Le isole segrete dell'Arcipelago Toscano
Gorgona, Montecristo e Pianosa. Inaccessibili ma non del tutto, scopri come visitarle e innamorarsene a prima vista
Secondo la leggenda, Venere nuotava nelle limpide acque blu del Mediterraneo al largo della costa toscana quando perse sette perle dalla sua collana. Queste perle diventarono le sette isole dell’Arcipelago Toscano, rocce che affiorano dal mare conosciute sin dall’antichità. Elba, Giglio, Capraia e Giannutri sono assai frequentate dai vacanzieri, ma quanti turisti riescono a raggiungere Gorgona, Pianosa e Montecristo, le tre più piccole e remote isole del gruppo? La risposta è pochissimi perché il numero dei visitatori di questi affascinanti paradisi naturali, ora protetti in quanto parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano (il più grande parco marino d’Europa), è rigorosamente controllato.
La relativa mancanza di presenza umana ha fatto sì che la flora e fauna marina delle isole, ognuna delle quali è unica, rimanessero pressoché intatte. Qui si può trovare uno dei più belli e popolati habitat marini del Mediterraneo le cui profondità rocciose offrono rifugio a spigole, aragoste, murene e polpi che si nascondono tra le spugne e i preziosi coralli e non è raro vedere banchi di delfini solcare il mare.
E’ per preservare tutto questo che le barche private devono tenersi a distanza e fare immersioni o pescare è vietato vicino alla costa. Chi è così fortunato da approdare su una di queste perle incontaminate, sarà colpito da due cose. Prima di tutto, dal profondo silenzio interrotto solo dal rumore del mare, del vento e dai versi dei gabbiani e, in secondo luogo, dal profumo della macchia mediterranea, un inebriante mix di mirto, ginepro, rosmarino, ginestra, leccio e terra bruciata che sprigiona dalle isole e che è particolarmente forte sotto il sole estivo.
Gorgona
La più settentrionale (e più piccola) isola dell’arcipelago dista 37 km dalla costa di Livorno. Si spinge fino a 225 metri sul livello del mare e da lontano sembra una piramide schiacciata. E’un luogo bellissimo e selvaggio, il suo terreno roccioso è quasi interamente coperto di macchia mediterranea che offre riparo a conigli selvatici, uccelli marini e oltre 400 specie di flora e fauna.
L’isola ha origini antiche. Gli etruschi e romani certamente vi passarono e, nel Medioevo, monaci benedettini e cistercensi vi fondarono un monastero. I pisani vi costruirono la “Torre Vecchia”, situata in cima a una roccia a 200 metri sul livello del mare, nel XII secolo, e nel 1600 il Granduca di Toscana ordinò la costruzione della "Torre Nuova" che fu successivamente usata come prigione. L’isola fu dichiarata colonia penale nel 1869.
Oggi la popolazione di Gorgona è composta da 300 abitanti, perlopiù detenuti che vivono in una prigione aperta e lavorano la terra sia per nutrirsi sia per mantenere l’isola nel suo stato originario.
La visita dell'isola, è consentita in genere ogni martedì dei mesi estivi a piccoli gruppi che vengono prelevati da una motovedetta o dal traghetto in servizio tra Livorno, Capraia e l' Elba. Il tour, a cura della Cooperativa del Parco Naturale, tocca i punti più suggestivi delle coste, tra cui Cala Scirocco e Cala Martina. La Cooperativa Parco Naturale "Isola di Gorgona", è la sola autorizzata dal Ministero di Grazia e Giustizia. La LIPU fa capo a questa cooperativa per organizzare le proprie escursioni a Gorgona. Almeno quindici giorni prima del viaggio è necessario comunicare alla Direzione del Carcere gli estremi di un documento di identità di ogni visitatore. Sarà compito della LIPU farsi carico di questa formalità, richiedendo ai partecipanti i dati necessari che verranno trasmessi a chi di competenza.
Montecristo
Grazie al romanzo di Alexandre Dumas, Il Conte di Montecristo, il nome della più selvaggia e meridionale isola dell’arcipelago evoca avventura e vita romanzesca. Misteriosa, magica e bellissima, a 40 km a sud dell’Elba, Montecristo è costituita da un’imponente massa di granito coperta di lecci con il Monte Fortezza che si eleva a 645 metri. La costa frastagliata e rocciosa nasconde profonde insenature; a metà costa si trovano le rovine di un monastero benedettino dedicato a San Mamiliano che si rifugiò nell’isola per sfuggire ai suoi persecutori. Visse in una grotta (la grotta del Santo) dove, si dice, uccise un drago. Secondo la leggenda, nel XV secolo pirati vi nascosero il loro tesoro. Nessun tesoro è mai stato trovato, ma ispirò il famoso romanzo di Dumas.
