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Teresa Favi

23 Settembre 2016

I 300 anni del Chianti

Un viaggio nella storia e nelle terre del rosso toscano per eccellenza

Settecento chilometri quadrati di territorio – tra i più belli e conosciuti al mondo – divisi ancora oggi tra le province di Firenze e Siena, e che comprendono i territori interi di quattro Comuni (Castellina, Gaiole, Radda e Greve) e in parte le superfici di altri cinque (Castelnuovo Berardenga, Poggibonsi, Barberino Val d’Elsa e, in Val di Pesa, Tavarnelle e San Casciano).

Nel 2016 il Chianti Classico celebra i suoi trecento anni di storia dal 24 settembre 1716, quando il Granduca Cosimo III  de’ Medici decise di delimitare con un bando, per la prima volta nella storia, alcuni territori particolarmente vocati per la produzione di vini di alta qualità. Siamo nella culla delle più antiche famiglie del vino, ma è anche nella terra dove hanno avuto inizio le tappe più significative e avvincenti della moderna viticoltura italiana.

“Uno dei miei antenati, Antonio Antinori, depositario generale di Cosimo III fu nominato membro della congregazione incaricata di redigere il famoso bando del 1716 a dimostrazione del riconoscimento della competenza in materia vinicola di questo personaggio”. Chi parla è Pietro Antinori, fautore dello scarto definitivo tra qualità e quantità che alla fine degli anni ‘60 ha dato il via alla rinascita del Chianti Classico.

Il resto è storia più recente, ma non meno avvincente e proiettata nel futuro. Nel 1984 Il Gallo Nero ottiene la Docg che rappresenta il riconoscimento più alto per i vini italiani di qualità. Nel 1996 diventa una Docg autonoma e nel 2010 le due denominazioni Chianti e Chianti Classico vengono di fatto separate. Poi nel 2014 “la svolta più importante degli ultimi decenni - sottolinea Filippo Mazzei, di una delle più antiche famiglie del Chianti Classico e CEO della Marchesi Mazzei –, la valorizzazione dell’alto di gamma con l’introduzione della denominazione Gran Selezione, una nuova tipologia di vino che esalta la punta della piramide qualitativa e che rappresenta un unicum nella storia delle denominazioni nel nostro Paese”.

“Una scelta necessaria anche se difficile, che insieme alla capacità di produrre vini di qualità sempre più alta, alla coerenza col territorio, alla difesa delle origini sempre e comunque, ci ha permesso di arrivare a vendere quasi 40 milioni di bottiglie delle quali l’80% all’estero, in oltre 70 paesi” spiega Sergio Zingarelli, presidente del Consorzio del Chianti Classico.

Una vitalità connaturata alla sua storia dunque, “che ha sempre saputo trovare stimoli di rinnovamento nella reinterpretazione dinamica della sua tradizione e del legame stretto fra il suo vitigno principale, il Sangiovese, e il terroir” dice Francesco Ricasoli della Barone Ricasoli, pronipote del ‘barone di ferro’, quel Bettino Ricasoli che al Castello di Brolio, nell’Ottocento, definì per primo il moderno Chianti Classico.

Chianti Classico è un vino ma è anche un territorio - aggiunge Andrea Cecchi a capo dell’omonima azienda insieme al fratello Cesare – e l’instancabile lavoro fatto dai produttori negli anni, con il recupero di casolari, il reimpianto dei vigneti, la valorizzazione dei diversi terroir ha reso questa zona una delle più antiche aree di produzione da visitare”.

Oggi il Chianti Classico è un locus amoenus che ha coniuga una tra le più elevate culture del territorio, del vino e dell’offerta turistica, grazie alla simbiosi unica tra le sue profonde radici storiche e un’esemplare spinta verso l’innovazione, due facce della stessa medaglia che qui convivono abilmente da secoli. Lungo i suoi pendii assolati dove la natura sembra essere stata più disposta all’arte che altrove, si intrecciano i vigneti a Sangiovese - l’uva principe del Chianti Classico - ai castelli antichi, le severe abbazie medievali alle cantine straordinariamente disegnate dai grandi architetti contemporanei.

Tra le iniziative per i festeggiamenti i 300 anni dalla prima perimetrazione del territorio vinicolo, una mostra sulla sua storia che andrà a integrare quella già allestita negli spazi museali del Convento di Radda in Chianti a Casa Chianti Classico, dal titolo Feeling Chianti Classico, (via del Convento, 1, Radda in Chianti). Ma non finisce qui: Il 24 settembre il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio farà da sfondo ad un approfondimento storico sul vino e la vite in Toscana a cura dell'Accademia dei Georgofili, seguito da un talk show con Sergio Zingarelli e i presidenti del Consorzio Chianti Rùfina Federico Giuntini, del Consorzio Carmignano Fabrizio Pratesi e del Consorzio Valdarno di Sopra Luca Sanjust, opinion leader ed esperti del settore italiani ed internazionali, moderati dal giornalista Nicola Porro.

In serata, nel Teatro dell'Opera di Firenze, il Maggio Musicale Fiorentino dedicherà uno speciale concerto alla ricorrenza, per poi brindare insieme a cena nel foyer del prestigioso Teatro italiano.

Il 25 settembre invece, l'Opera Medicea Laurenziana condurrà una visita alla Basilica di San Lorenzo e alle Cappelle Medicee, e, a seguire, una Wine Experience con degustazioni guidate dei vini delle quattro Denominazioni protagoniste del bando del Granduca.
 

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