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santa croce ph Ottavia Poli
19 Gennaio 2024

Le chiese più belle di Firenze da visitare assolutamente

Basiliche e capolavori da non perdere per ammirare e scoprire tutta la bellezza in città

A Firenze la bellezza è sempre stata una magnifica tenzone, nella quale le Corporazioni più importanti e le ricche famiglie nobili si alternavano in campo per lasciare traccia indelebile del loro passaggio terreno: l’Arte della Lana per gli albori del Duomo, una cordata di Corporazioni in Orsamichele, ma anche i Rucellai in Santa Maria Novella e i Medici per la superba Cappella dei Principi…solo per citare alcuni esempi. Sotto queste volte, sorrette da colonne e capitelli, mille storie che appassionano come un romanzo, a cui fa da quinta una città unica per fascino e bellezza. Entriamo nelle magnifiche cattedrali, simbolo di una partecipazione religiosa ma anche scrigni di cultura e arte.

Se cerchi i musei da visitare assolutamente a Firenze, clicca qui; mentre qui trovi 20 bellissimi monumenti da vedere all'aperto. Qui, invece, un tour tra le chiese meno conosciute ma che meritano una visita in città.

È d’obbligo iniziare da Santa Maria del Fiore: il complesso della cattedrale include il Battistero (qui puoi leggere il nostro approfondimento), di origine medievale, e il Campanile di Giotto. I tre edifici fanno parte del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.

La costruzione del Duomo Di Firenze inizia nel 1296 sulle fondamenta di una cattedrale precedente dedicata a Santa Reparata su progetto di Arnolfo di Cambio: tre ampie navate che terminano sotto una cupola ottagonale. Dopo la morte di Arnolfo nel 1302 si procede a rilento, finché nel 1331 l’Arte della Lana commissiona a Giotto la supervisione dei lavori. Assistito da Andrea Pisano,Giotto proseguì il lavoro di Arnolfo: il suo contributo maggiore è la realizzazione del magnifico campanile.Quando muore nel 1337, Andrea Pisano gli succede fino allo scoppio della Peste Nera nel 1348. Dal 1349 Francesco Talenti termina il campanile di Giotto e amplia il progetto originale, includendo l’abside e le cappelle laterali. Nel 1418 solo la cupola è incompleta: è rimasta tale per 122 anni

Con il suo diametro di 45,5 metri e un’altezza totale di più di 116 metri, è la più grande volta in muratura del mondo. Viene tra il 1420 e il 1436 da Filippo Brunelleschi, seguendo il progetto da lui presentato al concorso indetto dall’Opera nel 1418.

Vicende diverse interessano la facciata: il progetto originale - di Arnolfo ma realizzato solo in parte da diversi artisti, tra cui Andrea Orcagna e Taddeo Gaddi - viene smantellato nel 1587-88 dall’architetto Bernardo Buontalenti per ordine del Granduca Francesco I de’ Medici. La nuova facciata viene completata solo nel 1887 su progetto di Emilio De Fabbris, in stile Neogotico con un tripudio di marmi in bianco, verde e nero. Della facciata originale si conserva una ricostruzione in scala 1:1 nel vicino Museo dell’Opera del Duomo, dove sono conservate anche le originali statue cinquecentesche e tre delle porte originali del Battistero in uno splendido allestimento.

L’interno di Santa Maria del Fiore ha dimensioni enormi: 153 metri di lunghezza e 38 di larghezza che diventano 90 all’incrocio col transetto. Il duomo di Firenze contiene il più importante complesso di vetrate realizzato in Italia tra il XIV e il XV secolo, realizzate dai più grandi artisti fiorentini del medioevo, come Donatello, Lorenzo Ghiberti, Paolo Uccello e Andrea del Castagno.

La Cupola è un capolavoro anche internamente, con il ciclo di affreschi del Vasari che raccontano per immagini il Giudizio Universale (guardate qui il nostro video per scoprire tutti i segreti di quest'opera meravigliosa).

Cattedrale di Santa Maria del Fiore, Firenze

Santa Maria Novella nasce dalle ceneri di Santa Maria tra le Vigne, un oratorio fuori città dove nei primi decenni del '200 s'insediarono i domenicani. Si racconta fosse stato san Domenico stesso a sceglierla, a ovest. Esattamente dalla parte opposta dove si erano insediati i seguaci di san Francesco.

