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Palazzo Pitti

Più che un palazzo è stato sempre una reggia. Costruito da Luca Fancelli, secondo Vasari, su progetto di Filippo Brunelleschi per il ricco e prolifico mercante Luca Pitti, non verrà completato perché Luca viene ridotto in povertà per aver ordito una congiura contro Piero il Gottoso dei Medici. Bisognerà attendere quindi Eleonora di Toledo che, un’ottantina di anni più tardi, decide di acquistare il palazzo più che altro per il giardino. I primi interventi saranno infatti a Boboli. E quando Niccolò Ammannati, nel 1561, costruisce i bracci laterali verso l’interno e il cortile, Eleonora - che muore l’anno seguente, non riuscirà a gustarsi i giochi sull’acqua che il geniale architetto manierista rende possibili, trasformando all’occorrenza il cortile in un vero e proprio lago. Famosa sarà la naumachia giocata con barche vere in occasione delle nozze di Ferdinando I con Cristina di Lorena. Sarà infatti col secondogenito di Cosimo I che il palazzo verrà stabilmente abitato dai Granduchi, mentre fino ad allora era usato piuttosto come hotel di lusso per ospiti illustri. La coppia occupa l’ala sinistra del piano nobile, mentre i figli, compresa la primogenita del fratello, la futura regina di Francia Maria, vivono al secondo piano. Ma sarà con Cosimo II, che muore a 31 anni ma non prima di aver messo al mondo otto figli, che si renderà necessario ampliare il palazzo. Saranno Giulio e poi Alfonso Parigi ad allargare la facciata portando le finestre da 7 a 23. Mentre i rondò saranno costruiti dai Lorena. Ognuno di loro lascerà oggetti preziosi e stanze finemente affrescate. Pitti oggi li racchiude in buona parte. Sei sono infatti i musei: dalle quadrerie tardo rinascimentali e moderne, gli argenti, gli avori, i preziosi gioielli, fino alla collezione di porcellane e la più fornita galleria del costume d’Italia. A questi entro due anni si aggiungerà il Museo delle carrozze - ora in riallestimento - dedicato alle carrozze delle corti dei Lorena e dei Savoia. Pitti merita una visita anche solo per le sue pareti affrescate da artisti quali Pietro da Cortona e Giovanni da San Giovanni e i quadraturisti emiliani.

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