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23 Aprile 2021

Sophia Loren da Oscar. La nostra inedita intervista all'attrice più amata di sempre

Protagonista del toccante film di suo figlio, Edoardo Ponti “La vita davanti a sé” per cui Laura Pausini ha ricevuto la nomination per “Io sì - Seen”

A 60 anni dal ruolo nella Ciociara, che le fece vincere un Oscar come migliore attrice in un film straniero, e a 30 dall'Oscar alla carriera, Sophia Loren aggiunge un nuovo riconoscimento ai tanti accumulati nella sua lunga esperienza nel mondo del cinema. Il 25 settembre l'attrice italiana ha ricevuto il primo Visionary Award del nuovo Museo dell'Academy: un onore riservato a «un artista o uno studioso la cui opera ha fatto fare progressi all'arte del cinema».

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Ma non finisce qui, la nostra Sofia è la protagonista del toccante film di suo figlio, Edoardo Ponti “La vita davanti a sé” per cui la grande cantante Laura Pausini ha ricevuto la nomination per “Io sì - Seen”, il brano da lei composto con Diane Warren e Niccolò Agliardi.

Laura pausini e sofia loren

Ripubblichiamo l'inedita intervista all'attrice a cura di Giovanni Bogani, comparsa nel nostro Capri Magazine, prima di girare il suo ultimo film.

Sophia Loren. Una delle più grandi leggende dello schermo di tutti i tempi. Ha ricevuto una proposta di matrimonio – rifiutata – da Cary Grant. Ha vinto un Oscar, un Golden Globe, un Oscar alla carriera, il premio come migliore attrice a Cannes, la coppa Volpi a Venezia, un Leone d’oro alla carriera, un Orso d’oro alla carriera, sei David di Donatello, due Nastri d’argento. Nel Guinness dei primati è l’attrice italiana più premiata nel mondo. Eppure, per lei, l’universo intero non vale uno sguardo ai vicoli della sua Napoli. 

E’ tornata lì, in quei vicoli, nel quartiere popolare di Santa Lucia, per girare un film diretto dal figlio, Edoardo Ponti. Tre giorni di riprese, e poi una visita, personale, commossa, ai luoghi della sua infanzia. “Sono andata a vedere la strada dove sono cresciuta, a Pozzuoli, in via Solfatara”, confessa. “Sono tornati in me tanti ricordi, e mi sono commossa”.  Il film è una trascrizione della Voce umana di Jean Cocteau in dialetto napoletano. Tutti gli esterni sono stati girati a Napoli. A Palazzo Reale, nel rione Sanità, e appunto a Santa Lucia. “E’ la Napoli degli anni Cinquanta, che ho conosciuto nella mia adolescenza, prima di partire per inseguire il sogno del cinema”, dice Sofia.

La Ciociara

Signora Loren, di che cosa parla il film?

Di una donna che si batte per amore. In una camera da letto, Angela è al telefono con il suo amore che l’ha lasciata, e che schiva le sue domande. E’ una storia che avevo in mente di fare da quando avevo visto il film con Anna Magnani. Lo scrittore Erri De Luca ha tradotto le parole di Cocteau in dialetto napoletano, conservandone la musicalità. Ci tenevo a recitarlo in napoletano, una lingua viscerale. 

Il cast tecnico è straordinario…

Sì: alla fotografia c’è Rodrigo Prieto, che ha diretto la fotografia di Argo, il film che ha trionfato agli Oscar, e le scenografie sono di Maurizio Sabatini, premio David di Donatello. I costumi sono di un fuoriclasse napoletano, Mariano Tufano.

Quando sarà presentato il film?

In autunno, al Teatro San Carlo di Napoli, e a Parigi per i cinquant’anni della morte di Cocteau. 

Marcello Mastroianni, Sophia Loren mariage-a-l-italienne-1964

Aveva quattordici anni quando Anna Magnani portò sullo schermo La voce umana, diretta da Rossellini. Perché ha scelto di affrontare questo testo? 

Perché proprio quella interpretazione è stata uno dei motivi che mi hanno spinto a diventare attrice. Il ruolo di Angela è un sogno che coltivavo da quarant’anni.

Chi è il personaggio di Angela?

E’ una donna che soffre per amore. In quel personaggio c’è tutta la mia vita. Per interpretare questo ruolo, ho studiato per più di un mese!. 

Signora Loren, ma è vero che ha ancora paura ad affrontare un teatro, un pubblico?

Certo! Io sono arrivata nel mondo del cinema da un piccolo paesino vicino a Napoli. Non conoscevo nessuno, non appartenevo a questo mondo. E davvero, io ho sempre paura di non essere all’altezza. Il colpo d’occhio di un teatro mi fa tremare le ginocchia, ancora adesso…. 

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Davvero è ancora timida?

Mi dico sempre: ‘Sofia, smettila! Hai fatto tante cose, nella vita. Non puoi agitarti sempre! E invece niente: sono sempre emozionata. Sembro spavalda, ma sono una persona molto timida. 

Arriviamo alla sera dell’Oscar a Roberto Benigni. Il suo grido, “Robertoooooooo!”, è rimasto nella storia. L’aveva preparata così?

No, io faccio tutto d’istinto. Cerco di pensare prima a quello che devo fare, ma non ci riesco quasi mai. L’esitazione che avevo avuto un secondo prima era dovuto al fatto che non avevo gli occhiali. Il grido ‘Robertooooo!’ era un grido di sollievo, quando ho visto nella busta il nome Benigni scritto in grande. 

Negli anni si è parlato moltissimo della sua rivalità con Gina Lollobrigida. Com’è andata veramente?

Semplice. Non c’è mai stata rivalità, da parte mia.

C’è qualche cosa, guardando tutta la sua carriera, che non rifarebbe?

No. Rifarei tutto. Lasciai la scuola, Pozzuoli, con molta paura. Mia madre mi disse: dai, vedrai che ce la farai. Avrai ruoli da protagonista, a Roma, nel cinema. Alla fine, aveva ragione.

Mai avuto voglia di tornare indietro?

Mille volte. Di ritrovare la famiglia, le zie, Pozzuoli. Paura di non farcela. Ho insistito. E se non ci fosse stata mia madre a incoraggiarmi, non so se ce l’avrei fatta.

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