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Frida Giannini

Eva Desiderio

8 Gennaio 2008

Queen Frida

At 35 years of age, one of the world’s most powerful women

Uno studio che s’affaccia su Piazza della Signoria, in un palazzo antico che trasuda ancora la grande storia delle arti e delle mercature. Frida Giannini, direttore creativo di tutte le collezioni e di tutte le linee Gucci, lavora qui. Insieme a un’equipe di quasi cinquanta persone, quasi tutti amici vista la giovane età e tutti stilisti dedicati a inventare insieme a lei lo stile contemporaneo di questo marchio galattico che corre la corsa al successo cavalcando dati esaltanti.

Lei. Esile come un petalo, capelli biondi lisci e delicati, solo un tocco di rossetto e di mascara, mani lunghe con la fede, sorriso diretto e profondo, guarda da questo palcoscenico di pura bellezza la Piazza, Firenze che l’ha adottata e la coccola come una regina. La regina del Made in Italy, dice chi l’ammira. Perché questa ragazza forte, riservata e determinatissima, in un pugno d’anni è riuscita a fare quello che a qualcuno tocca (forse) a fine carriera, con la propria testa e con le proprie gambe, senza raccomandazioni se non quelle affettuose di mamma e papà.

L’aiuta la grinta che le fa disegnare dodici collezioni l’anno, ma soprattutto l’amore del marito, fiorentino, Giovan Battista Guidi creativo del web, col quale abita in una villa nel verde della collina, appena fuori la città, in stanze progettate dal padre architetto e arredate dalla stessa Frida con mobili e oggetti anni ‘40 e ‘50 acquistati qua e là per il mondo, e una piscina coperta per il relax. A 35 anni è già una delle donne più potenti del mondo (come racconta la classifica stilata dal Wall Street Journal), guida un marchio da due miliardi di euro e col suo lavoro, in tre anni, ha sotterrato gioiosamente tutto il glamour-fetish del suo predecessore Tom Ford.

Non si è montata la testa, però. E si commuove ancora quando racconta degli anni del liceo a Roma e di quando andava in motorino all’Accademia di Costume e Moda come tante altre ragazze normali, tutte casa e sogni di gloria. Lei li ha conquistati, studiando prima i disegni di Karl Lagerfeld quando faceva la stagista da Fendi, interessandosi subito di borse al primo contratto nella maison delle mitiche cinque sorelle, per poi farsi accalappiare da Tom e trasferirsi a Londra per il rilancio degli accessori Gucci. Prima grande conquista la collezione Morse, poi il trambusto del dopo Ford, fino alla nomina a direttore creativo, voluta direttamente dall’azienda, come racconta sempre Frida piena d’orgoglio.

Frida, in soli tre anni è riuscita a cambiare completamente l’immagine femminile di Gucci, riuscendo a tradurre il sexy in sensualità. Come pensa che saranno le donne nel prossimo decennio?
“E’ vero, la mia direzione creativa ha sicuramente segnato una svolta per Gucci: fresca, ottimista e decisa, senza però mai dimenticare l’artigianalità e la tradizione legate a questo storico marchio. Penso che solo rispettando questi elementi importanti e difendendo il Made in Italy - racconta Frida nel grande studio pieno di luce - si possa rimanere ai più alti livelli di lusso e di prestigio. Sono convinta che anche le donne del prossimo decennio non trascenderanno da questi valori”.

Se non avesse fatto la stilista...
“Premesso che questo è il lavoro che in assoluto ho sempre voluto fare, forse, al di fuori di quest’area professionale, avrei potuto lavorare con i fiori. Oppure creare scenografie, ambienti, interni”.
Quanto pesa nella creatività l’occhio attento al prodotto giusto per la vendita?
“La creatività deve essere assolutamente supportata da buoni risultati di vendita”.
Come definisce l’eleganza contemporanea?
“Penso che per essere eleganti in modo moderno si debba mixare gusto e sensualità, accuratezza e attenzione al dettaglio”.

Chi sono le sue icone di riferimento, di ieri e di oggi, in fatto di charme?
“Le icone di ieri possono essere Alston, stilista di nicchia degli anni ‘70, e Jackie Kennedy, tra l’altro molto legata alla storia di Gucci. Oggi mi piace molto Roisin Murphy, ex voce dei Moloko e poi l’indiscutibile Madonna. A febbraio faremo con lei un grossissimo evento a New York in occasione dell’apertura del nostro negozio di 5th Avenue, il più grande del mondo”.
La donna, l’uomo, gli accessori, i gioielli, i profumi: la prossima sfida di Frida?
“...magari il completamento della mia famiglia”.

Splendido. Ci è voluto più coraggio, fortuna o incoscienza a prendere il timone di Gucci?
“Questo lavoro è come un treno in corsa, lo devi prendere al volo e fare di tutto per rimanere in equilibrio, non ci sono certezze. Sono una persona molto determinata, decisa e organizzata, altrimenti come farei a affrontare la mole di lavoro e di impegni quotidiani? Non penso troppo a lungo termine, mi focalizzo sui progetti a medio periodo. Questo per non essere sopraffatta da troppa tensione”.
Come vive una romana a Firenze?
“Roma mi manca molto, di sicuro, ma Firenze è una città incantevole. E poi è la culla dell’artigianalità, il luogo in cui Gucci è nato. Proprio per questo ho voluto riportare gli studi stilistici in città, addirittura nel cuore di Piazza della Signoria. Poi Firenze mi piace perché è a misura d’uomo. Ti puoi permettere di avere una casa in mezzo al verde in collina e in dieci minuti arrivi nel centro della città”. 

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