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Text Teresa Favi

19 Ottobre 2020

La seconda ondata di Coronavirus a Firenze spiegata dal dottor Giancarlo Landini

Il direttore del dipartimento delle Specialistiche mediche dell’Asl Toscana centro ci racconta la situazione negli ospedali e i consigli per affrontare questo periodo

L'autunno è arrivato e con lui anche la temuta seconda fase di contagi da Covid-19. Ne parliamo con il dottor Giancarlo Landini,  coordinatore sanitario territoriale di Firenze, Prato, Pistoia, San Miniato e dei loro ospedali.

Giancarlo Landini

Sono ripresi i ricoveri di pazienti Covid positivi. Qual è stato l’andamento dei ricoveri negli ospedali dell’Asl Toscana centro nelle ultime due settimane?

C'è stato un netto incremento dei ricoveri. Negli ultimi giorni ogni nostro ospedale ha registrato 5/6 ricoveri al giorno.

Qual è la tipologia dei ricoverati in questa fase?

Sono malati giovani o di media età. Di anziani e molto anziani, come era accaduto nella precendete ondata, non ce ne sono al momento anche perché molti si trovano nelle RSA con le quali siamo riusciti a organizzare un sistema di intervento diretto dei nostri specialisti che vanno a curarli all'interno di queste strutture. Per questo ne stanno arrivando meno nei pronto soccorso.

Quali sono al momento le condizioni dei pazienti Covid ricoverati in ospedale? 

Si tratta di malati medio-gravi di età compresa tra i 50 e 70 anni.

Le cifre in aumento di Covid positivi comunicate ogni giorno contengono un alto numero di asintomatici?

Sì, è così. Stiamo facendo molti tamponi e, tra i soggetti analizzati, i più risultano essere paucisintomatici, cioè con lievi sintomi di Covid-19, o asintomatici. Queste persone non necessitano di ricovero ospedaliero. Devono soltanto stare a casa in isolamento per 10 giorni, ripetere il tampone alla fine dei 10 giorni e se negativi al virus possono interrompere l'isolamento. Va detto però che c'è anche una percentuale di malati che necessita cure in reparti specializzati.

Quali sono le categorie più a rischio?

Gli anziani nelle RSA, che sono le persone con profili clinici anche più fragili, ma ache tutti coloro che per lavoro (riunioni, meeting, etc.) o per stile di vita incontrano molte persone. Più contatti umani si hanno e più si alza il rischio di contrarre il virus. Più si limitano i contatti e più protetti siamo. Questo è un dato di fatto. Non a caso tutti i vari Dpcm e ordinanze emanati in questi giorni sono finalizzati al 'distanziamento'. E' una cosa abbastanza triste, me ne rendo conto, però è così.

L’Asl Toscana centro come si è preparata a questa seconda ondata di diffusione del Covid? 

La prima ondata ci ha presi ovviamente più di sorpresa, nessuno si aspettava un impatto così grave. In questa seconda ondata siamo più pronti ed esperti, ci siamo organizzati e programmati per tempo. L'idea è stata infatti di aprire reparti Covid e una rianimazione Covid in ogni singolo ospedale, mettere tutti in network, creando una rete Covid su tutta la nostra area in grado di sostenere rapidamente eventuali emergenze di sovraffollamento.

In questi giorni è prevista anche l’apertura del Covid Hospital a Careggi, non è vero?

A Careggi, tutte le ex Cliniche chirurgiche sono state ristrutturate e trasformate in un Padiglione Covid di 4 piani, isolato dagli altri e già dotato di attrezzature. La criticità maggiore in questa fase di apertura è la reperibilità di personale infermieristico specializzato e anche medico. La questione del personale, non solo a Careggi, ma in tutti i nostri ospedali, rappresenta il maggior problema al momento, più delle strutture. In una fase come questa, un reparto Covid necessita più del doppio del personale di un normale reparto.

Ospedale di Careggi, ingresso

Rispetto alla prima fase dell’emergenza c’è stata un’evoluzione nelle terapie?

Nella prima fase abbiamo impiegato molti farmaci di cui non avevamo prove scientifiche evidenti. Nel frattempo la situazione si è evoluta, anche dal punto di vista della evidence based medicine che ha ristretto il numero dei farmaci efficaci. Dunque, a parte il supporto ventilatorio con l'ossigeno che funziona molto bene, impieghiamo quando disponibile il Remdezevir un farmaco antivirale che ha dimostrato più azioni di tutti, il Plasma iperimmune dei pazienti che hanno avuto già il Covid quindi ricco di anticorpi per combattere il virus, oltre naturalmente al Cortisone e a farmaci antipiretici come copertura. 

Un raffreddore è già un campanello d'allarme?

Dipende dai contatti e dal quadro clinico. Ma non c'è da allarmarsi per un semplice raffreddore in assenza di febbre. Lo spartiacque è proprio la febbre. Febbre alta e disturbi respiratori, ecco il campanello d'allarme. In questo caso dobbiamo avvertire il medico di base e fare subito il tampone.

coronavirus

Come avete programmato di gestire i pazienti affetti da altre malattie?

Una delle precauzioni più praticate nelle strutture ospedaliere è consentire ingressi limitati e controlli a chi visita i malati, per evitare che si portino infezioni dall'esterno, stiamo aspettando a questo proposito un'ordinanza del Governatore. Ma per quanto riguarda i soggetti malati o bisognosi di visite e di cure mediche dobbiamo assolutamente garantire loro le cure e le attenzioni dovute. Il nostro impegno maggiore in questo momento è proprio quello di garantire le cure a tutti i malati, Covid e non.

Cosa si aspetta per i prossimi mesi?

Essendo a ottobre e sapendo che la malattia si sviluppa durante il periodo invernale penso che fino maggio/giugno dovremo riuscire a convivere con questo problema.

Allora non stanchiamoci di ripeterlo: quali sono i pilastri delle precauzioni da praticare nel quotidiano per evitare il contagio?

Fondamentale la protezione individuale: avere la mascherina adatta, mantenere le distanze (almeno 1 metro) e lavarsi le mani. Se facciamo così, difficilmente saremo infettati.

 

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