La chiesa venne costruita prima con orientamento Est-Ovest, come voleva la tradizione. Ma poi visto che le prediche di Pietro da Verona, ex cataro, erano così seguite e affollate che il comune dette ai frati l'area verso l'Arno. Così, negli anni 1276-77 fu iniziata la costruzione della prima grande chiesa gotica cittadina con le sue volte a crociera, i suoi pilastroni possenti, le sue vetrate istoriate e i suoi affreschi

La parte inferiore della facciata in marmo bianco, verde e rosso si ritiene sia stata eseguita dall’architetto domenicano, fra Iacopo Talenti da Nipozzano. La parte superiore fu completata solo cento anni più tardi, nel 1470, da Leon Battista Alberti, con le sue particolari decorazioni geometriche che rappresentano l’emblema di una vela al vento, simbolo della famiglia di ricchi mercanti Rucellai. Lo stesso simbolo, che si può vedere sulla facciata del palazzo e della loggia Rucellai, nonché sul tempietto del Santo Sepolcro in San Pancrazio, compare anche sui pilastri angolari. Sull'architrave superiore campeggia un'iscrizione che ricorda il benefattore e un simbolico anno di completamento (appunto il 1470): IOHA(N) NES ORICELLARIUS PAV(LI) F(ILIUS) AN(NO) SAL(VTIS) MCDLXX (Giovanni Rucellai, figlio di Paolo).

Il vasto e grandioso interno è un vero scrigno d’arte che include affreschi del Ghirlandaio, Filippino Lippi e Andrea Orcagna, il grande crocifisso di Giotto e la famosa divina Trinità del Masaccio. Molti di questi capolavori nei restauri ottocenteschi dopo che il Vasari aveva attuato la riorganizzazione delle Chiese conventuali voluto da Cosimo I secondo i dettami del Concilio di Trento. Queste chiese avevano lo spazio dei frati distinto da quello dei laici e diviso da una parete, il tramezzo, che copriva l'altare. Inaccettabile dalla Controriforma e che porterà Cosimo I, certo di ottenere così il titolo di granduca dal papa, a adeguarsi immediatamente. Intorno al transetto si sviluppano le cappelle: la Cappella Maggiore o Cappella Tornabuoni si trova al centro della chiesa dietro l'altare maggiore. Il Crocifisso centrale è un'opera del Giambologna. Il coro conserva un importantissimo ciclo di affreschi di Domenico Ghirlandaio, al quale probabilmente lavorò anche un giovanissimo Michelangelo Buonarroti, allora nella sua bottega. Le vetrate policrome furono eseguite nel 1492 da Alessandro Agolanti su disegno di Ghirlandaio.

A destra della Cappella Maggiore la Cappella di Filippo Strozzi conserva uno straordinario ciclo di affreschi di Filippino Lippi, con storie delle vite di San Filippo apostolo e San Giovanni evangelista (terminato prima del 1502). La Cappella Bardi, dedicata a san Gregorio, è la seconda a destra e appartenne alla Compagnia della Laudi di Santa Maria Novella. La Cappella Rucellai si trova in posizione rialzata in fondo al braccio destro del transetto e risale al Trecento. Vi è conservata una statua marmorea di Madonna con bambino di Nino Pisano, della metà del XIV secolo. A sinistra della cappella maggiore si trova la Cappella Gondi, disegnata da Giuliano da Sangallo (1503), dove è conservato il Crocifisso di Filippo Brunelleschi, l'unica scultura lignea conosciuta del grande architetto fiorentino. Segue la Cappella Gaddi, di Giovanni Antonio Dosio (1575-1577), ammirata dai contemporanei come la prima cappella fiorentina incrostata a commesso di marmi e pietre dure. Vi si trovano dipinti e affreschi del Bronzino e del suo allievo Alessandro Allori, oltre a bassorilievi di Giovanni Bandini. In fondo al braccio sinistro del transetto, in posizione rialzata simmetricamente alla Cappella Rucellai, si trova la Cappella Strozzi di Mantova, per distinguerla da quella di Filippo Strozzi. Anche questa è coperta di affreschi pregevoli, che risalgono al 1350-57, fra le migliori opere di Nardo di Cione (fratello di Andrea Orcagna). Da gennaio una importante novità: Santa Maria Novella ospita i nuovi depositi dei musei civici fiorentini, uno spazio che è quasi un museo dove ammirare tante opere d’arte finora rimaste celate al pubblico per mancanza di spazi adeguati per la loro fruizione. I depositi sono ospitati in una parte dell'edificio che delimita il braccio occidentale del Chiostro Grande. In questi antichi ambienti si sono susseguite molteplici funzioni nel corso dei secoli. I depositi occupano una superficie di 1100 metri quadrati, disposti su tre piani.

Depositi Musei Civici

Qui il nostro itinerario approfondito della Basilica di Santa Maria Novella!

