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Giorgio Testi

text Teresa Favi

23 Gennaio 2022

La nostra intervista a Giorgio Testi

Aneddoti e curiosità di uno dei nomi più in vista della scena registica londinese si racconta

Giorgio Testi, originario di Roma, ha curato recentemente la direzione del cortometraggio Chiusi Fuori, girato con Stefano Accorsi e Colin Firth tra il Teatro della Pergola e Londra, e The Reinassance Awards a Palazzo Vecchio e alla Galleria degli Uffizi. Arruolato nella scuderia della casa di produzione britannica Pulse Films, il 43enne esperto di avanguardie digitali è da qualche anno uno dei nomi più in vista della nuova scena registica di Londra dove vive dal 2004. 

Come è nata l’idea per il corto Chiusi Fuori?

È frutto dell’incontro di più persone: Colin Firth (in quel periodo in Italia), Stefano Accorsi, ma anche Martina Zambeletti, Rodrigo D’Erasmo e Lucia Calamaro. Aspettando Godot fotografava perfettamente il momento storico, così abbiamo deciso di costruire un racconto attorno ad un estratto dell’opera di Beckett, ambientando il racconto all’interno del Teatro della Pergola per ridare vita a un emblema della violenta frenata che il mondo dello spettacolo ha subito durante la pandemia: il teatro.

Chiusi Fuori at Teatro della Pergola

Stefano Accorsi era sul set della Pergola, Colin Firth invece no. Come ha risolto questo problema?

Abbiamo girato le parti di Colin in green screen in uno studio di Londra, studiando un sistema per consentirgli di muoversi come se fosse sul palco della Pergola, seguendo le battute di Stefano. Due settimane dopo abbiamo ripetuto l’operazione a Firenze, facendo in modo che ogni singola posizione della macchina da presa e delle luci fosse identica.

Com’è stato lavorare con Colin Firth e Stefano Accorsi?

Era il mio primo cortometraggio, ma con attori come loro è stata una piacevole passeggiata. Stefano e Colin oltre ad essere due attori incredibili, sono anche due persone di una gentilezza e umiltà davvero fuori dal comune.

Giorgio Testi e Stefano Accorsi

La stessa soluzione è stata applicata a The Reinassance Awards, anche qui con il coinvolgimento di Colin Firth oltre a tante altre star internazionali sullo sfondo di Palazzo Vecchio. Uno che come lei vive proiettato nel futuro come si è sentito a Firenze?

Lavorare a Firenze in un anno del genere è stato davvero un blessing. Il lockdown mi ha riportato vicino a cose tangibili, ho passato molto tempo nel verde. Essere spesso in una città così ricca d’arte e cultura è davvero priceless.

Qual è il luogo di Firenze che le piace di più?

Adoro la sensazione all’arrivo in stazione, ogni volta l’inizio di una nuova avventura.

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