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15 Luglio 2015

The Language of Flowers al Gucci Museo di Firenze

Settima mostra della Pinault Collection in scena fino al 20 settembre

The Language of Flowers, apparentemente è un deciso omaggio a uno dei motivi iconici del mondo Gucci, Flora. Ma questa è solo l’apparenza.

Settima mostra della Pinault Collection al Gucci Museo, curata da Martin Bethenod, direttore di Palazzo Grassi e Punta della Dogana, la mostra – visibile fino al 20 settembre - riunisce le opere di 4 artisti, realizzate tra il 1967 e il 2012, che utilizzano il tema dei fiori.

Il soggetto però è molto più complesso di quanto possa sembrare : oltre la potente seduzione visiva, tutte le opere evocano un messaggio di grande fragilità e ambiguità, che si tinge talvolta anche di una forte connotazione sensuale. I temi che affiorano sono quelli della memoria, della vanità, della politica, del valore dell’arte.

Nelle sue due opere in mostra - Calendula (Marigold) e Phlox New Hybrid (with Dahlia Redskin) entrambe del 2010 Valérie Belin, fotografa francese nata nel 1964, abbina volti femminili e motivi floreali che raccontano l’ambiguità tra reale e virtuale, presenza e assenza, seduzione e freddezza.

Einder, 2007-2008, di Marlene Dumas è una composizione floreale che fluttua su un mare blu notte. Dietro la sua bellezza e la delicatezza dei colori, il messaggio in realtà evoca dolore e lutto: i fiori dell’opera sono quelli sulla bara della madre dell’artista, scomparsa poco tempo prima.

Fantôme (Jasmin) di Latifa Echakhch è una scultura in cui i fiori diventano metafora politica.

II due dittici del grande fotografo americano Irving Penn (1917-2009), Cottage Tulip, Sorbet, New York, 1967 e Single Oriental Poppy, 1968, sono realizzati secondo il principio dell’associazione di un’immagine in bianco e nero e della stessa immagine a colori e mostrano entrambi, per il classicismo della composizione e per la meticolosa attenzione alla stampa le dimensioni di totale controllo formale, di ricerca della perfezione assoluta e, al contempo, la consapevolezza dello scorrere del tempo e della vanità delle cose che segnano così profondamente l’opera di questo maestro della fotografia.

Una mostra quindi con una duplice dimensione: da un lato il fascino dei colori, le forme accattivanti, l seduzione dei soggetti. Dall’altro il messaggio – quasi un monito - che esprime la caducità della bellezza e della perfezione proprio attraverso l’immagine dei fiori. 

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