Piazza Santa Maria Novella (ph. Helene Vallet)

La basilica di Santa Croce è una delle massime realizzazioni del gotico in Italia e tempio dell’Itale glorie per le numerose sepolture di sommi artisti, letterati e scienziati che racchiude. Da vedere? Basterebbe la Cappella dei Pazzi, in fondo al chiostro. Ma non ci possiamo fermare qui se nella Cappella Niccolini, Stendhal ebbe un malore, divenuta poi la sua celebre sindrome, e De Chirico, appena uscito da una lunga convalescenza, seduto su una panchina antistante la facciata dipinse il suo primo quadro metafisico, L’enigma di un pomeriggio d’autunno. Una curiosità all’interno: una Lady Liberty nostrana, in tutto simile a quella di NY firmata dallo scultore fiorentino Pio Fedi. Si azzardano delle ipotesi: nel 1875 a Firenze la star del momento è lo scultore viterbese ma ormai adottato dalla città, Pio Fedi, reduce del gran successo avuto col Ratto di Polissena. A lui viene affidato il progetto di un solenne monumento funebre in omaggio al drammaturgo Giovan Battista Niccolini da collocare sulla tomba nella basilica di Santa Croce. Il bozzetto in gesso di Pio Fedi mostra una figura femminile drappeggiata che stringe in mano una corona di alloro, una chiara allegoria della Poesia.
Negli stessi anni, durante un viaggio a Firenze, il celebre architetto francese Eugene Viollet le Duc è accompagnato dal suo miglior allievo: Frédéric-Auguste Bartholdi.
Non sappiamo se i due architetti francesi abbiano mai avuto contatti con Pio Fedi, ma sono tutti legati a logge massoniche, un loro incontro a Firenze risulta quindi abbastanza probabile. Nel 1877 La Libertà della Poesia di Pio Fedi è già terminata ma a causa di alcuni problemi comunali resta per vari anni chiusa nel suo atelièr in Via dei Serragli, fino a quando, nel maggio del 1883 viene finalmente posizionata nella Basilica di Santa Croce e inaugurata. Tre anni dopo un’altra importante inaugurazione su una piccola isoletta all’entrata del porto sul fiume Hudson al centro della baia di Manhattan mostra una seconda imponente statua, firmata Bartholdi appunto, che i francesi hanno donato all’America in commemorazione della dichiarazione d’Indipendenza di un secolo prima.

Qui il nostro itinerario approfondito della Basilica di Santa Croce!

Santa Croce (ph. Pierpaolo Pagano)

  • SANTA MARIA DEL CARMINE

La Chiesa che domina l’omonima piazza nel quartiere di Oltrarno fu fondata da un gruppo di frati giunti da Pisa nel 1268. Il lavori vengono portati avanti con il contributo delle famiglie fiorentine più facoltose e terminano solo nel 1475, lasciando la facciata incompiuta come la vediamo oggi. Modificata alla fine del '500 su progetto di Vasari e per volere di Cosimo I, sulla base dei dettami imposti dal Concilio di Trento, viene distrutta da un terribile incendio nel 1771. Ne sono risparmiate l’antica Sagrestia (decorata da affreschi dell’inizio del Quattrocento), la Cappella Brancacci e la Cappella Corsini (1675-1683), raro esempio di barocco romano a Firenze. Entro pochi anni la chiesa viene completamente rinnovata in stile tardo-barocco, assumendo l’aspetto che la caratterizza ancora oggi. Il celebre ciclo di affreschi della cappella fondata dalla famiglia Brancacci nel tardo Trecento, si deve al ricco mercante Felice Brancacci che li commissiona nel 1423, di ritorno dall’Egitto. Alle Storie di San Pietro, santo a cui era in origine intitolata la cappella, lavorano insieme Masolino e Masaccio; a causa della partenza del primo per l’Ungheria e del secondo per Roma, nel 1427 gli affreschi rimangono però incompiuti. In seguito all’esilio del Brancacci (1436), caduto in disgrazia per le sue simpatie antimedicee, i frati del convento fanno cancellare i ritratti di tutti i personaggi legati alla sua famiglia. Soltanto negli anni 1481-1483 Filippino Lippi completerà le scene mancanti.

