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Patrizio cipollini intervista

virginia mammoli

14 Gennaio 2021

La nostra esclusiva intervista a Patrizio Cipollini

Il nostro ricordo al General Manager che ha fatto storia

In occasione dell'uscita del libro Patrizio Cipollini. L'arte dell'accoglienza ripubblichiamo una nostra intervista allo storico General Manager di Four Seasons Hotel Firenze, pubblicata nel nostro Firene Made in Tuscany Magazine.

La lobby del Four Seasons Hotel Firenze

Entrare al numero 99 di Borgo Pinti è sempre un’esperienza.

La bellezza del palazzo, gli arredi curati, l’accoglienza e l’atmosfera internazionale fanno di Four Seasons Hotel Firenze uno dei luoghi più magici della città.

Ci dirigiamo verso l’Atrium Bar per incontrare Patrizio Cipollini, General Manager dell’hotel, che come sempre è intento a far sì che tutto sia semplicemente perfetto. Tanto radicato nel suo territorio, quanto cosmopolita nella visione, questo maestro dell’ospitalità è la mente e il cuore dell’hotel che ha visto prendere vita sotto i propri occhi e dove tutto porta il suo tocco. Da buon padrone di casa, tra una disposizione e l’altra allo staff, non manca mai di salutare i suoi ospiti e porgere a tutti un sorriso cortese. Così ha fatto anche con noi, qui per farci raccontare un traguardo speciale, quello dei primi dieci anni dell’hotel. Un pezzo di storia importante non solo per una delle compagnie più prestigiose nel mondo dell’haute hôtellerie, ma anche per la città.

Atrium Bar & Lounge - Four Seasons Hotel Firenze

Cosa ha pensato quando è entrato per la prima volta nel Palazzo della Gherardesca?

Era il 1998 quando ho visitato per la prima volta la proprietà, su suggerimento di un nostro prezioso cliente del Four Seasons Hotel Milano, il dottor Luigi Orlando, allora presidente della SMI, Società Metallurgica Italiana, e proprietario del Palazzo Scala della Gherardesca. Quando entrai rimasi stupito e meravigliato dalla bellezza del Palazzo. Fu un tuffo nel pieno Rinascimento fiorentino, con un parco monumentale bellissimo, e intuii subito che sarebbe stato uno degli hotel più belli della nostra Compagnia. 

La cosa più complessa dei lavori di ristrutturazione?

Sicuramente il recupero di tutti gli affreschi è stato un lavoro delicato, ma la parte più difficile è stata quella di mantenere intatta la parte strutturale storica pur rendendola efficiente e funzionale come albergo.  

Cosa significa essere il General Manager di un albergo così prestigioso?

È una grossa responsabilità. Mi riferisco prima di tutto alle oltre 300 persone del nostro staff, ma non solo. Anche le classi dirigenti purtroppo non sembrano rendersene conto, il turismo è industria e la più importante per il nostro Paese, in particolare il turismo di qualità. Il nostro è un prodotto che non è tangibile ma è trainante per la nostra Italia. È uno dei core business su cui investire e lavorare avvalendosi di una programmazione territoriale e urbanistica ben articolata. Migliorare l’accessibilità e i servizi per una clientela sofisticata significa rendere più fruibile la città nell’intero arco dell’anno, limando lo scarto tra alta e bassa stagione e innescando un ciclo virtuoso con ripercussioni estremamente positive sulla città nel suo complesso. 

La Fondazione che porta il nome dell'ex direttore dell'hotel Four Seasons di Firenze ha pubblicato con Giunti "Patrizio Cipollini. L'arte dell'accoglienza"

Com’è cambiata Firenze anche grazie al contributo del Four Seasons Hotel?