Nel 1852 George Watson Taylor, un ricco signore inglese, comprò l’isola e costruì a Cala Maestra, unavilla con lussureggiante giardino che fu poi usata come casino di caccia da Vittorio Emanuele III. Gli unici abitanti sono il guardiano e la sua famiglia. Oltre ad alcune guardie forestali che assicurano il rispetto dell’habitat e delle rigide norme di salvaguardia.
Tra gli insoliti esemplari di flora e fauna dell’isola la famosa capra selvatica, uno splendido animaleprovvisto di corna simile allo stambecco che si ritiene sia stato portato da antichi naviganti greci. Vi sono anche vipere, conigli selvatici e una grande varietà di uccelli, inclusi i falchi pellegrini e pescatori. L’isola è circondata da profonde acque scure che ospitano un’incredibile vita marina; specie rare includono la foca monaca e il prezioso corallo rosso. Montecristo è circondato dal parco marino che protegge i fondali e la vita subacquea per 500 metri dalla costa. In barca, avvicinarsi, approdare o ancorarsi è vietato.
Visitarla è difficile. Sono permesse solo visite guidate a Montecristo con un limite imposto di visitatori durante l'anno, a gruppi ristretti di persone che vengono guidati attraverso i due percorsi didattici da personale forestale. La priorità è data a coloro che vi si recano per motivi di studio o ricerca (Università, CNR). Per informazioni chiamare il Corpo Forestale dello Stato – Ufficio territoriale per la biodiversità di Follonica (GR), al numero Telefonico 0566 40019 oppure, visitare il sito del Corpo Forestale dello Stato.
Pianosa
Il nome deriva dal latino “Planasia” e, senza dubbio, Pianosa è piatta come un tavolo da biliardo: solo 29 metri dal mare nel suo punto più alto. E’ ricoperta di macchia mediterranea interrotta solo da ulivi, cactus giganti e agave e circondata da acque cristalline. La sua storia di luogo d’esilio le ha lasciato una reputazione piuttosto sinistra, ma oggi è accessibile al pubblico.
Come Gorgona, la storia di Pianosa risale all’antichità. Fu un importante insediamento romano; Postumo Agrippa vi fu esiliato dal nonno, l’Imperatore Augusto (i resti della villa sono visibili a Cala Giovanni sulla costa orientale) e importanti catacombe furono costruite tra il III e V secolo a.C. L’isola fu poi abitata dai pisani nel XIV secolo e Napoleone vi costruì il piccolo forte che si affaccia sul grazioso porticciolo. Nel 1858 vi fu fondata una colonia penale. Sandro Pertini (futuro Presidente della Repubblica ) fu imprigionato qui negli anni Trenta e, durante la faida mafiosa dei primi anni Novanta, l’isola fu trasformata in una prigione di massima sicurezza per mafiosi e terroristi. L’ultimo detenuto fu trasferito nel 1997 e Pianosa è tornata tra le mani di madre natura a cui appartiene.
Oggi i visitatori rimarranno colpiti dal silenzio, dai colori intensi, dalle curiose formazioni rocciose, dai fiori selvatici, dalle limpide acque verdi e dal sole cocente poiché a Pianosa vi è molta poca ombra naturale. Per contro, vi sono siti costruiti dall’uomo: l’inaccessibile ma sinistramente deserta prigione, l’alto muro costruito nel 1978 per separare il carcere dall’isola dei liberi, le rovine della villa di Agrippa e le catacombe.
L'isola è interamente compresa nel Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano. A partire dal due giugno la compagnia Aquavision effettua spostamenti giornalieri (http://www.aquavision.it) I traghetti Toremar (ph. 081.0171998 - www.toremar.it) effettuano collegamenti tra Piombino e Pianosa il martedì. Dall’Elbasi può andare dalla mattina alla sera in gruppi autorizzati (Madrugada Travel - Marina di Campo . ph. 0565.977150). Sull’isola è permesso nuotare solo a Cala Giovanna vicino al porto. L’isola può essere esplorata a piedi (esclusivamente nei sentieri tracciati) o con mountain bike.