Le mostre da vedere assolutamente a Firenze
Tutti gli appuntamenti da non perdere
Tutti gli appuntamenti con l'arte da non perdere a Firenze.
Beato Angelico a Palazzo Strozzi (fino al 25 gennaio 2026)
A Palazzo Strozzi una mostra straordinaria celebra Beato Angelico, maestro assoluto del Quattrocento e figura centrale dell’arte italiana, con un percorso che si snoda tra Palazzo Strozzi e il Museo di San Marco. Oltre 140 opere provenienti da prestigiosi musei internazionali raccontano il genio rinascimentale in un dialogo unico tra arte, fede e innovazione.
Beato Angelico, Giudizio universale (Photo credits: Su concessione del Ministero della Cultura - Direzione regionale Musei nazionali Toscana - Museo di San Marco)Toulouse-Lautrec. Un tuffo nella Parigi della Belle Époque al Museo degli Innocenti (fino al 22 febbraio 2026)
Il Museo degli Innocenti di Firenze accoglie una grande mostra dedicata a Henri de Toulouse-Lautrec, maestro assoluto della Belle Époque e simbolo della Parigi di fine Ottocento. Oltre 170 lavori dell’artista francese, provenienti da Amburgo e da Albi – la sua città natale – saranno esposti insieme a oggetti d’arredo, documenti e manufatti originali, oltre a opere di altri protagonisti dell’epoca. Il percorso espositivo conduce il pubblico in un’immersione totale nella Montmartre di fine secolo, tra i celebri manifesti dai colori intensi, i vivaci caffè-concerto e l’energia irresistibile della vita notturna parigina. La rassegna, ideata e realizzata da Arthemisia con il Museo degli Innocenti, Cristoforo, l’Ernst Barlach Museumsgesellschaft Hamburg e BridgeconsultingPro, porta la firma curatoriale del Dr. Jürgen Doppelstein, con Gabriele Accornero project manager della collezione.
©Henri de Toulouse-Lautrec, Jane AvrilClemen Parrocchetti, Ironia ribelle a Palazzo Medici Riccardi (fino al 6 gennaio)
Palazzo Medici Riccardi rende omaggio a Clemen Parrocchetti (Milano 1923 - 2016), autrice del Novecento che ha saputo indagare la complessità della sfera femminile, delle relazioni affettive e della sessualità, sfidando la visione dominante di una cultura patriarcale. In collaborazione con l’Archivio Clemen Parrocchetti, si tratta della prima ampia esposizione all’interno di un’istituzione museale italiana e intende raccontare al pubblico un’artista ancora poco conosciuta, vicina al movimento femminista italiano e autrice di un linguaggio originale, provocatorio e autentico. Ironia Ribelle, a cura di Marco Scotini e Stefania Rispoli, con la direzione artistica di Sergio Risaliti, fino al 6 gennaio 2026, riunisce oltre cento opere tra dipinti, disegni, sculture, arazzi, documenti e materiali d’archivio e restituisce la figura di un’artista anticonformista, che ha saputo unire ricerca estetica e militanza politica. Intrecciando biografia, militanza e linguaggio visivo, la mostra ricostruisce l’immagine di una pratica coraggiosa e autonoma, capace di trasformare ago, filo e tessuto in strumenti di ribellione e di gridare, allora come oggi, un desiderio di libertà e di emancipazione.
Clemen ParrocchettiThomas Patch a Firenze. La memoria del Medioevo e del Rinascimento al Museo Stefano Bardini (fino al 15 dicembre)
In occasione dei trecento anni dalla nascita, Firenze rende omaggio al pittore, incisore, mercante e conoscitore d’arte inglese Thomas Patch (Exeter, 1725 – Firenze, 1782) e al suo profondo legame con la città. La mostra curata da Giulia Coco al Museo Stefano Bardini fino al 15 dicembre 2025, con il coordinamento scientifico di Carlo Francini e di Valentina Zucchi. Nato e cresciuto in Inghilterra (Exeter, 1725) e stabilitosi a Firenze nel 1755, dopo il periodo romano interrotto da un’espulsione papale, Patch trovò nella città sull’Arno la sua patria d’elezione. Qui divenne figura di spicco della vivace comunità anglofona riunita attorno a Sir Horace Mann e fu allo stesso tempo interlocutore di eruditi, aristocratici e artisti. Talentuoso pittore di vedute e sagace caricaturista, Patch coltivò anche un profondo interesse per l’arte dei grandi maestri toscani del Trecento e del Quattrocento - i così chiamati “primitivi” - anticipando l’ampia fortuna critica che avrebbero conosciuto nell’Ottocento. La mostra presenta infatti le sue pregevoli pubblicazioni su Giotto, Masaccio, Ghiberti, Fra Bartolomeo della Porta, unitamente ad alcune porzioni di affreschi della Cappella Manetti in Santa Maria del Carmine, recuperate dallo stesso artista prima dello smantellamento della cappella e straordinariamente esposti: interventi preziosi, che contribuirono in modo significativo alla diffusione del gusto per il tardo Medioevo e per il primo Rinascimento. Attraverso le sue incisioni Patch restituì al pubblico europeo i capolavori di questi artisti, promuovendone la conoscenza e la valorizzazione.
