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Villa Medicea La Petraia

text Stefano Casciu photo Ottavia Poli

27 Giugno 2023

Le Ville Medicee più belle da visitare vicino a Firenze

Un tour alla scoperta delle 4 bellissime residenze della famiglia Medici

Le ville medicee furono un vero e proprio ‘sistema’ di imponenti residenze rurali appartenute ai Medici fra il XIV ed il XVIII  secolo, nei dintorni di Firenze ed in Toscana, poi passate ai Lorena e successivamente ai Savoia. Oltre che luoghi di riposo e svago (su tutti la caccia), esse rappresentavano la reggia estiva sui territori amministrati dai Medici, ma anche  il cuore pulsante delle loro economie e delle attività agricole territoriali. Stefano Casciu, Direttore regionale musei della Toscana del Ministero della Cultura, ci accompagna nella visita di quattro incredibili luoghi ameni medicei - tre ville e un giardino monumentale - Patrimonio Unesco dal 2013, in un itinerario che dalle porte di Firenze, passa per Poggio a Caiano in provincia di Prato, fino a Cerreto Guidi, estrema propaggine della provincia di Firenze confinante con Pistoia e con Pisa. Ecco il suo racconto.

Villa La Petraia

VILLA LA PETRAIA

Le ville La Petraia e di Castello che si trovano nel contado a nord-ovest di Firenze, formano un insieme quasi compatto: distano poco più di 500 metri l’una dall’altra ma per raggiungerle dal centro storico conviene munirsi di auto.  Dopo i Medici e i Lorena, Villa La Petraia è stata molto utilizzata dai Savoia, tanto da conservarne indelebile memoria nel cortile coperto, creato per il matrimonio tra Emanuele di Mirafiori, figlio di Vittorio Emanuele II e della bella Rosina, con Blanche de Larderel nel 1877. Petraia e Castello erano zone di vigneti fino al Settecento: oggi non ce ne rendiamo conto perché il territorio ha subito grandi trasformazioni; la zona è diventata residenziale e l’area alle spalle della Petraia è stata trasformata in un parco romantico nell’Ottocento. Il giardino antistante, molto bello, offre incantevoli terrazze con viste panoramiche su Firenze. Il visitatore dovrebbe iniziare la visita delle quattro ville medicee, parte della nostra Direzione regionale che conta complessivamente 46 luoghi della cultura, partendo dalla Petraia, non solo perché è la più vicina, ma perché qui ha anche la possibilità di farsi un’idea visiva di come fosse l’intero sistema delle ville medicee attraverso le famose lunette di Giusto Utens che oggi si trovano esposte nelle sale della Villa La Petraia. Di questo misterioso artista fiammingo sappiamo molto poco, a parte che era pittore e geografo, e che eseguì per la famiglia de’ Medici queste vedute prospettiche, ma con degli accorgimenti: quasi tutte le ville e i giardini, infatti, sono stati un po’ sistemati e regolarizzati. Quindi il pubblico non solo ha la possibilità di farsi un’idea generale di come fossero in origine le ville ma, dal momento che in queste vedute sono rappresentate anche scene di vita quotidiana (si scorgono carrozze, contadini, cortigiani), può rendersi conto della vita che vi si svolgeva dentro e intorno, e questa è una cosa abbastanza unica.

Villa La Petraia

IL GIARDINO DI VILLA DI CASTELLO

A Castello, dove oggi la villa è sede dell’Accademia della Crusca, predomina invece il tema del giardino, nato per volontà di Cosimo I proprio all’inizio del suo regno e per mano dei migliori architetti dell’epoca a partire dal Tribolo, autore successivamente anche del Giardino di Boboli. Venne studiato perseguendo l’idea di una trasformazione fisica di un pezzo di territorio per effetto della natura ma anche dell’arte, fino a creare un affascinante percorso simbolico d’acqua che dall’Appennino arriva alla Grotta e alle fontane. Attualmente gli originali delle fontane di Castello sono esposti a Villa La Petraia: la fontana di Ercole e Anteo, la fontana della Fiorenza, la Venere di Giambologna. Capirete perché per avere un’idea completa del Giardino di Castello vale la pena visitare le due ville in una sola volta: cercando le tracce originali nella lunetta di Utens corrispondente e negli originali delle fontane, sostituite nel giardino vero e proprio da copie. è rimasta però una fontana originale a Castello, quella dell’Appennino (o Inverno) dell’Ammannati, l’origine di tutto. A monte si staglia una grande vasca con l’Appennino raffigurato come un vecchio, da cui parte l’intero sistema di acque e canalizzazioni, che all’epoca era basato sulla capacità di idraulici e architetti di far scendere l’acqua proveniente dal Monte Morello per effetto della gravità prima nell’Appennino, poi nella Grotta degli animali, che è il cuore del giardino e che stiamo terminando di restaurare. Recentemente abbiamo riattivato i giochi d’acqua e quando chiuderemo i lavori, le fontane torneranno a zampillare, almeno per un giorno alla settimana. Ma vorrei ricordare che Castello è un luogo noto anche per la collezione di circa 500 piante di agrumi in vaso! La più importante collezione di agrumi in vaso al mondo. I Medici avevano una grande passione per gli agrumi e un gusto speciale per le varietà. Qui, per esempio, abbiamo ritrovato la cosiddetta Bizzarrìa, una cultivar che mette insieme cedro, arancio e limone. Ha spicchi verdi, gialli e arancioni. Sparita dopo il Seicento, nel 1980 il nostro ex-giardiniere Paolo Galeotti, l’ha miracolosamente rinvenuta in un vivaio e l’ha fatta riprodurre nel Giardino di Castello. Oggi ne abbiamo diverse piante.

