La Console Ragini Gupta e il suo legame con Firenze e la Toscana
La Console Generale degli Stati Uniti a Firenze ci porta alla scoperta dei suoi luoghi del cuore tra storia, gusto e natura
Ragini Gupta è la Console Generale degli Stati Uniti a Firenze da luglio 2020. Prima di entrare nel servizio diplomatico, ha lavorato come avvocato in grandi studi legali di New York. E’ anche madre di due figli adolescenti ed è felicemente sposata con un collega, Rohit Nepal. Ama moltissimo la città dove svolge, con competenza e sensibilità, il suo prestigioso incarico ma ha anche una passione autentica per le colline toscane, che si diverte a esplorare con la famiglia appena gli impegni diplomatici glielo consentono. Recentemente, con il marito e i ragazzi, hanno deciso di visitare il triangolo magico tra Pitigliano, Sovana e Sorano, e con incredibile slancio ha acconsentito a condividere le sue impressioni e i suoi appunti con i nostri lettori. Ecco il suo racconto.
“Da quando sono a Firenze, penso spesso al primo ambasciatore americano in Italia, George Marsh, che su incarico del presidente Lincoln visse a Firenze quando era Capitale d’Italia. Marsh, che amava la campagna, era un grande estimatore di boschi e antiche abbazie. Anch’io sono affascinata dalle bellezze naturali e ho desiderato spesso di essere nei suoi panni. Soprattutto durante il mio primo anno d’incarico quando, in pieno lockdown, dalle finestre del Consolato Americano affacciate sui Lungarni sognavo di ‘nuotare’ nel mare verde delle colline, a partire da quelle (meravigliose) che scorgevo davanti. Un sogno che si è avverato, dopo, in più di un’occasione tra cui l’indimenticabile viaggio di 4 giorni in Maremma con la mia famiglia.
La prima destinazione è stata Pitigliano, città costruita nella notte dei tempi su uno sperone di tufo. Famosa per la comunità ebraica che vi si stabilì nella seconda metà del Cinquecento, è nota anche per il suo clima di tolleranza e accoglienza. Il nostro albergo era nel cuore del centro storico, e dopo un buon pranzo al ristorante La Rocca siamo andati a visitare lo storico quartiere ebraico. Qui, il legame con gli Stati Uniti è racchiuso nella storia toccante di Italo Salomone Servi. Ancora adolescente, per scampare alla deportazione nei campi di concentramento, Italo fuggì negli Stati Uniti, dove si è costruito una vita di successo, ma con l’Italia sempre nel cuore. Nel 2021, dopo la sua morte, i suoi figli sono tornati a Pitigliano (luogo d’origine della famiglia) e hanno eretto un monumento in sua memoria.
Ovunque vada in Toscana, trovo incredibili legami con gli Stati Uniti, ma questa vicenda mi ha davvero commossa. Una commozione diversa ma di pari intensità mi ha pervasa il giorno seguente, quando abbiamo affrontato una delle famose Vie Cave: un’intensa passeggiata di circa 20.000 passi, ma ne è valsa la pena! Le Vie Cave sono fenditure nel tufo alte fino a 25 metri; percorsi spettacolari creati dagli Etruschi che solcano questo territorio fino all’Alto Lazio. Realizzati forse per nascondere le tombe agli occhi dei viandanti, o come semplici vie di comunicazione per il trasporto delle merci a dorso d’asino, ancora adesso sono spesso il collegamento più breve tra i borghi. Questo viaggio incredibile nel tempo e nello spazio ci ha portati a Sovana, considerato uno dei borghi più belli d’Italia, dopo aver attraversato i vigneti di Pitigliano DOC e meravigliandoci continuamente per gli incredibili paesaggi.
Il terzo giorno, ancora escursioni alle Vie Cave al mattino poi, via per un pranzo nella vicina Sorano dove ho provato per la prima volta la pasta fatta in casa con la farina di castagne e le lenticchie nere locali. Nel pomeriggio siamo andati a Montemerano in vista della cena Da Caino, il ristorante stellato della Chef Valeria Piccini. Un’esperienza! Era la prima volta che i miei figli si misuravano con un menu degustazione di 10 portate! Dopo aver passato la notte in un agriturismo immerso nei vigneti, con vista sugli uliveti e su Montemerano: quale modo migliore per concludere il nostro viaggio se non alle Terme di Saturnia? Un luogo di benessere paradisiaco con l’acqua calda di un raro turchese-pallido, quasi opalino che scende a cascata dalla collina.
Tra il relax delle terme e le passeggiate intorno al nostro agriturismo raccogliendo e mangiando uva fresca e melograni, leggendo in giardino, eravamo quasi arrivati alla fine della nostra breve vacanza. Ma prima di ripartire, siamo stati invitati dai Carabinieri locali a fare una degustazione di olio nuovo (squisito!), formaggi e distillati a casa di loro amici, che è terminata con zollette di zucchero imbevute di limoncello. Non c’è stato bisogno di pranzare quel giorno…”