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cover covid 19 intervista medico

Text Teresa Favi

2 Novembre 2020

Covid-19 e la cura scoperta a Prato

La nostra intervista con il professor Fabrizio Cantini che ha individuato le potenzialità del Baricitinib coinvolgendo 7 ospedali italiani

Si chiama Baricitinib. E' il farmaco che si sta rivelando efficace come una nuova terapia su pazienti con polmonite da Coronavirus, ma attenzione a fraintendere: non è efficace nella profilassi.

Il Baricitinib è un farmaco “off-label” generalmente utilizzato per l’artrite reumatoide che il professor Fabrizio Cantini direttore della struttura di Reumatologia dell’ospedale Santo Stefano di Prato ha iniziato a impiegare come cura per il Covid già durante la prima ondata di epidemia. 

Fabrizio Cantini

L’obiettivo: impedire l’aggravamento della polmonite e il trasferimento dei pazienti in terapia intensiva.

Professor Cantini, quando ha iniziato a rendersi conto dell'efficacia del Baricitinib?

Quando il virus ci ha investiti a marzo con il suo drammatico impatto e fino ad aprile scorso non c’erano farmaci anti-virali specifici per contrastare il Covid-19 e quelli fino ad allora impiegati non avevano dato risultati incoraggianti. I 12 pazienti trattati all’ospedale di Prato con Baricitinib hanno risposto molto bene alla terapia, migliorando costantemente fino alla guarigione. Nessuno di loro è stato trasferito in terapia intensiva.

Come funziona?

Sappiamo ormai bene che il Covid-19 è un virus che colpisce le vie respiratorie causando gravi polmoniti, a volte fatali, e lo fa stimolando le cellule del sistema immunitario a produrre una grande quantità di sostanze ad azione infiammatoria, le cosiddette citochine, responsabili della evoluzione drammatica della patologia (tempesta citochinica). Al Santo Stefano ci siamo concentrati per individuare una terapia che agisse sulla riproduzione del virus e sulla sua capacità di liberare le citochine pro-infiammatorie responsabili della reazione infiammatoria severa con grave danno ai polmoni, insufficienza respiratoria e purtroppo in molti casi anche la morte. Di qui l’intuizione del Baricitinib utilizzato in reumatologia, una patologia in cui, appunto, si liberano le citochine. Un'altra dimostrazione veniva dallo studio di un collega londinese che dimostrava che il farmaco era capace di impedire l’ingresso del virus nelle cellule polmonari. A quel punto ci siamo resi conto della doppia azione del farmaco: impedire la liberazione delle citochine e bloccare l’ingresso del virus nelle cellule.

Quali sono a oggi i risultati del Baricitinib per la cura Covid?

Oltre ai 12 pazienti in cura a Prato, il Baricitinib è stato esteso ad altri ospedali della Ausl Toscana Centro, il San Jacopo di Pistoia e il Santa Maria Nuova di Firenze e agli ospedali di Alessandria, Fano, Pesaro e Ariano Irpino che lo avevano utilizzato in casi simili. La terapia è stata somministrata a 116 pazienti per due settimane consecutive: di nuovo, sono stati confermati i risultati ottenuti a Prato, senza alcun decesso.

Ospedale S. Stefano di Prato

Quali collaborazioni sono state decisive?

Nella fase di ideazione e di predisposizione del protocollo di studio mi sono confrontato con la professoressa Delia Goletti, la famosa ricercatrice dell’Istituto Spallanzani di Roma e con il professor Anthony Fauci del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (oltre che immunologo della task force della Casa Bianca, ndr.). Il professor Fauci ha trattato 1033 pazienti con polmonite da Coronavirus somministrando loro Baricitinib in associazione a Remdesivir (l'unico farmaco antivirale che ha dimostrato di essere efficace nella polmonite da coronavirus) e ha constato l’efficacia del farmaco confrontando questo gruppo di pazienti con un altro che assumevano il solo Remdesivir. Questi risultati hanno confermato i nostri: la terapia con Baricitinib ha permesso di accorciare i tempi di guarigione. Lo studio sarà pubblicato la prossima settimana sul New England Journal of Medicine, ma i risultati li conosco già perché ero presente al boarding internazionale in cui questi dati sono stati presentati ufficialmente.

A questo punto?

Disponiamo di un'arma in più per trattare il Coronavirus.

E' un farmaco che potrebbe essere utile anche nella prevenzione?

La ringrazio per la domanda perché mi consente di fare un'importante precisazione: non c'è nessuna dimostrazione che il Baricitinib serva come profilassi, né è un farmaco da somministrare a tutti i covid-positivi che presentino qualche minimo sintomo. La dimostrazione scientifica della sua efficacia è solo relativa a quel gruppo di pazienti affetti da polmonite da Coronavirus.

E' importante fare il vaccino antinfluenzale quest’anno?  Lo è anche per le categorie non a rischio come adulti sani che non lo hanno mai fatto?

Quest'anno sì, lo è ancora di più. Non tanto perché il vaccino antinfluenzale prevenga il contagio ma perché impedisce la saturazione dei Pronto Soccorso negli ospedali.

Vorrebbe ringraziare qualcuno?

Sì perché queste cose non si posso fare da soli. Per cui vorrei esprimere un sincero ringraziamento oltre a tutti i colleghi dell'ospedale di Prato e agli altri ospedali che hanno collaborato, alla dottoressa Daniela Matarrese direttrice del nostro presidio ospedaliero che ci ha supportati in maniera encomiabile, e la professoressa Delia Goletti dello Spallanzani di Roma. Lei conosce molto bene il professor Antony Fauci avendo lavorato con lui per tre anni di seguito, e questo ha contribuito, tra le altre cose, ha rendere più efficaci i rapporti di collaborazione e sinergia.

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