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Macchiaioli a Pisa
7 Ottobre 2022

I Macchiaioli a Palazzo Blu

Fino al 19 marzo una grande retrospettiva con oltre 120 opere provenienti dai principali musei e da collezioni private

La mostra I MACCHIAIOLI, a Palazzo Blu di Pisa, fino al 19 marzo – prodotta e organizzata da Fondazione Palazzo Blu e MondoMostre, con il contributo di Fondazione Pisa – ripercorre l’entusiasmante evoluzione e insieme rivoluzione dei Macchiaioli, che hanno dato vita a una delle più originali avanguardie nell’Europa della seconda metà del XIX secolo (scopri QUI tutte le altre mostre da non perdere a Firenze e QUI tutto quello che non sapete su Palazzo Blu).

Macchiaioli

Una retrospettiva di oltre 120 opere, per lo più capolavori provenienti da collezioni private, solitamente inaccessibili, e da importanti istituzioni museali. Questo importante movimento pittorico è diventato popolare, arrivando a un pubblico più vasto, oltre cinquant’anni fa grazie all’ormai storica mostra di Forte Belvedere a Firenze.

Fattori Il campo italiano dopo la battaglia di Magenta

Partendo dall’elaborazione dei principi del realismo europeo formulati da Gustave Courbet e da Pierre-Joseph Proudhon e perfezionando lo strumento espressivo della “macchia” preso dall’esempio dei cinquecentisti veneziani, i Macchiaioli si avventurano sulla via della luce, dipingendo la realtà loro contemporanea, nella semplicità degli scenari naturali di cui avevano diretta esperienza.

Borrani Conversazione in terrazza

L’esposizione a Palazzo Blu, articolata in 11 sezioni, racconta l’eccitante avventura di un gruppo di giovani pittori progressisti, toscani e non, che – desiderosi di prendere le distanze dall’istituzione accademica nella quale si sono formati, sotto l’influenza di importanti maestri del Romanticismo come Giuseppe Bezzuoli e Francesco Hayez – giungono in breve tempo a scrivere una delle più poetiche e audaci pagine della storia dell’arte non solo italiana.

Ed è proprio per via dei valori universali che la sottendono che l’arte dei Macchiaioli risulta così attuale, affascinando con la pienezza formale e poetica di straordinari capolavori - dalle Cucitrici di camice rosse di Borrani a Il canto di uno stornello di Lega, alla Battaglia di Magenta di Fattori - indelebilmente impressi nella memoria collettiva. Lo sguardo intimo sulla realtà a loro contemporanea, la visione antieroica e profondamente umana che i Macchiaioli ebbero del Risorgimento hanno del resto incantato anche il mondo del Cinema, da Luchino Visconti a Martin Scorsese.

Borrani Cucitrici di camicie rosse

La mostra di Palazzo Blu raccoglie le opere “chiave” di questo percorso allo scopo di cadenzare i diversi momenti della ricerca dei macchiaioli, il loro confrontarsi con altri artisti e con le diverse scuole pittoriche europee; i loro smarrimenti, la capacità di mettersi collettivamente in discussione e di sterzare, se necessario, il timone per proseguire sulla strada del progresso e della modernità senza abbandonare mai la via maestra della luce.

Fattori Diego Martelli a Castiglioncello

Il racconto prende le mosse, nella prima sezione, dal fiorentino Caffè Michelangelo, nel quale approdano nel 1855 i primi macchiaioli toscani, a cui presto se ne aggiungono altri dal resto d'Italia. Il loro obiettivo è quello di arrivare ad esprimere il proprio sentimento attuale di giovani uomini animati da profonde idealità patriottiche e artistiche attraverso forme d’arte più moderne e condivise. L’esposizione prosegue attraverso i cambiamenti di scenari (sezione 2), a partire dall’Esposizione Universale di Parigi del 1855. Lo sguardo è diverso anche sulla realtà contemporanea (sezione 3) e i pittori di figura. In mostra anche il tema della Seconda Guerra d’Indipendenza (sezione 4) che provoca nel percorso dei progressisti toscani l’occasione per riflettere sul particolare rapporto che li lega all’epopea risorgimentale. La quinta sezione è dedicata al dipinto Il mattino di Cabianca, eccezionalmente a Pisa per la prima volta dopo 160 anni dall’esposizione alla Promotrice di Torino, nel 1861. Nelle sezioni successive si attraversano i luoghi e le atmosfere suggestive della Liguria, dell’alta Toscana e di Castiglioncello. Sul finire del 1866 il Caffè Michelangelo chiude i battenti e nel gennaio del 1867 esce il primo numero del Gazzettino delle arti del disegno, fondato e diretto da Diego Martelli. Con il 1870, l’attività di gruppo dei Macchiaioli viene meno.

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