Thomas Patch a Firenze.Oceani. David Doubilet a Villa Bardini (fino al 12 aprile 2026)
Per la prima volta a Firenze, National Geographic presenta una grande mostra dedicata a David Doubilet, leggendario fotografo subacqueo americano e pioniere dell’esplorazione degli oceani. Allestita a Villa Bardini e promossa da Fondazione CR Firenze e Gallerie d’Italia – Intesa Sanpaolo, l’esposizione raccoglie oltre 80 immagini che raccontano la straordinaria bellezza e fragilità della vita sottomarina. Il percorso si snoda in undici sale tematiche, ispirate al gioco di contrasti che caratterizza la tecnica “over/under” inventata da Doubilet – capace di catturare in un solo scatto ciò che accade sopra e sotto la superficie del mare. Le sezioni si alternano tra warm/cold, bright/dark, threat/care, many/few, offrendo un viaggio emozionante tra ecosistemi oceanici di tutto il mondo: dai Caraibi all’Australia, dall’Indonesia all’Antartide. Attraverso i suoi scatti, Doubilet – affiancato dalla moglie e biologa marina Jennifer Hayes – invita a riflettere sulla necessità di proteggere gli oceani e sulla connessione profonda che unisce l’uomo alla natura.
Oceani. David DoubiletFirenze e l’Europa. Arti del Settecento agli Uffizi (fino al 28 novembre)
Agli Uffizi va in scena il Settecento con la mostra Firenze e l’Europa. Arti del Settecento agli Uffizi. Curata da Simone Verde e Alessandra Griffo, l’esposizione presenta 150 opere tra dipinti, sculture, arredi e porcellane, molte inedite. Tra i capolavori: Goya, Tiepolo, Canaletto, Subleyras e il Gabinetto delle Antichità Erotiche. La mostra racconta un’epoca di grandi cambiamenti culturali e la nascita degli Uffizi come primo museo moderno d’Europa, aperto al pubblico dal 1769.
Mostra Settecento UffiziSlavko Kopač. Il tesoro nascosto. Arte informale, surrealismo, art brut all'Accademia Delle Arti del Disegno (fino al 13 novembre)
Curata da Roberta Trapani e Pietro Nocita, questa è la prima grande retrospettiva in Italia dedicata all'artista franco-croato Slavko Kopač, figura centrale della Compagnie de l’Art Brut. La mostra all'Accademia Delle Arti del Disegno segna il suo ritorno a Firenze dopo la personale del 1945, offrendo un'occasione unica per riscoprire un'opera straordinaria e una figura enigmatica e complessa.
Umbrella Tree 1946, KopacLa modernità può costruire altrimenti. Gae Aulenti e la Toscana a Palazzo Medici Riccardi (fino al 18 novembre)
Fino al 18 novembre 2025 le Sale Fabiani di Palazzo Medici Riccardi ospitano la mostra La modernità può costruire altrimenti. Gae Aulenti e la Toscana, dedicata alla grande architetta e designer che ha segnato il Novecento. Dal 4 ottobre il percorso espositivo si arricchisce con una seconda sezione al Centro Culturale CAMBIO di Castelfiorentino. Il progetto, promosso da Fondazione Architetti Firenze e numerose istituzioni, ripercorre l’intenso legame tra Gae Aulenti (1927-2012) e la Toscana attraverso otto nuclei tematici con disegni, fotografie, plastici e contributi multimediali. Dalle collaborazioni con Poltronova e Martinelli Luce negli anni Sessanta, alla creazione di icone come la sedia Sgarsul e la lampada Pipistrello, fino ai progetti architettonici per Firenze, Pisa, Viareggio e Castelfiorentino, la mostra racconta un rapporto fertile tra tradizione e innovazione. La scelta delle due sedi sottolinea la doppia prospettiva: a Firenze i grandi progetti urbani e architettonici, a Castelfiorentino il tema della residenza e del dialogo con il territorio. L’esposizione diventa così occasione per riflettere sulle possibilità dell’architettura contemporanea nei contesti storici, stimolando un nuovo dibattito pubblico sul futuro delle città e dei paesaggi.
Lorenzo Bonechi. La città delle donne al Museo Novecento (fino al 14 gennaio)
A settant’anni dalla nascita di Lorenzo Bonechi, il Museo Novecento rende omaggio all’artista valdarnese con una mostra personale composta da 25 opere che dialogano con la collezione permanente del museo. L’esposizione vuole gettare nuova luce su un artista di straordinaria profondità, prematuramente scomparso, ma già in vita apprezzato a livello internazionale.