Giardino di Villa di Castello

VILLA DI POGGIO A CAIANO

Proseguendo verso sud-ovest, oggi in provincia di Prato, a circa 30 minuti di viaggio dalla Villa di Castello, ecco la Villa di Poggio a Caiano, forse, la più importante di tutte le Ville Medicee perché è stata progettata ed edificata ex-novo nel Quattrocento da Giuliano da Sangallo per Lorenzo Il Magnifico. Essa rappresenta un prototipo: il Sangallo (architetto fondamentale per la comprensione del Rinascimento) prese direttamente spunto dall’architettura della villa romana descritta da Vitruvio e in parte da lui stesso vista a Roma. Per questo motivo la villa è un teorema, tant’è che a differenza delle altre non era destinata alla produzione agricola e all’allevamento, attività fondamentali per il sistema di Poggio a Caiano ma organizzate a parte, nella vicina fattoria di Tavola. La Villa di Poggio a Caiano era la residenza del principe, legata a doppio filo al tema dell’ozio: il luogo di vita, di caccia e di incontro sui temi legati alla filosofia e all’ispirazione all’antico. Infatti, a differenza delle altre, questa non ha il cortile centrale dove si smistavano le attività di campagna, ma al suo posto c’è il grande Salone ispirato alle terme romane con la volta a botte, capolavoro di Giuliano Sangallo con gli affreschi di Pontormo, Andrea del Sarto, il Franciabigio. Insomma, è un’idea completamente diversa di residenza medicea. Il Magnifico imitò le fattorie lombarde della corte viscontea di Milano per creare una immensa fattoria di strategica importanza - da qui, infatti, giungevano a Corte le forniture di latte, carne, selvaggina, grano, olio e vino più significative – che di fatto coesisteva con la villa di stampo romano dedicata all’ozio del Principe.

Villa Medicea di Poggio a Caiano

Per rendere più tangibile gli aspetti naturalistici, agricoli e scientifici legati alle ville, nel secondo piano della Villa di Poggio a Caiano, su impulso dell’allora soprintendente Antonio Paolucci, e da una idea originaria di Marco Chiarini, ho potuto progettare ed allestire nel 2006 il Museo della Natura Morta, l’unico museo interamente dedicato a questo tema. Il Museo è infatti una summa del collezionismo mediceo nell’ambito della natura morta fino a Cosimo III e all’Elettrice Palatina; un percorso cronologico dalla fine del Cinquecento all’inizio del Settecento sullo sviluppo del genere nella doppia evoluzione di natura morta in senso classico o di raffigurazione naturale e a volte quasi scientifica di piante e animali.

Villa Medicea di Poggio a Caiano

VILLA DI CERRETO GUIDI

Proseguendo da Poggio a Caiano lungo la pianura che si estende per altri 30 minuti di viaggio a lambire il Padule di Fucecchio, rientrando nella provincia di Firenze, arriviamo alla Villa di Cerreto Guidi, meno nota ma molto affascinante. In posizione rialzata in mezzo a una bellissima campagna, gode di una vista mozzafiato. La struttura architettonica è imponente con un sistema di rampe d’accesso ‘a scalera’, dette Ponti Medicei, che costituiscono la caratteristica saliente della villa e che, erroneamente attribuite al Buontalenti, sono da attribuirsi - forse - al lavoro di un bravissimo ingegnere qual è stato Davide Fortini.  La villa, che in origine doveva essere poco più che un casino da caccia, nasce a tutti gli effetti con Ferdinando II come luogo di presidio territoriale per le attività di caccia e di pesca legate al vicino Padule di Fucecchio. Dal punto di vista dell’arredamento ha avuto una vicenda simile a molte altre ville medicee che i Lorena hanno svuotato, venduto e solo successivamente sono state riacquisite praticamente spoglie. Oggi, però, chi entra nella Villa di Cerreto ha la possibilità di ammirare un vastissimo corredo di opere d’arte, arredi, ritratti medicei e sculture; opere d’arte e mobili antichi molto affascinanti, ma non originari di questo luogo, perché qualche anno fa è stata arredata con alcuni tra i pezzi più interessanti della collezione Bardini, frutto dell’opera di collezionismo dell’antiquario Stefano Bardini (1836-1922), che ha donato alla città di Firenze il suo patrimonio.

Villa Medicea di Cerreto Guido

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