italiano, ma bisogna smettere di parlare. Non esiste il grande servizio ma l’attenzione che si dà al cliente. Ci sono tanti ristoranti italiani a NY che l’Italia non sanno nemmeno dov’è.
Cosa le manca della Toscana quando è lontano?
Tutto.
Quali sono i luoghi che preferisce?
Ritengo una vacanza tale solo quando la passo a casa mia, a Montecatini.
Gli ingredienti che non possono mancare nella sua cucina?
Una sola cosa: semplicità. Mentre prima un menu ricco era il segreto vincente, adesso è la buona qualità. Bisogna fare meno, ma meglio. Ed essere presenti: uno dei miei tre figli è sempre nel ristorante e lo Chef in cucina, è questo che fa la differenza.
E lei?
Lavoro sei giorni la settimana e la cosa che mi fa paura è quella di invecchiare. Ogni giorno vado al ristorante e cerco di capire e soddisfare i desideri dei miei clienti.
Si dice che la sua passione sia il bollito misto...
Non solo la mia, anche quella del grande chef francese Paul Bocuse! Ma in generale amo la cucina fatta a casa, quella delle donna italiane che non solo sanno cucinare ma che vanno al mercato e sanno cosa scegliere...