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Giorgio Panariello

text Matteo Parigi Bini

30 Giugno 2023

Giorgio Panariello e il suo amore per la Versilia

Il grande comico e attore toscano si racconta dentro e fuori il palco

Se c’è una persona che incarna i mille volti della Versilia quella è sicuramente Giorgio Panariello. Istrione del palcoscenico, attore e conduttore televisivo, il grande comico toscano ha fatto delle sue origini la chiave del successo, grazie a personaggi irresistibili come Merigo, Mario il Bagnino, Naomo, Lello Splendor e il PR del chiticaca. Ma non smette mai di stupirci, come con il nuovo spettacolo Panariello vs Masini, in Versilia il 9 (a Villa Bertelli di Forte dei Marmi) e 10 agosto (a Castello Pasquini di Castiglioncello).

Giorgio Panariello

Fiorentino di nascita, ti sei subito trasferito in Versilia. Qual è il tuo primo ricordo?

In Versilia sono cresciuto, per cui i ricordi sono tantissimi. È qui che ho vissuto i miei primi amori, le mie prime passioni. Ogni volta è come tornare a casa, senza contare che tutti i miei personaggi provegono da qui.

Come è nato il tuo amore per lo spettacolo?

Con l’amore per lo spettacolo ci nasci. Già a scuola manifestavo i primi ‘sintomi’. Mentre gli insegnanti spiegavano riempivo i quaderni e i libri con la mia firma, a casa mi chiudevo in camera con la spazzola di mia nonna e mi intervistavo, cantavo o facevo il dj. Sono nato insieme alle prime radio, per cui ho vissuto l’adolescenza in quella prospettiva, fossi nato adesso magari sarei diventato un influencer.

Infatti, hai iniziato come dj a Radio Forte dei Marmi.

Sì, dopodiché ho lavorato a Radio Versilia e altre radio locali, come Radio Babilonia. A chiamarmi a Radio Forte dei Marmi fu Carlo Fontana, ora in Rai. Cominciai con un programma all’ora di pranzo, mi piaceva come orario, perché vivevo a Cinquale e riuscivo a raggiungere la radio al Forte in autostop senza alzarmi troppo presto.

Facevi già gli spettacoli a La Capannina?

No, quelli sono arrivati dopo. Ho cominciato con La Caravella, che adesso non c’è più, dove Cavallini mi chiamava per presentare le sfilate di moda o fare show di imitazioni. Poi, dopo Vernice fresca e i primi successi televisivi, sono cominciate anche le serate a La Capannina.

Qual è stata la tua prima imitazione di successo?

Ho iniziato con Merigo e tanti altri personaggi del paese. Mi guardavo intorno, per scovare nuovi personaggi e assimilarne il modo di muoversi, parlare… è così che ho creato le imitazioni che ho portato a Vernice fresca con Carlo Conti.

Gli incontri con Carlo Conti e Leonardo Pieraccioni sono stati importanti non solo per la tua carriera, ma anche a livello personale. Com’è nata la vostra amicizia?

Può suonare strano ma ho incontrato per la prima volta Carlo in Calabria. Era già piuttosto conosciuto nell’ambiente delle radio e avevamo un amico in comune, Fernando Capecchi, ma non ci eravamo mai conosciuti di persona, fino a quando Carlo non presentò una serata a Vibo Valentia dove ero stato chiamato come ospite. Imitavo Renato Zero. Dopo la mia esibizione mi propose di partecipare a Succo d’arancia, uno spettacolo che stava facendo con Pieraccioni in Toscana. Andai come ospite e così incontrai Leonardo, che aveva già un certo successo. C’è stata subito simpatia e anche stima. L’anno dopo lavoravo con Carlo. Il primo personaggio che feci con lui fu Lello Splendor, poi Mario il Bagnino, il PR del chiticaca e a volte Leonardo veniva ospite. Da qui è nata una grande amicizia.

Quest’anno ti vedremo con Marco Masini nello spettacolo Panariello vs Masini. Ci racconti di questo nuovo progetto?

È una sorta di sfida simbolica tra la musica leggera e la comicità. Toccheremo tanti argomenti, tra cui l’amore, da lui cantato e da me reso comico. Ci stiamo ancora lavorando, ma non escludo che Renato faccia un salto per duettare con Marco. Il primo spettacolo è il 12 luglio, a Bologna, ma gireremo un po’ tutta Italia, naturalmente Versilia compresa.

Panariello Vs Masini

Com’è esibirsi davanti al pubblico toscano? Totò veniva a posta a Firenze per fare la prima dei suoi spettacoli e ‘testarli’ davanti a un pubblico esigente.

Sì, è vero, è un pubblico molto esigente, ancor più - al contrario di quello che si può pensare - se sei toscano. Lavorare in questa regione mi stimola sempre e mi aiuta a reinventarmi per continuare a sorprendere il pubblico.

Ci parli un po’ della tua Versilia?

La mia Versilia si concentrava soprattutto al Cinquale. Quando andavo a Viareggio dovevo portarmi la valigia, era già estero, anche perché ero sempre senza macchina. Ho passato la gioventù col pollice in su. Poi c’è stata La Caravella, il nostro tempio. Mi ricordo Pietrasanta, dove prima si andava solo per la Fiera di San Biagio e i locali, la Versilia ne era piena. Le medie le ho fatte a Forte dei Marmi, con la trombetta di Valè, che veniva col carrettino dei bomboloni fuori da scuola. Tante cose le ho raccontate nel film Bagnomaria, con la bombolonaia interpretata dall’Arcuri, anche se, ad essere sinceri, quella originaria era un po’ diversa. Sono stati anni indimenticabili.

Chi salverà quest’estate Mario il Bagnino sulle spiagge di Forte dei Marmi?

Quest’anno Mario sarà molto preso dalle preoccupazioni per il rinnovo della concessione, ma qualche salvataggio sicuramente ci sarà, magari con i personaggi nuovi di Sanremo.

Mario il Bagnino, Panariello

E Naomo, avrà qualche nuova stravaganza?

Anche con meno russi il suo Trillionaire si confermerà il locale più cool della Versilia, perché si sa, lui è più forte anche di Briatore!

Cinema, teatro, radio e tv sono i luoghi in cui ti esprimi, ma qual è quello dove ti senti più te stesso?

Il teatro. Posso cambiare e improvvisare, se voglio, ma ho sempre il pieno controllo. Amo poi il rapporto di grande empatia che si crea con il pubblico. Porto sul palco solo battute che mi divertono e se fanno ridere me sono sicuro che faranno ridere anche gli spettatori. Ecco, a teatro so per certo che mi divertirò.

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