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Trudie Styler e la sua compagna Celine Rattray hanno una società di produzione, la Maven Screen Media (ph. Jaime Travezan)

text Teresa Favi
photo cover Jaime Travezan

13 Giugno 2022

La nostra intervista a Trudie Styler

L'attrice e produttrice inglese ci racconta i suoi progetti e il grande amore per la Toscana

Prima di arrivare all’ingresso, dove ti avvolge l’abbraccio di un cortile fresco che ha conservato tutto il suo fascino antico, il paesaggio che si attraversa è tra i più belli che la campagna toscana possa regalare: distese di prati, colline, filari di cipressi, ruote di fieno mentre, a finestrini aperti, sfrecci davanti alla pizzeria del Farm Shop (aperta solo d’estate, è la novità dell’anno scorso) e allo spaccio della fattoria, dove le verdure dell’orto e le uova fresche (quelle dal guscio bianco delle galline del Valdarno, le più buone) fanno compagnia ai vini ormai famosi in tutto il mondo, ai vasetti di miele bio e alle eleganti bottiglie d’olio. «Con l’olio abbiamo preso Tre Foglie quest’anno dal Gambero Rosso, ne produciamo circa 6.000 bottiglie», gli occhi verde chiaro di Trudie Styler si allungano in un sorriso di soddisfazione. Mentre ci fa strada nella sua casa toscana, racconta: «Adoro questo cortile sul retro della casa, ceniamo sempre qui con la famiglia e quando abbiamo ospiti. Credo che il mio attaccamento a questo luogo della casa sia un ricordo legato all’infanzia quando mi sedevo sugli scalini della cucina con mia madre a sgranare i piselli e a pulire le fragole, quelle notti d’estate che non finiscono mai perché fa caldo e uno non ha mai voglia di andare a dormire. Ricordo quel momento come un momento molto felice della mia vita. Così quando io e Sting vedemmo questa casa lui mi disse: “Cosa ne pensi?”, io: “penso che dovremmo prenderla”, “Ne sei proprio sicura?” mi disse e gli io risposi: “Sono sicura perché potremmo regalare ai nostri figli e ai nostri amici estati che faranno sentire loro che niente può andare storto».

Trudie Styler, regista di mestiere e moglie del cantante/musicista Sting del celebre cantante/musicista Sting, vive in Toscana con tutta la famiglia dal 1999 nella tenuta del Palagio, vicino a Figline Valdarno (ph. Jaime Travezan)

Oltrepassiamo una grande cucina dove le governanti sono indaffarate fra tegami e bianche tovaglie di lino, sembra la scena di un film di Bernardo Bertolucci. Qualche gradino in pietra serena, passi felpati su un vecchio, bellissimo pavimento di cotto consumato dal tempo e ci sediamo al fresco di un giardino, un chiostro sopraffatto di verde e di piante disposte in ordine casuale e sublime. Trudie e Sting, vivono al Palagio, tra Firenze e Figline Valdarno, soprattutto d’estate: “Veniamo qui dal 1999, e ogni anno ad agosto, festeggiamo il nostro anniversario di matrimonio. Quest’anno il 20 agosto, sarà il trentesimo, anche se siamo insieme da molto più tempo”.

ritratto di Trudie e Sting al Palagio (ph. Jaime Travezan)

Perché avete scelto la Toscana?

Devo portarvi indietro, al 1989. Sting voleva registrare l’album The Soul Cages, ma stava affrontando un momento difficile. Aveva perso da poco tutti e due i genitori, sua madre a giugno e suo padre a novembre, a causa del cancro; erano ancora molto giovani, sua madre 54 anni e suo padre 60… Era stato uno shock. Riversava il suo dolore nella musica scrivendo canzoni, ma non voleva registrarle in Inghilterra: cercava un posto dove far evaporare la perdita dei genitori. Io, invece, ero in attesa di nostra figlia Eliot, insomma, stavo aspettando una nuova vita. Un momento dolce-amaro, molto delicato. Gli proposi: “Perché non andiamo in Italia”. Sting mi disse: “E’ importante dove andremo, ti sentirai tranquilla ad avere il bambino in Italia?”. “In nessun altro Paese i bambini sono benvenuti come in Italia, ovunque, persino nei ristoranti” gli risposi “quindi è lì che vorrei andare!”. Così, decidemmo per l’Italia. Sul luogo da scegliere, lui mi lasciò campo libero: “Decidi tu, devi sentirti tranquilla con l’ospedale e i dottori”. Così chiesi aiuto alla mia amica, Simonetta Brandolini, che ci propose un intero pacchetto: casa per 12 settimane nella tenuta della famiglia Salviati a Migliarino, vicino a Pisa, e uno studio di registrazione mobile. Quando visitai la clinica di San Rossore, a venti minuti da lì, dissi: “E’ qui che avrò il bambino e questa è la casa che affitteremo”. Simonetta mi presentò a Oliva Salviati e alla sua famiglia. Non immaginate quanto siano stati tutti gentili, in quel momento così fragile per noi... Il 30 luglio 1990 è nata Eliot e nel giro di due ore sono tornata a casa. Ecco, se per me la Toscana è un luogo dall’anima paradisiaca, capite perché. E capite anche perché ci siamo messi alla ricerca di un posto tutto nostro, da acquistare, anche se ci è voluto un po’ di tempo fino a quando non abbiamo trovato il Palagio.

