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cover david michelangelo

TEXT Francesca Lombardi

24 Marzo 2022

I 10 capolavori dell'arte da vedere assolutamente a Firenze

La top 10 delle opere d'arte fiorentine che tutti dovrebbero vedere almeno una volta nella vita

Firenze custodisce gelosamente tanti capolavori di valore inestimabile, ma se non avete tempo di vederli tutti vi suggeriamo un itinerario tra 10 capolavori imperdibili. Alcuni li trovate tra le vie e le piazze più belle della città, altri nei musei più famosi della città. Scopriamoli insieme!

David di Michelangelo

E’ l’ambasciatore dell’Italia nel mondo. La commissione dell’opera fu assegnata a Michelangelo Buonarroti dagli operai della Cattedrale di Firenze il 16 agosto 1501, per un compenso di 400 ducati. La scultura posta all’ingresso di Palazzo Vecchio, come emblema della forza e indipendenza dei fiorentini. Qui rimase fino al luglio del 1873, quando si decise di spostare l’opera alla galleria dell’Accademia per evitare che agenti atmosferici potessero ulteriormente danneggiarla. La scultura, con la base scolpita, è alta 517 centimetri e pesa 5560 chili.  Oggi a Firenze ci sono 3 David legati alla Scultura di Michelangelo: l’originale all’Accademia, una copia del 1910 in Piazza della Signoria; una copia antecedente al Piazzale Michelangelo. Niente è equiparabile alla visione dell’originale: la straordinaria tribuna dell’Accademia offre una visione emozionante e unica del colosso di
Michelangelo.

Un particolare del David di Michelangelo

Primavera e Nascita di Venere, Sandro Botticelli.

Due sono i capolavori di Botticelli agli Uffizi che incantano il pubblico di tutto il mondo. Iniziamo con una curiosità: entrambi i dipinti hanno come protagonista Simonetta Cattaneo Vespucci nobildonna genovese amata da Giuliano de' Medici, il fratello minore di Lorenzo il Magnifico, e idolatrata da Sandro Botticelli, che ne fece la sua Musa, rendendola eterna nei suoi più famosi dipinti. La troviamo, infatti, nelle vesti della dea Venere nella Nascita di Venere; ma è anche una delle Tre Grazie (quella al centro) nell'allegoria della Primavera. Le due opere, entrambe di grandi dimensioni, conquistano per grazie e armonia di composizione. La  prima conosciuta con il nome di Primavera, mostra nove figure della mitologia classica che incedono su un prato fiorito, davanti a un bosco di aranci e alloro. L’opera celebra l’amore, la pace, la prosperità. Sono state riconosciute ben 138 specie di piante diverse, accuratamente dipinte da Botticelli servendosi forse di erbari. Realizzata su un supporto di legno di pioppo, l’opera arrivò nella villa di Castello nel 1550, dove Giorgio Vasari la descriveva insieme alla Nascita di Venere. Questa secondo capolavoro di Botticelli raffigura più precisamente l’approdo sull’isola di Cipro della dea dell’amore e della bellezza, nata dalla spuma del mare e sospinta dai venti Zefiro e, forse, Aura. Diversamente dalla Primavera la Nascita di Venere fu realizzato su tela, un supporto non di rado impiegato nel Quattrocento per pitture decorative destinate alle residenze signorili.

Primavera, Botticelli

La Cupola di Brunelleschi

Mirabile esempio di architettura di ogni tempo, la Cupola è costituita da otto vele a doppio guscio, rese solidali da 24 nervature meridiane e dieci parallele, un raffinato sistema strutturale che tiene solidali i due gusci, consente di avere una intercapedine nella quale si
svolge il percorso di accesso e di salita.Filippo Brunelleschi concluderà i lavori nel 1436, dopo averli iniziati nel 1420, progetterà anche la lanterna per la sua cupola ma non riuscirà mai a realizzarla perché morirà prima dell’inizio dei lavori. Il suo intradosso è completamente decorato da un giudizio universale realizzato nel secolo successivo da Federico Zuccari e Giorgio Vasari