Chiesa di Santa Maria del Carmine

Sempre in Oltrarno, una delle principali basiliche del primo Rinascimento: Santo Spirito, ultimo capolavoro di architettura rinascimentale firmato Filippo Brunelleschi. Le sue colonne in pietra serena decorate con capitelli corinzi, dividono lo spazio raggiungendo un perfetto equilibrio. Le volte a vela che fermano l’occhio in una prospettiva snella e armoniosa trasmettono una sensazione di libertà e pace. Uno degli artisti che ha maggiormente contribuito alla maestosità della chiesa fu Michelangelo, che durante il suo percorso di studi giovanili ricevette la possibilità di godere dello splendore della basilica fino a trarne ispirazione per una delle sue opere più significative, il Crocifisso Ligneo. La passeggiata nella Basilica inizia dalla navata destra, dove incontriamo artisti come Pier Francesco Foschi, Jacopo Sansovino, Giovanni Baratta. Spostandosi verso il transetto ci troviamo davanti a otto cappelle collocate secondo uno schema architettonico classico. L’opera che risalta a primo impatto e  sicuramente collocata nella cappella Nerli: la Pala Nerli, Madonna con bambino e i santi Giovannino, Martino e Caterina d’Allesandria) di Filippo Lippi, che raffigura una veduta del quartiere storico di San Frediano, è sicuramente una delle opere più famose all’ interno della basilica. Continuando nel percorso ci imbattiamo in una delle cappelle più maestose della basilica, quella dei Frescobaldi, Cini, Dainelli da Bagnano. Al suo interno si collocano la pala di Cristo e l’Adultera di Alessandro Allori, firmata e datata 1577, con il ritratto della famiglia Da Bagnano nella predella. Di grande impatto anche la Cappella Corbinelli, che mostra tutta la raffinatezza e il virtuosismo di Andrea Sansovino con l’unione di architettura e scultura. . Il percorso all’interno della basilica si conclude con la navata sinistra che accoglie opere di artisti della levatura di Michele di Ridolfo del Ghirlandaio, Taddeo Landini fino a Pier Francesco Foschi, con il quale si conclude la nostra passeggiata all’interno della basilica.

Il complesso monumentale di santo spirito offre, inoltre, uno spazio esclusivo dedicato al percorso museale agostiniano dove è conservato il Crocifisso michelangiolesco.

Qui il nostro itinerario approfondito della Basilica di Santo Spirito!

Santo Spirito

  • SAN LORENZO

È la chiesa più antica di Firenze. Venne consacrata nel 393 da S. Ambrogio. L’attuale impianto architettonico si deve al Brunelleschi. Un complesso capolavoro del Rinascimento che si articola in 3 splendidi edifici: la Basilica, la Biblioteca Laurenziana e le Cappelle. La Sagrestia Vecchia fu la prima parte di San Lorenzo ad essere completata dal noto architetto su incarico dei Medici che desideravano realizzarvi il proprio mausoleo. Sul retro della chiesa, con accesso su piazza Madonna degli Aldobrandini, si aprono le grandiose Cappelle Medicee emblematica realizzazione dell'auto celebrazione della famiglia fiorentina.

Il complesso comprende il Mausoleo dei Principi e la michelangiolesca Sagrestia Nuova concepita come cappella funeraria della famiglia Medici. Pensata già da Papa Leone X, la Sagrestia Nuova venne effettivamente iniziata solo nel 1520 per volontà del secondo Papa Medici, Clemente VII. Michelangelo si dedicò alla sua realizzazione fino al 1534, anno del suo definitivo trasferimento a Roma. Adottando il modello architettonico della Sagrestia Vecchia, Michelangelo costruì un ambiente cubico sormontato da una cupola emisferica in cui gli elementi architettonici sono evidenziati dall’utilizzo della pietra serena. Lo spazio risulta però animato da una nuova concezione plastica dove la bicromia fra intelaiatura di pietra grigia e superficie intonacata esalta la drammaticità dei gruppi scultorei dei due monumenti funebri.
La Cappella dei Principi fu invece concepita da Cosimo I fin dal 1568, ma la sua costruzione prese l’avvio solo nel 1602 sotto Ferdinando I. I granduchi vollero rivestire le pareti del loro mausoleo con i materiali più preziosi ed incorruttibili: marmi e graniti policromi, diaspri, alabastri e lapislazzuli e perfino coralli e madreperle: l’Opificio delle Pietre Dure, fondato nel 1588 da Ferdinando I, per secoli ha infatti dedicato gran parte della sua attività alla decorazione della Cappella dei Principi. I costosi lavori procedettero infatti con estrema lentezza prosciugando le risorse finanziarie del granducato fino a quando Anna Maria Luisa de’ Medici, ultima erede di una dinastia che si sarebbe estinta con lei, impresse al cantiere un’accelerazione decisiva, consegnando alla storia l’ultimo grandioso frutto del mecenatismo mediceo. Alzate gli occhi e godetevi questo meraviglioso effetto scenografico.

San Lorenzo

Costruita tra XI e XIII secolo, l’esterno dell’abbazia è decorata con marmi verdi e bianchi in disegni geometrici, simili a quelli della facciata di santa Croce e Santa Maria Novella. L’interno è in stile romanico con tre navate. Dal piazzale antistante si può godere di un bellissimo panorama di Firenze, dal Duomo a Palazzo Vecchio, alle mura che circondavano Firenze.

Qui il nostro tour più approfondito all'interno della Chiesa di San Miniato al Monte!

San Miniato

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