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Palazzo Corsini Firenze
18 Dicembre 2019

I Palazzi storici più belli di Firenze

Il fascino del potere, in 10 indirizzi da non perdere

Chi cammina col naso all’insù, in una città come Firenze, può fare ogni giorno piccole e grandi scoperte che regalano il piacere di comprendere come un fregio o una scritta si rincorrano da una basilica (la magistrale Santa Maria Novella) a un palazzo (quello dei Rucellai in via della Vigna Nuova), oppure guardare con meraviglia come una famiglia dopo oltre cinque secoli continui a specchiarsi nell’Arno dalle medesime eleganti finestre (come accade ai Corsini e ai Ricasoli).
Entrare in questi Palazzi non è semplice, ma la loro architettura può diventare un’occasione unica per conoscerli.

PALAZZO ANTINORI
Costruito negli anni 1461-1469, fu progettato da Giuliano da Maiano. Dalla ricca famiglia dei Boni, che lo fece costruire, nel 1506 fu acquistato, dopo un passaggio in mano Martelli, da Niccolò di Tommaso Antinori. La facciata ha pochi ornamenti, le linee sono semplici, ma luminose e rappresenta la caratteristica abitazione di un fiorentino che aveva fatto fortuna con i commerci e conquistato un solido prestigio sociale. I vari membri della famiglia Antinori si distinsero sempre fra incarichi pubblici e virtù private. Il loro nome è legato alla storica azienda produttrice di famosi vini, di cui un segno è ancora oggi la finestrella sul vicolo del Trebbio da cui venivano vendute le bottiglie, come si evince dalla scritta “vino” sulla cornice (piazza Antinori, 3).

PALAZZO CORSINI IN PARIONE
Maddalena Machiavelli vedova Corsini, donò la proprietà al primogenito Bartolomeo Corsini senior e da allora (1650) iniziò l’ampliamento del palazzo, col lavoro di architetti come Alfonso Parigi il giovane e Ferdinando Tacca.
All’interno la “lumaca”, una splendida scala a chiocciola opera di Pier Francesco Silvani, che lavorò con Giovan Battista Foggini, mentre ad Antonio Ferri è attribuita la facciata sul Lungarno e dei prospetti sul cortile.
Complessivamente i lavori di trasformazione proseguirono fino al 1737 circa. Nell’interno del palazzo è conservata la statua rappresentante Clemente XII (cardinale Lorenzo Corsini), scolpita nel 1737 a Roma da Girolamo Ticciati, allievo prediletto di Foggini, per essere donata dal Pontefice ai familiari. Il palazzo subì gravi danni durante la Seconda guerra mondiale, nell’agosto 1944 (Lungarno Corsini 10 o via del Parione, 11).

PALAZZO GONDI
Alla fine del Quattrocento vengono gettate le fondamenta del palazzo di Giuliano Gondi, progettato da Giuliano da Sangallo, con le sue bozze del piano terreno, baulate e alternate, e quelle del primo piano che formano dei disegni.
Nell’armonioso cortile la rampa esterna della scala conduce al piano superiore; più tarda è la bella fontana. Caratteristica è la “seggetta da via” di pietra, tipica fiorentina, lungo la facciata.
I Gondi avevano case nel quartiere di Santa Maria Novella e vicino al palazzo della Signoria, qui Gondi acquistò altre case e sull’area il Sangallo ebbe l’incarico di costruire il palazzo, abitato dai primi anni del 1500.
A fine 600 lavori di completamento furono diretti da Antonio Ferri, mentre le vicende del palazzo si conclusero nel 1870, quando l’allora Marchese affidò all’architetto Poggi il prolungamento della facciata (Piazza San Firenze, 2).

PALAZZO MEDICI-TORNAQUINCI
Un palazzo che oggi si presenta con quello che è stato il suo aspetto quattrocentesco e che ha vissuto nelle sue stanze gli eventi che si susseguirono turbinosi per la città lungo decenni di scontri politici e privati.
Nel XIII secolo i ghibellini Soldanieri ebbero gli edifici di questa zona espropriati a favore degli Strozzi e un secolo dopo divennero dimora di Palla Strozzi che qui visse attendendo che costruissero il palazzo omonimo. Passaggi di proprietà lo resero bene degli Altoviti dal 1610 al 1835, mentre neppure vent’anni dopo divenne proprietà dei Medici-Tornaquinci.
La fusione delle due case trecentesche (e delle due corti con scalone del 700) è ancora riconoscibile nella facciata dei quattro piani e nel loggiato aggiunto nel Cinquecento (via Tornabuoni, 6).

PALAZZO RUCELLAI
La costruzione è fissata negli anni 1446-1451 di poco successivi. Il disegno originale si deve a Leon Battista Alberti, che considerava questo palazzo quasi un’esemplificazione del suo De Re Aedificatoria.
I piani superiori si distinguono infatti per delle eleganti bifore e importante è l’uso dei tre ordini classici sulla facciata; il fregio del piano terra contiene le tre insegne della famiglia.
Iniziò la costruzione Giovanni Rucellai, il cui secondogenito Bernardo sposò, nel giugno 1466, Nannina, sorella di Lorenzo il Magnifico. Insieme con il palazzo Pitti, quello dei Rucellai rappresenta la prima variante dei palazzi fiorentini del Quattrocento, dopo quello costruito da Michelozzo per Cosimo il Vecchio de’ Medici.
Negli Anni 90 ha ospitato il Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari (Via della Vigna Nuova, 18).

