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FENDI Factory for leathergoods Capannuccia, Tuscany ©Andrea Ferrari

text Marta Innocenti Ciulli photo Andrea Ferrari

12 Giugno 2023

Fendi Factory, il nuovo polo della moda a Bagno a Ripoli

In occasione di Pitti Uomo 104 ospita una super sfilata della Maison

Da pochi mesi nella campagna toscana è attivo un nuovo polo di eccellenza produttiva. Si tratta della Fendi Factory, un complesso sviluppato su una superficie di otto ettari dove lo stabile occupa un’area di 30.000 metri quadrati in località Capannuccia, distretto di Bagno a Ripoli vicino a Firenze. In passato ospitava la storica Fornace Brunelleschi. Da non credere ai propri occhi: il complesso è una perfetta cooperazione tra architettura e ambiente, è un tutt’uno con il paesaggio che lo ospita, quasi scompare. Il merito va allo studio di architettura Piuarch di Milano che ne ha curato il concetto iniziale poi proseguito, sviluppato e coordinato dal Dipartimento di Architettura di Fendi.

FENDI Factory for leathergoods Capannuccia, Tuscany ©Andrea Ferrari

L’originalità sta nelle strutture che presentano confini sfumati tra spazi interni ed esterni. Tutto su un unico livello principale che ospita la produzione, i laboratori, gli uffici e i servizi, un piano interrato per il parcheggio e un primo piano per la mensa, che si affaccia direttamente sul giardino pensile. Lo stabilimento è circondato da sette ettari di verde trattati con la massima cura. All’interno nove cortili vetrati con differenti scenari vegetali tutti rubati alla macchia mediterranea: fichi, lecci, melograni, acacie, corbezzoli illuminano gli spazi interni rafforzando il legame tra paesaggio e luoghi di lavoro, per offrire anche ai dipendenti un luogo giovevole e altamente healthy. A conferma della reale fusione della struttura con l’ambiente sono stati scelti materiali che abbinano il vetro a un mix naturale di terra e cemento in una tonalità che riflette le sfumature di colore tipiche delle colline toscane. Insomma un investimento di quasi 50 milioni di euro, (il più alto del colosso LVMH in Italia sul fronte manifatturiero), per la sede produttiva toscana del luxury brand Fendi, che ha invece il suo quartier generale nel Palazzo della Civiltà Italiana, chiamato anche Civiltà del Lavoro, edificio monumentale risalente agli anni ’30, nel quartiere EUR di Roma. Fendi Factory è oggi il cuore pulsante della maison Fendi, il luogo di creazione, sviluppo, innovazione, formazione artigianale e produzione uniti tutti sotto lo stesso tetto dell’area fiorentina.

FENDI Factory for leathergoods Capannuccia, Tuscany ©Andrea FerrariFENDI Factory for leathergoods Capannuccia, Tuscany ©Andrea Ferrari

Quindi la decisione straordinaria della presenza di Fendi nel calendario di Pitti Uomo, edizione in corso, e della sfilata della collezione uomo primavera/estate 2024, firmata Silvia Venturini Fendi (direttore creativo delle linee accessori e abbigliamento uomo dal febbraio 2019), in questa location da poco inaugurata.  Anche nelle collezioni destinate all’uomo l’impronta della maison è forte e netta. Si privilegiano la storia e quindi la competenza della qualità sartoriale senza omissione alcuna di nuovi codici espressivi. L’uomo Fendi non si lascia invadere dal conformismo di massa, ma si prefigge una visione personale del mondo. È attento ai minimi dettagli, è con un piede nel futuro, e unico riferimento inossidabile e eterno è il logo. Quella doppia F, segno riconoscitivo di uno dei primi marchi del made in Italy a diventare famoso nel mondo.

FENDI Factory for leathergoods Capannuccia, Tuscany ©Andrea Ferrari

L’azienda ha i suoi natali nel lontano 1925 a Roma, in via del Plebiscito. Un piccolo negozio di articoli di pelletteria e valigeria con annesso un laboratorio di pellicceria. Lì Edoardo e Adele, che aveva appreso le tecniche artigiane durante un soggiorno a Firenze, gettano le basi della loro attività. Buon gusto e nervi saldi uniti a una eccellente professionalità, sono i pilastri su cui si sviluppa l’azienda. Ma sarà la seconda generazione, rappresentata dalle cinque sorelle Paola, Anna, Franca, Carla e Alda, ‘le cinque dita di una mano’, ad apportare energie e grandi cambiamenti. Nel 1965 iniziano gli anni gloriosi e segnano l’entrata in Fendi di Karl Lagerfeld, il re dei creative director, la più solida e duratura collaborazione nella storia della moda. Fendi già sinonimo di pellicceria, con lui ne cambia il concetto e l’aspetto: si intarsia e si intreccia quasi fosse un tessuto. Anche la pelletteria subisce la sua rivoluzione. Il 1977 è l’anno di nascita del ready-to-wear. Nel ’97, con Silvia Venturini Fendi direttore creativo degli accessori, nasce la Baguette la iconica borsa diventata pezzo da collezione e nel 2009 la borsa Peekaboo, un successo paragonabile alla Baguette. Il 2020 vede l’ingresso dello stilista britannico Kim Jones nominato per le collezioni couture e prêt-à-porter donna. Jones affianca i direttori creativi Silvia Venturini Fendi, accessori e collezione uomo, e Delfina Delettrez per le collezioni dei gioielli. Terza e quarta generazione della famiglia Fendi.

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