Cupola - interno

Porta del Paradiso, Museo Dell’Opera del Duomo  

La Porta del Paradiso è la porta est del Battistero di Firenze, quella principale situata originariamente davanti al Duomo.  Realizzata dall'orefice e scultore Lorenzo Ghiberti con il figlio Vittore tra il 1425 e il 1452, rappresenta il suo capolavoro. Deve il suo nome a Michelangelo Buonarroti, incantato dalla sua perfezione. Danneggiati durante l’alluvione di
Firenz,  i pannelli originali, dopo essere stati sottoposti a restauro, sono conservati nel Museo dell’Opera in una posizione frontale rispetto all’antica facciata del Duomo ricostruita
all’interno del Museo, ricostruendo il rapporto iconografico originale

Porta del Paradiso Ghiberti

David del Museo del Bargello

Primo nudo a tutto tondo dell’epoca postclassica, il David di
Donatello
è uno dei grandi capolavori che aprono la strada al Rinascimento.
Una scultura protagonista del suo spazio che raffigura David, il giovane
pastore chiamato da Dio a difendere il proprio popolo dai nemici, in
atteggiamento di riposo, subito dopo aver vinto il duro scontro contro il
gigante Golia. Donatello decise di creare una base molto particolare: la corona
di alloro invita l’osservatore a girare attorno alla statua, sottolineandone il
perfetto inserimento dinamico nello spazio.

Donatello, David vittorioso, Firenze Museo Nazionale del Bargello

Annunciazione Beato Angelico, Museo di San Marco

Al primo piano del Museo che racconta al meglio questo artista straordinario,  troviamo il capolavoro del Beato Angelico. In cima alle scale che danno sul terzo corridoio ci accoglie un’Annunciazione pulita e netta come una freccia: volti sottili, vesti meravigliose, colori che formano scale dalla matrice così perfetta da sembrare quasi divine.

L'Annunciazione del Beato Angelico al museo di San Marco di Firenze

Madonna della Seggiola di Raffaello, Galleria Palatina

Uno degli ultimi tondi di scuola
cinquecentesca tipicamente toscana.
Assolutamente catalizzante, in virtù di
un perfetto equilibrio di corpi: il Gesù Bambino con le forme morbide e
fanciullesche svela con il particolare del gomito il suo ruolo autorevole,
quasi a voler mantenere una certa distanza. Lo bilancia la Madre con lo sguardo
pieno di Misericordia che attrae e conquista.

Raffaello, Madonna della Seggiola (1513-1514)

Cacciata dall’Eden, Cappella Brancacci

Gli affreschi, affidati a Masolino e Masaccio, furono interrotti nel 1428 quando Masaccio li
sospende per andare a Roma dove però morirà. Così si dovrà attendere una
sessantina di anni per vederla completata stavolta da Filippino
Lippi
. E’ così che la cappella si offre in tutta la sua varietà di stili. Gotico cortese Masolino e rinascimentale Masaccio. Alla Tentazione di Adamo ed Eva sulla parete destra si
contrappone la Cacciata dall’Eden di Masaccio, l’artista che apre al Rinascimento e applica la prospettiva matematica. Un’opera di una modernità che ancora oggi commuove

Expulsion from Eden - Brancacci Chapel

Trinità di Masaccio, Santa Maria Novella

Nella terza arcata della navata di sinistra, al posto dell’altare, vi è l’affresco della Trinità di Tommaso Guidi, detto Masaccio. La magnifica composizione architettonica, uno dei primi e più perfetti esemplari di prospettiva rinascimentale, è ancora scuola agli artisti, come lo fu nella prima metà del '400. Nel prospetto di una cappella simile a quello di un arco trionfale classico, in alto, si vede l'Eterno Padre, sotto, lo Spirito Santo in forma di colomba, e Gesù crocifisso tra la Madonna e san Giovanni Evangelista. Ai due lati, più in basso, le figure dei committenti, marito e moglie

Masaccio’s Holy Trinity - Santa Maria Novella



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