Vista aerea della tenuta a Figline Valdarno (ph. Allan Pollok-Morris)vista della piscina dalla casa (ph. Allan Pollok-Morris)

Dite spesso che la vostra casa è qui, ma avete anche altre proprietà in Inghilterra e negli Stati Uniti…

Penso che una persona che dona musica alla gente nel mondo debba vivere in più posti, ma venire qui è sempre un momento di decompressione che va oltre il semplice svago. Possiamo stare con le persone che amiamo, quelle che consideriamo i veri amici per la vita.

Quanti vini producete?

Produciamo Sister Moon, il nostro Supertuscan di punta, When We Dance, stiamo facendo un nuovo Chianti Riserva che si chiamerà La Regista. Poi abbiamo Message in a Bottle, un vino da tavola. Abbiamo anche un meraviglioso rosato fatto con uve Sangiovese. L’abbiamo chiamato New Day per salutare l’arrivo di un nuovo enologo, Riccardo Cotarella. Riccardo Cotarella è diventato il nostro enologo due anni e mezzo fa e lo adoriamo, è magnifico. è un maestro eccezionale, uno talento straordinario. 

Altre attività agricole della tenuta?

Oltre ai vigneti, alla cantina e all’olio, facciamo diversi tipi di miele. Adoro il miele! Il mio preferito è di acacia, ma facciamo anche quelli di castagno, millefiori, erica, ciliegia, lavanda in piccole quantità ma è meraviglioso. In più, affittiamo la nostra tenuta per occasioni speciali come ricevimenti, matrimoni, compleanni e altre occasioni speciali.

Il Palagio, vigna (ph. Allan Pollok-Morris)Ritratto di Trudie e Sting al Palagio (ph. Jaime Travezan)

Il suo mondo va anche oltre tutto questo, non è vero?

Il mio lavoro non è produrre vino, ma è produrre film, faccio la film maker. Io e la mia socia, Celine Rattray, abbiamo una casa di produzione, la Maven Screen Media. Abbiamo appena lanciato il film Infinite Storm con Naomi Watts. Durante il lockdown non eravamo capaci di produrre nel modo convenzionale, bisognava essere più creative e ci siamo dette: “Cosa faranno adesso tutti questi registi e attori?”. Nessuno di noi poteva lavorare nel 2020. Così abbiamo coinvolto uno dei nostri investitori che ama il cinema. Abbiamo raccolto una somma considerevole e contattato grandi attori con cui avevamo lavorato in passato, come Julianne Moore e Rosie Perez (la grande attrice sudamericana). Anche nostra figlia, Mickey Sumner, ha girato un corto su come Siri controlli ormai la sua vita!  L’intera serie di 13 corti è già in streaming negli Stati Uniti. Poi lo scorso inverno ho girato un documentario su Napoli, prodotto da Luciano Stella, produttore anche del film di Martone presentato a Cannes, Nostalgia, con Pierfrancesco Favino. Ho lavorato molto al Rione Sanità dove c’è stata una grande rinascita della zona grazie a un uomo straordinario, Don Antonio, che lavora per tenere i ragazzi lontani dalla camorra. Organizza attività incredibili per loro, tra cui: pugilato, teatro, c’è anche un’orchestra fantastica di 125 elementi, si esercitano 6 giorni alla settimana. Ha fatto un grande lavoro… Sono ancora alla fase di montaggio di questo film ma ho adorato questo progetto e mi sono innamorata di una nuova regione italiana da quando ho conosciuto Napoli e i napoletani.

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