PALAZZO GUICCIARDINI
Il palazzo Guicciardini, nella via che porta il loro nome, è il risultato di più edifici costruiti in varie epoche. A cominciare dalle antichissime torri dei Malefici e dei Guicciardini, per continuare con la casa dei Benizzi acquistata nel 1515. Qui, quando la facciata non era ancora architettonicamente unificata, nacque nel 1483 lo storico Francesco Guicciardini e per secoli i membri della famiglia furono protagonisti della vita dello Stato fiorentino. Il restauro principale del palazzo fu eseguito nel 1620-1625 da Gherardo Silvani, che riuscì a dare alle case dei Guicciardini l’aspetto di un palazzo unitario. All’interno si conservano decorazioni con stucchi da Pasquale Poccianti e pitture di Luigi Sabatelli (1800-1804).

PALAZZO FRESCOBALDI
I Frescobaldi ebbero le loro case più antiche nella vicina piazza che porta il loro nome, prossima al ponte a Santa Trinita. La famiglia fu fra le maggiori di Firenze nei secoli XIII e XIV e proprio in queste case ospitò Carlo d’Angiò re di Napoli e, nel 1301, Carlo di Valois, fratello di Filippo il Bello re di Francia.
Fin dal XV secolo i Frescobaldi avevano case lungo via Santo Spirito, poi rimodernate e ingrandite, comprendenti un ampio giardino, confinante con la chiesa che dà nome alla via; nel suo complesso si può dire che - fra i grandi appartamenti delle famiglie storiche di Firenze, quelli dei Frescobaldi sono rimasti tra i più completi e autentici per gli arredamenti e le opere d’arte.

PALAZZO PANDOLFINI
Vicino alla terza cerchia delle trecentesche mura e a porta San Gallo nell’odierna piazza della Libertà, un solo edificio privato era stato costruito in questa zona occupata da conventi e monasteri, orti e giardini: il palazzo del vescovo Giannozzo Pandolfini oggi in via San Gallo. Vasari testimonia che l’autore del disegno del palazzo fu Raffaello Sanzio ed è da considerare la più importante architettura dell’Urbinate giunta finora noi, la cui costruzione fu diretta da un altro architetto, Giovan Francesco da Sangallo.
Passato in eredità da una generazione a un’altra dei Pandolfini, a metà dell’Ottocento il conte Alessio sposò l’inglese Sofronia Stibbert - sorella di Federigo (che donò a Firenze la sua vastissima collezione di erudito) e si dedicò a un restauro generale del palazzo, nel cui ampio giardino la moglie coltivò pregiate piante di camelie.

PALAZZO CAPPONI DELLE ROVINATE
I Capponi e gli Strozzi sono tra tutte le famiglie fiorentine quelle che hanno costruito più palazzi in città e ville nelle campagne e i primi furono una delle più importanti casate durante la Repubblica e ricoprirono dieci volte la carica di Gonfalonieri di Giustizia, cioè capi dello Stato.
Fin dai primi anni del secolo XIV la casata si divise in due grandi linee: quella di Cappone e quella di Neri. Discendente da Cappone, Niccolò (1406-1484) ebbe con l’eredità Da Uzzano il palazzo Delle Rovinate in via dei Bardi. I suoi discendenti diretti, i conti Capponi, abitano ancora oggi il più antico tra i tanti possedimenti della famiglia. Questo palazzo è conosciuto con la denominazione “Delle Rovinate” perché il sovrastante Poggio Dei Magnoli rovinò più volte, con tutte le sue case, giù nella strada. Il palazzo fu fatto costruire ai primi del Quattrocento da Niccolò da Uzzano e il Vasari ci informa che il suo architetto sarebbe stato il pittore Lorenzo di Bicci.

PALAZZO GINORI
Già nel Quattrocento i Ginori possedevano molte case nel Borgo di San Lorenzo, vicino alla chiesa della famiglia Medici e il loro Palazzo fu costruito al posto di queste loro case tra il 1416 e il 1420 circa, pare su progetto di Baccio D’Agnolo. All’interno il palazzo racchiude un cortile cinquecentesco con portici sui quattro lati. Alla fine del Seicento furono eseguiti alcuni lavori di ampliamento dell’edificio per adeguarlo alle necessità dell’epoca e della famiglia, i lavori esterni furono affidati all’architetto Lorenzo Merlini e quelli interni, di abbellimento, ad Antonio Ferri; durante la prima metà del Settecento il palazzo fu ingrandito ancora e tutto l’arredamento rinnovato. A Carlo Ginori si deve la fondazione dell’azienda delle prime porcellane create nella storica Manifattura di Doccia e un suo discendente, omonimo, fu il primo a possedere e a guidare un’automobile sulle strade di Firenze. 

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