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Fuochi di San Giovanni

TEXT Virginia Mammoli PHOTO Mauro Siani

19 Giugno 2023

Storie e curiosità sull’incredibile spettacolo dei fochi di San Giovanni

La nostra intervista a Claudio Bini, presidente della Società di San Giovanni Battista

La tradizione dei ‘fochi di San Giovanni’, lo spettacolo pirotecnico che la notte del 24 giugno scintilla negli occhi di tutti i fiorentini e turisti che si trovano in città, ha una lunghissima storia. Ce la siamo fatta raccontare da Claudio Bini, presidente della Società di San Giovanni Battista che dal 1796 cura le celebrazioni del Santo patrono fiorentino.

Se volete scoprire dove vedere i fiochi, cliccate qui! Mentre qui trovate tutto il programma della giornata del 24 giugno!

Claudio Bini, presidente della Società di San Giovanni Battista

Quando e come nasce la tradizione dei fochi di San Giovanni?

L’attuale tradizione dei fochi deriva dai ‘fochi di allegrezza’, un’usanza di origine pagana che consisteva nel festeggiare il solstizio d’estate la vigilia di San Giovanni con l’accensione di falò in piazza Duomo, sopra le Porte della cinta muraria e in piazza della Signoria. Dal XIII secolo, con la scoperta della polvere da sparo, i falò vengono sostituiti dai ‘fochi’ artificiali, per lo più monocromatici, di colore bianco. I primi grandi progressi si avranno agli inizi del 1800, con l’aggiunta di colori (il rosso, l'azzurro e il verde), maggiore splendore e rapidità di combustione.

Come è cambiata nel corso dei secoli?

All'inizio si trattava di ‘razzi’ che partivano da Porta alla Croce o al Canto alle Rondini. Sarà il ritorno dei Medici, e in particolare con Cosimo I (primo Granduca), che verrà data grande solennità alla festa del Patrono con l’uso di grandi apparati pieni di fuochi chiamati ‘girandole’, vere e proprie opere di ingegneria. Anticamente i fuochi venivano sparati in piazza della Signoria, ma dal 1923, per ragioni di sicurezza e visibilità, sono stati trasferiti al piazzale Michelangelo, dove ancora oggi vengono lanciati.

A che ora comincia lo spettacolo?

Alle 21 comincia un intrattenimento musicale sul lungarno della Zecca, quest’anno tenuto dalla banda dell’Aeronautica Militare che compie cento anni dalla costituzione, mentre il primo botto viene sparato alle 22, con l’illuminazione pubblica sul lungarno della Zecca e in Oltrarno, dalla Torre di San Niccolò a salire lungo le Rampe fino al piazzale compreso, che viene spenta per rendere lo spettacolo ancora più magico.

Quanto durano i fuochi?

Circa 40 minuti e in gran parte sono fuochi aerei, che col passare dei minuti aumentano di rapidità e dimensione. Dietro c’è un impegnativo lavoro di preparazione - gestito dalla Società di San Giovanni Battista con la collaborazione del Comune di Firenze e il contributo della Fondazione CR Firenze - che include anche l’allestimento sul lungarno della Zecca di sedie per assistere allo spettacolo e l’adozione dei relativi piani di prevenzione e sicurezza.

Fuochi di San Giovanni (ph. Mauro Sani)

Quali sono i punti migliori per ammirare questo spettacolo?

Chi può si ritrova con amici e parenti sui terrazzi di casa, altrimenti, sicuramente dai lungarni si gode di un’ottima visibilità.

Quella dei fochi non è la sola tradizione con cui Firenze celebra il suo Santo Patrono. Quali e quando sono gli altri eventi?

La mattina del 24 giugno la deputazione della San Giovanni esce in corteo dalla sede di via Portinari e percorre le vie del centro fino Palazzo Vecchio per la consegna al Sindaco della Croce di San Giovanni realizzata appositamente ogni anno da un noto artigiano fiorentino. Successivamente il corteo raggiunge il Battistero per la consegna dei Ceri all’Arcivescovo, per poi trasferirsi in Duomo per la messa. Nel pomeriggio si tiene il Palio Remiero di San Giovanni in Arno dove le agili iole a quattro della Società Canottieri Firenze fanno rivivere l’antica corsa sull’acqua. C’è poi l’incoronazione del Marzocco, il leone di Firenze, che si svolge la mattina della domenica precedente il 24 giugno, mentre la domenica successiva al 24 c’è il rito della rimozione della corona.

Incoronazione Marzocco

La Società di San Giovanni Battista si occupa di conservare anche altre tradizioni fiorentine e toscane e di promuovere manifestazioni culturali, artistiche e sportive. Qualche esempio?

Tra le più significative c’è il Corteo con i Gonfaloni che il 30 novembre, Festa della Toscana, commemora la riforma penale promulgata nel 1786 da Pietro Leopoldo di Lorena, Granduca di Toscana. Partecipiamo poi alla Settimana del Fiorentino con iniziative culturali, incontri e dibattiti, e il 29 gennaio, in occasione dell’anniversario della sua costituzione, la San Giovanni assegna il Premio Il Bel san Giovanni a personalità o istituzioni “che abbiano conseguito notorietà ed unanime apprezzamento”.

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