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May 6, 2019

Giardino di Boboli: la mostra di Tony Cragg

Dal 5 maggio al 27 ottobre sedici opere monumentali dell’artista inglese saranno visibili al pubblico nei luoghi più suggestivi del Giardino di Boboli

Una nuova mostra a Firenze, ad ospitarla il giardino di Boboli dal 5 maggio al 27 ottobre. Geysers di acciaio brillante si stagliano contro il cielo di Firenze, dalla ghiaia e tra le siepi spuntano stalagmiti di bronzo di apparenza preistorica e giganteschi fiori di resina, steli colossali e candidissimi, eruzioni collinari e forme ellittiche, intrecci colossali di immaginarie foreste fossili, colate di metallo che sussultano, si torcono e si ripiegano, colte nell’ultima fase molle prima di rapprendersi: le sculture monumentali di Tony Cragg propongono un dialogo inaspettato, tra associazioni e dissonanze, con l’ordinata natura del Giardino di Boboli e con il panorama della città, tra il loro tessuto storico stratificatissimo, fragile e organizzato e la forza primordiale della materia scultorea. 

La mostra Tony Cragg a Boboli presenta sedici opere del maestro inglese, uno dei più noti e acclamati esponenti della scultura contemporanea, disseminate nei luoghi più suggestivi del giardino, per raccontare gli ultimi venti anni del lavoro dell’artista, dal 1997 ad oggi. 

Con la loro imponente ma poetica presenza esse accompagnano il visitatore in un percorso tra stupore e conoscenza, che fornisce una nuova chiave interpretativa non solo delle sculture stesse, ma anche dello spazio che le ospita. È come se le inaspettate presenze plastiche che ora spuntano d’un tratto negli spiazzi e sui prati del Giardino di Boboli – nei pressi della Grotta del Buontalenti, nell’Anfinteatro, di fronte alla Palazzina della Meridiana e via dicendo – rivelassero d’un tratto l’energia e l’insopprimibile forza sotterranea di queste colline, di questi scorci familiari e confortanti, ordinati da architetti e giardinieri nel corso dei secoli. Ma ecco, con le sculture di Cragg, che la Materia si affianca alla Storia, spiazzandoci. Il ruolo che Tony Cragg attribuisce alla scultura è proprio questo: partendo da un’incessante e inquieta esplorazione della materia e della sua relazione con l’ambiente che ci circonda, emergono nuovi significati, sogni e linguaggi.

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