Come dicevo il turismo di alta gamma è una spinta fondamentale per una destinazione. L’avevamo già sperimentato a Milano, dove abbiamo aperto il primo Four Seasons Hotel d’Italia. Era il 1993 e l’economia risentiva ancora molto della guerra del Golfo e dello scandalo di Tangentopoli, che ebbe il suo epicentro proprio a Milano. Eppure l’apertura entusiasmò talmente tanto i viaggiatori di upper class - fino a quel momento orfani di un albergo in città che rispecchiasse le proprie esigenze -  che nei sei mesi successi aumentammo le tariffe per ben tre volte. A quel punto anche gli altri hotel a cinque stelle si sono dovuti adeguare. L’immagine della città è migliorata enormemente, diventando a pieno titolo destinazione internazionale, non più solo per il business, ma per la moda, il design e l’arte, attirando così grandi investitori. A Firenze la situazione era un po’ diversa: innanzitutto è una meta turistica a 360 gradi per vocazione, d’altra parte, però, vive a ritmi completamente diversi rispetto a Milano, molto più lenti. Ciononostante, il fenomeno che si è verificato è stato molto simile. Quando siamo arrivati a Firenze gli alberghi di lusso non erano al pari degli standard della nostra Compagnia, perché il vero lusso è il servizio. Col tempo altri alberghi hanno iniziato a investire di più, apportando beneficio e lustro all’intera destinazione Firenze. Con l’obiettivo di promuovere nel mondo quello che succede in città e le sue eccellenze è quindi nato Firenze Yes Please, un progetto di collaborazione tra noi e altri dieci hotel esclusivi di Firenze, che vuole anche costituire una voce unica per spingere le istituzioni a investire in maniera più efficace sui mercati internazionali per attrarre un turismo di qualità.

Il riconoscimento che le ha dato più soddisfazione?

La stella Michelin del nostro Vito Mollica è stato un bellissimo traguardo, ma al di là dei riconoscimenti, ciò che ci appaga di più è l’altissima percentuale di soddisfazione che riceviamo dalla nostra clientela, che di anno in anno ritorna a trovarci con soggiorni sempre più lunghi, da vero resort. Abbiamo sia un sistema che consente agli ospiti di dialogare in tempo reale con il nostro staff ovunque si trovino e comunicare suggerimenti, richieste e eventuali lamentele così da agire immediatamente; sia un sistema tramite il quale possono dare un giudizio sui vari aspetti del soggiorno. Four Seasons Hotel Firenze è una delle strutture della Compagnia con il punteggio più alto. Un orgoglio non solo per l’albergo, ma anche per la nostra Italia.

Una magnifica vista del Giardino della Gherardesca

Chi sono i vostri ospiti abituali?

In generale, abbiamo oltre il 20% di clientela abituale. Vengono ogni anno e passano qui l’intera vacanza. Grazie al parco, alla piscina, ai due ristoranti e alla spa, il nostro più che un albergo è considerato un urban resort, con la comodità di avere Firenze a portata di mano e molte altre bellissime città a breve distanza. 

Sono molte le iniziative benefiche che avete promosso, primo fra tutti il vostro famoso Open day. 

Cerchiamo di essere vicini alla comunità di Firenze. L’Open day ormai è irrinunciabile. Ricordo che fin dalla prima volta stampammo le mappe del parco - con i suoi 4 ettari e mezzo, è il giardino privato più grande di Firenze dopo Boboli - e preparammo caldarroste, vin brulé, cioccolata calda... Ci aspettavamo non più di 600 persone. Dopo un’ora avevamo già finito tutto. Quel giorno entrarono 7.000 persone. Da lì l’idea di chiedere un piccolo contributo a ognuno per aiutare realtà in difficoltà. 

Four Seasons Hotel Firenze

Come celebrerete questi primi dieci anni? 

Avremo un weekend di festeggiamenti intorno al 15 giugno, che è poi il giorno esatto in cui compiamo 10 anni, tra fuochi d’artificio, spettacoli nel parco, e molte altre iniziative aperte alla città e non solo. Anche il nostro Open Day riserverà delle belle novità.

Il suo angolo preferito dell’albergo?

Se devo sceglierne uno, la nostra altana. È un posto bellissimo, difficile da scoprire, perché devi salire delle scalette del 1400 molto strette, ma quando arrivi in cima domini tutta Firenze.

E di Firenze? 

Palazzo Vecchio, custode del potere da oltre settecento anni.

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