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galantina firenze palazzo strozzi

Francesca Lombardi

1 Giugno 2020

La nuova era della cultura raccontata da Arturo Galansino

Il giorno della riapertura di Palazzo Strozzi le riflessioni del Direttore in esclusiva per noi

Vi abbiamo raccontato la riapertura di Palazzo Strozzi e la sua Rinascita che comincia oggi e continuerà per tutto il 2021. Nella esclusiva intervista a Arturo Galansino, Direttore della Fondazione Palazzo Strozzi, abbiamo parlato di rivoluzione digitale, del futuro del Palazzo e della città, di come la pandemia ha cambiato il mondo dell’arte. Uno sguardo lucido e ottimista su quello che stiamo vivendo e su cosa possiamo/ dobbiamo cambiare. 

Arturo Galansino, Direttore della Fondazione Palazzo Strozzi

Il Covid-19 ci ha portato verso un nuovo corso, in cui viviamo un'emergenza sociale ed economica, grandi cambiamenti nel quotidiano, ma anche una riscoperta dei valori umani. Come vede questo nuovo mondo che si sta affacciando? Quali sono i cambiamenti più importanti che sta percependo? 

Per quanto riguarda il mondo dell’arte, la pandemia ha cambiato le carte in tavola in modo drastico: dopo la fiera di Maastricht di marzo, sono stati immediatamente annullati i più grandi eventi di tutto l’anno. Quindi il 2020 è un anno in cui si è perso e si perderà indubbiamente tantissimo, dal punto di vista culturale ma anche economico. E’ stato bello vedere come tutte le istituzioni del mondo dell’arte, pubbliche ma anche private, quindi musei, gallerie, gli stessi artisti si sono mobilitati per non sparire: un bel segno di energia, di resilienza o anche semplicemente di desiderio di conservare il proprio ruolo, soprattutto attraverso le iniziative online.  Certamente – e lo dico consapevole che Palazzo Strozzi ha da tempo investito su questo canale di comunicazione e durante il lockdown la nostra iniziativa digitale In contatto è stata definita come una delle migliori – l’online non può essere sostitutivo dell’esperienza fisica. Grazie al digitale si può arrivare davanti all’opera d’arte più preparati, ma non farne a meno. Quindi, pur con tutte le precauzioni del caso, sono molto felice che Palazzo Strozzi oggi abbia riaperto le sue porte a pubblico, anche se idealmente non le ha mai chiuse, lasciando durante tutto il lockdown libero accesso alla grande installazione di Tomás Saraceno, simbolo di speranza. L’arte nasce per essere vissuta in maniera diretta, senza filtri e senza essere mediata dalla tecnologia. Ritornando a cosa cambierà: certamente questa accelerazione che abbiamo visto dal punto di vista della comunicazione web ha svecchiato molto il sistema, soprattutto in Italia. Dall’altra parte abbiamo capito che anche l’arte fa parte di un sistema che stava collassando: eventi da una parte all’altra della Terra, mostre, fiere in un rincorrersi di appuntamenti senza soluzione di continuità, presenzialismo, ritmi forsennati avevano creato una routine insostenibile dal punto di vista ecologico e economico. In futuro dovremo essere più responsabili.

Un'opera di Saraceno all'interno di Palazzo Strozzi

Se questo è il presente, come sarà il futuro prossimo? Pensiamo soprattutto agli scenari dell’autunno 

L’autunno di Palazzo Strozzi sarà dedicato a Saraceno: abbiamo appena fatto in tempo a inaugurare la mostra e siamo stati costretti a chiudere dopo pochi giorni. E’ una mostra di grande attualità – oggi ancora di più – e sono felice che il pubblico possa condividere le riflessioni e le visioni dell’artista. Per il dopo abbiamo messo due punti fermi importantissimi: in primavera 2021 con la mostra American Art 1961- 2001, un percorso da Warhol e la Pop Art fino a Matthew Barney; in autunno con la retrospettiva dedicata a Jeff Koons. Non è stato facile mantenere e rinnovare la programmazione perché abbiamo dovuto coordinarci con molte grandi istituzioni museali in tutto il mondo, che hanno avuto problemi di calendario analoghi ai nostri, ma ce l’abbiamo fatta. Ci sono molti fattori in gioco ancora da valutare tra i quali l’andamento dei contagi e la capacità di adattarsi alle nuove misure di sicurezza, ma Palazzo Strozzi deve mantenere il suo ruolo centrale nella vita culturale e economica della città. Con le nostre mostre ci rivolgiamo e attraiamo un turismo di qualità, che coinvolge un grande indotto, che è per il 70% pubblico nazionale. Quindi un programma ambizioso che sarà centrale per far ripartire Firenze in questo momento. 

Palazzo Strozzi, Firenze

Palazzo Strozzi continuerà il rapporto diretto con gli artisti sperimentato con la piattaforma In Contatto?

Il lavoro fatto non può e non deve essere perso, quindi continueremo a investire sul digitale. Ma In contatto è stato il frutto del legame speciale che Palazzo Strozzi riesce a instaurare con il nostro pubblico e con i nostri artisti in occasione delle mostre: il nostro Palazzo è unico, ma lo è anche il nostro modo di lavorare che lascia piena libertà di esprimersi agli artisti e offre una esperienza di visita unica al nostro pubblico. Quindi dovremo muoverci su un duplice binario, perché non si può prescindere dalla esperienza diretta con gli artisti e tra gli artisti e il pubblico. E’ un procedimento che alimenta anche tutto il resto.   Una visione più a lungo raggio: quali sono le difficoltà e le opportunità che vede per quanto riguarda la cultura nei prossimi anni.

L'artista Tomas Saraceno

È ancora presto per dirlo. Per parlare di vera Rinascita dobbiamo aspettare il 2021, per una sorta di normalità forse il 2022.  In questo nuovo scenario i musei dovranno saper giocare una partita a 360°: portare i contenuti, essere parte di politiche più ampie e ad alto grado di sostenibilità, rilanciare l’economia. I musei che si sottraggono a questa sfida anche pratica rischiano di rimanere fuori dal cambiamento in atto

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In questo articolo abbiamo parlato di Palazzo Strozzi

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