Lorenzo Bonechi. La città delle donne (ph. Leonardo Morfini)Centoventi. Villa Romana 1905-2025 al Museo Novecento (fino all’8 marzo 2026)
In occasione dei 120 anni di Villa Romana, il Museo Novecento di Firenze ospita la mostra “CENTOVENTI: Villa Romana 1905–2025”, curata da Elena Agudio e Sergio Risaliti, con Mistura Allison ed Eva Francioli. Aperta fino all’8 marzo 2026, l’esposizione celebra la lunga storia della residenza artistica di via Senese, ripercorrendone il dialogo con la città e il ruolo come spazio di sperimentazione e incontro tra culture. Attraverso materiali d’archivio e opere di artisti storici e contemporanei, la mostra ricostruisce l’eredità di Villa Romana, che dal 1905 accoglie artisti e intellettuali internazionali. Tra gli autori in esposizione figurano Ernst Barlach, Georg Baselitz, Käthe Kollwitz, Max Klinger, Markus Lüpertz, Max Pechstein e molti altri. Un percorso che, per la prima volta in un museo italiano, racconta la storia e l’influenza di una delle più importanti istituzioni artistiche italo-tedesche del Novecento.
Centoventi. Villa Romana 1905-2025 (ph. Leonardo Morfini)Helen Chadwick: Life Pleasures al Museo Novecento (25 novembre - 1° marzo 2026)
La prima grande retrospettiva italiana sulla visionaria artista britannica. Attraverso opere iconiche come In the Kitchen e Piss Flowers, la mostra celebra una figura che, tra ironia e provocazione, ha ridefinito i confini dell’arte, sottolineando la sua capacità di affrontare questioni femministe ancora oggi attuali e di trasformare la cultura materiale con un approccio sempre giocoso e sorprendente.
Moda in Luce 1925–1955. Alle origini del Made in Italy al Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti (fino al 2 novembre)
Le eleganti sale del Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti accolgono la mostra Moda in Luce 1925–1955. Alle origini del Made in Italy. L’esposizione, promossa dal Ministero della Cultura e realizzata da Archivio Luce Cinecittà in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi, ripercorre trent’anni fondamentali per la nascita dell’identità della moda italiana, prima che conquistasse fama internazionale. Ideata e curata da Fabiana Giacomotti, la mostra offre un viaggio visivo e culturale tra il 1925 e il 1955, attraverso oltre cinquanta tra abiti, accessori, immagini d’epoca e filmati. Un percorso che mette in luce le radici stilistiche e artigianali del Made in Italy, culminando nel racconto della leggendaria sfilata del 1952 nella Sala Bianca, considerata il debutto ufficiale dell’alta moda italiana nel mondo.
Una giovane commessa sistema una vestaglia su un manichino durante una gara, 1941 (Fondo Amoroso / Archivio Luce Cinecittà)Humanitas, La Forza dell’Amore nella Basilica di San Lorenzo (fino al 30 novembre)
Dopo l'omaggio alle vittime di via dei Georgofili con l’Albero della Pace, Andrea Roggi torna a Firenze con la mostra Humanitas | La Forza dell’Amore, fino al 30 novembre nella Basilica di San Lorenzo. Le sue sculture in bronzo, celebri per la fusione tra forza e poesia, celebrano l’amore e la natura attraverso figure abbracciate che si fondono con tronchi e fronde d’olivo, in un simbolico richiamo all’Albero della Vita. La mostra racconta, attraverso nove opere, la lunga carriera dell’artista toscano, a partire dalla prima statua bronzea antropomorfa, Atman, realizzata da Roggi negli anni Ottanta, poco più che ventenne, eseguita secondo la tecnica della fusione a cera persa, collocata nel chiostro piccolo della basilica, fino all’ultimissima Energia della Conoscenza, pensata proprio per questa esposizione.
Humanitas, La Forza dell’Amore di Andrea RoggiPaola Bonazzi. Ritmie e Aritmie all'Etra Studio Tommasi (26 ottobre - 8 novembre)
Negli spazi di Via della Pergola, in cui Benvenuto Cellini fuse la testa di Perseo, la Galleria Etra Studio Tommasi, fino all’8 novembre ospita la mostra Paola Bonazzi. Ritmie e Aritmie a cura di Elisa Gradi. 17 opere di piccole e grandi dimensioni realizzate con la tecnica del collage con rifiniture a pennarello. I collages sono composti da piccoli disegni a china o da ritagli di stampe su riviste. I lavori presentati alla Galleria Etra Tommasi sono il risultato di questa sua ricerca, l’espressione della delicata sensibilità di Paola Bonazzi, che viene qui premiata da un risultato estetico in cui nulla appare improvvisato, né approssimativo né estemporaneo. La mostra vuole essere l’occasione per far scoprire un’opera arrivata a noi intatta nella propria autenticità, un primo omaggio con molte chiavi di lettura delle sue opere, un primo passo di indagine e stimolo di riflessione in più direzioni.
Etra Studio Tommasi - Eterofobia